In occasione della Giornata mondiale contro i femminicidi, il 25 novembre, da mercoledì 8 Rai1 replica quattro episodi in cui Luca Zingaretti indaga su donne uccise. Lo scrittore introduce le puntate con un appassionato appello sul rispetto delle donne e della loro libertà
“Se un uomo maltratta una donna, questo non è amore”: anche Luca Zingaretti, nel 2016, aveva partecipato alla campagna della Polizia di Stato contro i femminicidi, invitando a denunciare. Nei panni del commissario Montalbano ha indagato spesso in casi in cui le vittime erano donne. In occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre, Rai1 ripropone dall’8 novembre le repliche di quattro episodi del commissario Montalbano legati da questa emergenza. A introdurre la collana Montalbano e il grido delle donne, è lo scrittore Andrea Camilleri che nel suo intervento pacato ma forte nei contenuti, sottolinea come “il problema da qualche anno nel nostro paese si va facendo sempre più gravoso fino a diventare insopportabile”. “Questo tipo di violenza che spesso e volentieri arriva all’omicidio – magari effettuato nei modi più crudeli e più barbari – ha una caratteristica: nella maggior parte dei casi viene compiuto da fidanzati ex fidanzati, mariti, ex mariti. Viene fuori un desolante quadro di arretratezza dei nostri costumi, di sconsolante angustia mentale”. “In Italia – continua l’autore di Montalbano – una gran quantità di maschi, di qualsiasi classe sociale, considerare la donna oggetto di sua proprietà in eterno, come se non dovesse avere mai più la libertà… Questa concezione è il modo più degradante e più abietto di considerare la persona umana. Il rifiuto alla sottomissione non ha che un verdetto possibile: la morte, l’annullamento totale dell’esistenza di una donna che osato opporsi. Potremo vantarci della ripresa economica, della disoccupazione diminuita, di tanti passi avanti ma fino a quando non raggiungeremo questo concetto di parità assoluta tra uomo e donna noi faremo dei falsi passi in avanti”.
Gli episodi. Nella prima puntata l’8, Una voce di notte (2013), Montalbano indaga sull’omicidio della fidanzata di Giovanni Strangio, figlio del presidente della provincia di Montelusa; dovrà indagare districandosi tra le pressioni dei politici coinvolti. Il 15 andrà in onda Le ali della sfinge (2008), in cui viene uccisa una ragazza dell’est: il volto è devastato da uno sparo ma un tatuaggio sulla spalla sinistra aiuta la polizia a identificare la donna. Un segno particolare con cui sono marchiate tante altre giovani. Il 22 sarà la volta di La caccia al tesoro (2011), in cui il commissario insieme a Mimì Augello (Cesare Bocci) e Fazio (Peppino Mazzotta) in un’operazione a casa di due anziani barricati a casa, armati, scopre una bambola gonfiabile, deturpata. Sfida un pericoloso maniaco che inizialmente simulerà, con altre bambole gonfiabili, l’assassinio di alcune donne. Nell’ultima replica, il 29 novembre, Gatto e cardellino (2002), vedremo il commissario alle prese con uno scippatore di vecchiette. Nel frattempo Augello è in licenza matrimoniale e al suo posto arriva Barbara Bellini (Mariacristina Marocco), amica di infanzia del protagonista.
Serie dei record. Il ritorno di Montalbano legato a un tema importante come quello della violenza sulle donne – mentre da settimane col caso Weinstein si moltiplicano le denunce per molestie – è un’operazione intelligente ma anche una boccata di ossigeno per Rai1, in crisi di ascolti. Montalbano anche in replica fa numeri da record e il pubblico apprezza, pure se conosce a memoria i gialli di Camilleri. Sicuro di sé, anarchico ma servitore dello Stato, perché sempre alla ricerca della giustizia, Montalbano ci consola. Il perché del successo lo ha spiegato bene Zingaretti: “Andrea Camilleri è un signore che ha un mondo interiore sedimentato in novant’anni di vita. Ha creato un personaggio che ha il baricentro dentro di sé. Non corre dietro l’effimero: gli bastano un po’ di soldi per vivere, la sua casa, la donna che ama, meglio se un po’ lontana. Desidera quello che ha: questo ha un effetto deflagrante sul pubblico”. Prodotta da Palomar e Rai Fiction, diretta da Alberto Sironi, quella che vede protagonista il commissario di Vigata è la serie dei record: il 6 marzo scorso Come voleva la prassi ha raccolto 11.3 milioni di spettatori con il 44,1 per cento di share, il miglior risultato di una fiction negli ultimi quindici anni. Un dato che ha fatto superare alla saga di Camilleri la soglia del miliardo di spettatori, sommando gli ascolti di tutte le puntate nei 18 anni di storia della collana.
I nuovi episodi. Per vedere le due nuove avventure del commissario più amato della tv bisognerà aspettare la primavera Il primo episodio è tratto da La giostra degli scambi e nell’altro si fondono le novelle Amore e La prova generale. La giostra degli scambi, che ha tra gli interpreti anche Sebastiano Lo Monaco, racconta una serie di strani e inquietanti scambi di persone. Nel cast dell’altro film tv figurano, tra gli altri, Fabrizio Bentivoglio e Serena Iansiti. Il giallo intreccia la misteriosa scomparsa di una giovane donna e la malsana ossessione di due anziani per la morte.
Silvia Fumarola, Repubblica.it