Romulus, 3 motivi per vedere la nuova serie tv secondo il regista Matteo Rovere

Romulus, 3 motivi per vedere la nuova serie tv secondo il regista Matteo Rovere

Su Sky Atlantic debutta finalmente l’attesissima serie tv ‘Romulus’: ecco i motivi per cui, secondo il regista e showrunner Matteo Rovere, non potete proprio perderla

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Romulus è il nuovo titolo Sky Original che tra Storia e leggenda ci racconterà il mito della nascita di Roma come non ci è mai stato raccontato. Il debutto è stasera alle 21.15 su Sky Atlantic (episodi disponibili anche on demand e in streaming su NOW TV). In occasione dell’arrivo della serie tv su Sky abbiamo intervistato lo showrunner Matteo Rovere. 

Ecco tre motivi per cui, secondo lui, non potete proprio perdere Romulus.

“Anzitutto perché è un prodotto italiano che racconta una grande avventura e che la racconta secondo i codici del suo genere di appartenenza. Romulus è una storia di donne e di uomini alle prese con elementi archetipici, con grandissime poste in gioco, e con un mondo dal quale si devono salvare e nel quale devono trovare lo spazio della loro felicità, un mondo arcaico, complesso e con regole molto difficili rispetto alle nostre.”

“Poi perché i personaggi, pur muovendosi in un’epoca lontanissima, sono molto contemporanei e sono molto vicini a noi nei loro desideri, nelle loro paure, nei loro sentimenti, nella loro voglia di emanciparsi da regole che sono state scritte per loro da altri, nel loro bisogno di salvarsi, di amare, e di cercare, e possibilmente trovare, il loro spazio nel mondo. Ciò è molto evidente nei tre protagonisti, Yemos (Andrea Arcangeli), Wiros (Francesco Di Napoli) e Ilia (Marianna Fontana), in particolar modo nel personaggio di Marianna, che all’inizio è una vestale, ma che poi diventa tante cose diverse. Ilia porta in scena un femminile forte, contemporaneo, in grande conflitto con l’esterno ma anche ma anche con sé stessa, e rappresenta un po’ quello che io voglio fare con la cinematografia, cercare di portare i caratteri femminili a essere protagonisti, renderli personaggi in grandissimo conflitto, così come già avviene per quelli maschili. Romulus è una serie molto rivolta anche a un pubblico femminile che avrà voglia di approcciarsi a un prodotto di questo tipo, avventuroso, di genere, ma abitato da grandi personaggi.”

“Infine, perché Romulus è una serie sulla genesi del potere, su come il potere si crea e viene gestito, quindi siamo all’origine di tutto, del pensiero e dell’organizzazione dell’Occidente. In quel periodo, in quel mondo, inizia a nascere appunto il potere, e si vengono a creare dei leader che crescono in una determinata maniera, in vista di ciò che dovranno essere. Nella serie viene esplorato cosa significa avere la responsabilità di dover controllare e guidare gli altri, e quali sono le forze in gioco quando si cerca di gestire una grande comunità. Nei dieci episodi che abbiamo girato sono presenti tanti livelli di racconto che divertiranno e affascineranno gli spettatori nelle loro stratificazioni.”

Abbiamo poi chiesto al regista, sceneggiatore e produttore se prevede di calarsi nuovamente in questo mondo in futuro, ecco cosa ci ha risposto: “Questo è un grande universo, un universo espanso come si suol dire, che ha ancora tanto da esplorare, la storia ovviamente prosegue. Stiamo ragionando adesso sull’ipotesi di un’ulteriore stagione, però andremo avanti solo se e quando saremo molto sicuri di quello che vorremo raccontare e quando saremo certi di poter fare qualcosa che sarà all’altezza di questa stagione, della quale siamo veramente soddisfatti.”

Romulus, ci ha raccontato Rovere, è stata una produzione imponente e complessa che ha comportato svariati mesi di preparazione e svariati mesi di riprese, e spesso, soprattutto a causa delle condizioni meteorologiche, si è trattato di una vera e propria sfida: “Il rapporto con il clima è stato molto particolare, perché ovviamente, girando molto in esterna, spesso non siamo stati noi a determinare cosa andavamo a girare. In quei momenti, spesso e volentieri sono stati gli attori stessi, ormai così tanto calati nella parte, dentro i loro personaggi, a invitarci a non fermarci, ad andare avanti e a portare a termine le riprese nonostante le avversità. Alla fine, dopo tutto quel tempo si erano un po’ trasformati nei protagonisti!”

Per concludere, una precisazione in merito al rapporto tra Romulus e Il primo re: “Il film racconta la leggenda della fondazione di Roma come se fosse vera. Lì ci siamo calati in un mondo in cui i personaggi vivono la loro avventura similmente a come la leggenda ce l’ha raccontata. La serie invece racconta come quella leggenda potrebbe essersi generata, quindi cos’è successo nell’ottavo secolo a.C. che poi ha fatto sì che in epoche successive gli storici abbiano ricreato e raccontato quella storia per dare i natali a Roma. In Romulus viene completamente capovolto il punto di vista, e sarà molto curioso per gli spettatori andare a vedere come nel racconto sono stati disseminati i vari elementi del mito, che dunque torneranno in scena in forma diversa.”


Tg24.sky.it

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