PINTUS: “FARÒ CANTARE L’ITALIA COL KARAOKE MA PRIMA VADO A SANREMO”

PINTUS: “FARÒ CANTARE L’ITALIA COL KARAOKE MA PRIMA VADO A SANREMO”

132605278-59ba9e0c-3090-48ad-b446-7b87c483ee22(di SILVIA FUMAROLA, pharm Repubblica) ROMA – POLITICI ? No grazie. “Non meritano proprio di essere imitati, non gli voglio fare pubblicità” dice Angelo Pintus, comico lanciato da Colorado (dal 20 febbraio torna su Italia 1), erede di Fiorello al Karaoke con cui debutterà a aprile. Mercoledì sarà ospite al Festival di Sanremo. Un milione e mezzo di seguaci su Facebook, tour teatrale sold out in tutta Italia, triestino, quarant’anni a maggio, il debutto in duo con Max Vitale poi la carriera da solista, strepitoso imitatore (da Pizzul a Jovanotti), Pintus come Fiorello inizia facendo l’animatore in Valtur.

Che ha imparato nei villaggi vacanze?
“A stare a contatto col pubblico. Ho sempre voluto fare questo mestiere, ho iniziato vent’anni fa. A diciassette anni l’estate partivo da Trieste per fare il cameriere in Liguria, un altro modo di stare a tra la gente”.

Lunga gavetta: cosa conta per arrivare?
“La grinta. Non devi mollare mai, perché ti porterai dietro serate bellissime e altre schifose, con i famosi otto spettatori che non ridono. E fai lo spettacolo per loro”.

Dal 1992 sono cambiate tantissime cose, che Italia si aspetta di trovare girando le piazze col Karaoke?
“Quella dei ragazzi che vengono ai miei spettacoli. C’è ancora voglia di leggerezza, anche se i tempi sono cambiati. E mi fa piacere che Fiorello sia incuriosito, è il mio idolo, un talento unico. Ha detto: “Niente codino, ora vanno di moda i tatuaggi”. Io ne ho parecchi”.

Sente la responsabilità? Fiorello faceva cantare l’Italia e lo show, nella sua leggerezza, diventò un fenomeno.
“Se dice così mi spavento. Sarà una sfida, ma mi piace stare in mezzo alla gente, è un bellissimo modo di stare insieme come nei villaggi. Col Karaoke realizzo il sogno della vita”.

Niente satira politica, lei punta a far ridere i giovanissimi.
“Cerco di essere onesto, osservo la realtà e parlo col mio linguaggio. A teatro ritrovo i ragazzini di 15, 16 anni, è il pubblico più bello. Penso sempre: un bambino riderebbe a questa battuta? Bisognerebbe ricordarsi di come eravamo “.

A Sanremo che farà?
“Non lo so ancora. Al festival avrò un pubblico più adulto rispetto al solito, sarà un banco di prova. Mia madre piange dal giorno in cui mi hanno invitato, per lei è come la laurea. Si è raccomandata che mi vesta bene: metterò la giacca”.

Ricorda un festival in modo particolare?
“Tanti. Quello in cui Beppe Grillo era ospite, e Faletti cantava Signor tenente brano bellissimo. Era un artista vero e un grande comico che aveva un mondo da esprimere “.

Un comico può dire qualsiasi cosa?
“Non credo. Ci sono cose da rispettare, le religioni ad esempio. Ma si può ridere di tutto il resto. Dagli amori finiti ai parcheggi sbagliati “.

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