Il signor Vincent Bolloré, editore di Canal+ che a sua volta controlla il canale all news i-Télé, che ha un’audience del 2%, dieci volte di più della neonata FranceInfo: pubblica, è venuto meno «aux exigences d’honnêteté et de riguer», non ha rispettato le regole di onestà, di trasparenza e di rigore professionale quando ha inserito nella programmazione del canale il famoso Morandini Live, una specie di Striscia la notizia (ma molto, molto più trash) affidato a un giornalista-intrattenitore-produttore chiacchieratissimo qui in Francia, quel Jean-Marc Morandini, marsigliese di origine italiana, accusato di aver organizzato provini a luci rosse per una sua trasmissione ancora più trash (se ne sta occupando la magistratura).
L’accusa, non proprio leggera per un imprenditore della notorietà e del peso di Bolloré (azionista rilevante anche di Telecom Italia e attualmente in lite con il gruppo Mediaset per il controllo di Premium), arriva da un’autorità pubblica che nel settore audiovisivo gode del massimo rispetto, il Csa, Conseil Supèrieur de l’audiovisuel, un mix tra la nostra commissione parlamentare sulla tv e l’Agcom presieduta da Angelo Cardani, che venerdì scorso, 4 novembre, ha inviato al patron di i-Télé una diffida che, di fatto, dà ragione ai giornalisti in sciopero da più di tre settimane per protestare proprio contro l’inserimento, diciamo pure innaturale, del Morandini Live nella programmazione del canale.
Il cui compito fondamentale, esattamente come il canale pubblico FranceInfo: e quello privato Bmftv (fa capo a Tf1 e al gruppo Bouygues), sarebbe quello di dare notizie e informazioni, non di fare intrattenimento (più o meno leggero, più o meno trash).
E proprio qui, nella stessa mission del canale, sta la responsabilità dell’editore: nell’essere venuto meno agli obblighi di correttezza e di rigore professionale e – secondo aspetto, non meno grave – nel non aver rispettato il codice etico che da settembre 2015 dovrebbe regolare le relazioni tra giornalisti e proprietà con la mediazione di un comitato etico che non si è mai insediato.
Per questo il Csa, l’autorità di vigilanza televisiva, si dice molto preoccupato ma anche «très attentif à l’absence de confusion entre information et divertissement», attentissima a far ristabilire i confini tra informazione giornalistica e quella specie di creatura a due teste che va sotto il nome di «infotainment», il mix di informazione e intrattenimento in cui è il secondo a prevalere con il suo seguito di annunci pubblicitari, com’è noto.
Il Morandini Live, voluto con forza da Bolloré in persona anche a costo di sfidare la protesta dei giornalisti a cui ha proposto semplicemente di dimettersi con una liquidazione raddoppiata (applicando la cosiddetta «clausola di coscienza» prevista dal contratto aziendale), ha fatto proprio questo: ha fatto saltare le barriere tra informazione e intrattenimento (e pure non molto raffinato), in una rete nata per fare solo ed esclusivamente informazione.
Prossimo passo? Intanto, la direzione di i-Télé si è limitata a prendere atto della diffida (mise en demeur) di Csa, rassicurando l’autorità di vigilanza che il Morandini Live sarà sottoposto alle stesse regole di accuratezza professionale di tutti gli altri programmi e che il famoso comitato etico sarà riunito quanto prima.
«È solo un tentativo di guadagnare tempo», spiega però un giornalista, «perché il Morandini Live è un programma d’intrattenimento che può piacere o non piacere, una sorta di tg satirico, che per sua natura non ha niente a che vedere con l’informazione.
La verità è che Bolloré vuole affermare il suo potere, dimostrare che anche nelle redazioni è lui e solo lui a decidere».
Per questo a i-Télé è appena arrivato un nuovo direttore editoriale, Serge Nedjar, ex Direct Matin, contestatissimo per il suo stile «provocateur et frontal», arrogante e provocatorio, proprio quello che gli ha chiesto di avere Bolloré. Nel frattempo è cominciato l’esodo. Se ne sono andati (approfittando della clausola di coscienza che vale due mesi per ogni anno di servizio) il redattore capo Alexandre Ifi, il presidente del sindacato dei giornalisti, Olivier Ravanello, la conduttrice Armandine Bégot, la reporter Peggy Bruguière, il cronista politico Julien Arnaud. Che i-Télé sarà quando lo sciopero dei giornalisti sarà finito e il Morandini Live tornerà on air?
Giuseppe Corsentino, ItaliaOggi