Lilli Gruber ospite a Oggi è un altro giorno racconta a Serena Bortone la sua carriera ma anche la sua vita privata tra la professione giornalistica e di inviata, che ha amato tanto, e il suo rapporto con il marito e collega. Ricordando gli esordi la Gruber invita tutte le donne a imparare a lanciarsi nella vita, a non porsi troppi limiti.
«Si può fare tutto nella vita se sei disposto a pagare il prezzo che viene richiesto. Noi donne se non abbiamo il coraggio di rischiare non andiamo avanti. Io se ci ripenso ora posso dire che mi buttavo. Tutto per me sembrava essere un esame di stato ma mi dicevo ok, ci provo», confessa di avere avuto molta ansia come prima anchor woman ma spiega: «Riuscivo a controllarla perfettamente, anche se ero convinta sempre di sbagliare».
La Gruber racconta poi del rapporto con i genitori: «Abbiamo avuto un’educazione molto severa. Mamma però ci ha insegnato due cose fondamentali: una che non era necessario arrivare vergini al matrimonio, ha sempre tenuto a darci un’educazione sessuale, io almeno in teoria sapevo tutto. La seconda a conquistare l’indipendenza economica. Voleva che fossimo autonome».
Poi Serena Bortone le chiede del suo ultimo libro, “La guerra dentro” che ha dedicato a suo marito che definisce il miglior giornalista che lei conosca. «Competizione tra noio? Mah, lui è abituato a fare giornalismo di agenzia, quindi dietro le quinte. Oggi i giornalisti si sentono molto protagonisti, ma bisogna capire che non siamo noi la notizia. A me all’inizio faceva molte battute e mi provocava visto che ero una giornalista televisiva, ma da lui ho imparato molto». Poi confessa: «L’ho dovuto quasi ubriacare per scrivere il libro, perché non è uno che si racconta e intervistarlo non è stato facile».
La Bortone insiste: «Non mi hai detto se è più bravo di te», Lilli replica: «No, credo che siamo uguali e tra noi non c’è mai stata competizione. Lui ha accettato di aver avuto accanto una donna più nota di lui, credo che questo sia stato uno dei segreti della nostra coppia». I due si sono conosciuti a Bagdad nel 1991, in piena guerra e la conduttrice le chiede come sia stato innamorarsi mentre intorno c’era morte e distruzione: «Le vittime di guerre civili le popolazioni si abituano subito. Dopo pochi giorni dallo scoppio della guerra a Bagdad iniziarono subito a riaprire i ristoranti, è come essere abbagliati. In questa normalità, che deve esserci, si creano anche le coppie. Ne ho viste molte come noi».
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