The Harvest – Anteprima a Bologna e da febbraio nei cinema

The Harvest – Anteprima a Bologna e da febbraio nei cinema

è il racconto della vita della comunità sikh vittima di caporalato che vive nelle campagne dell’Agro Pontino e la denuncia dell’uso di sostanza dopanti a cui sono costretti i lavoratori attraverso un genere inedito: il docu-musical.

Il film per la regia di Andrea Paco Mariani arriverà nei cinema grazie a Distribuzioni dal Basso/OpenDDB, il portale che sostiene la circolazione di opere creative di autori indipendenti in tutta Europa. Dopo il successo a HumanDoc di Varsavia e al Delhi International Film festival, The Harvest sarà presentato in anteprima nazionale a Bologna (19 gennaio, ore 20.30 Cineteca di Bologna) e da febbraio in tour nei cinema. Gurwinder viene dal Punjab, da anni lavora come bracciante nell’Agro Pontino. Da quando è arrivato in Italia, vive insieme al resto della comunità sikh in provincia di Latina. Anche Hardeep è indiana, ma parla con accento romano, e si impegna come mediatrice culturale. Lei, nata e cresciuta in Italia, cerca il riscatto dai ricordi di una famiglia emigrata in un’altra epoca, lui è costretto, contro il suo stesso credo, ad assumere metanfetamine e sostanze dopanti per reggere i pesanti ritmi di lavoro e mandare i soldi in India. Un docu-musical che, per la prima volta, unisce il linguaggio del documentario alle coreografie delle danze punjabi, raccontando l’umiliazione dei lavoratori sfruttati dai datori di lavoro e dai caporali. Due storie che si intrecciano nel corso di una giornata, dalle prime ore di luce in cui inizia il lavoro in campagna alla preghiera serale presso il tempio della comunità. Un duro lavoro di semina, fatto giorno dopo giorno, il cui meritato raccolto, tra permessi di soggiorno da rinnovare e buste paga fasulle, sembra essere ancora lontano. The Harvest, prodotto da SMK Videofactory, è anche il risultato di un’esperienza di crowdfunding attraverso la quale ciascuno ha potuto contribuire alla promozione e distribuzione dell’opera, poiché, sottolinea SMK, “la coproduzione popolare è il modello di sostenibilità che da anni abbiamo scelto per realizzare i nostri film”.

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