La conduttrice parla del suo nuovo programma e ammette: “Domenica In? Non mi manca affatto”
Dall’intrattenimento puro alla tivù di servizio. La metamorfosi di Paola Perego è compiuta, anche se la missione è ancora lunga e non priva di ostacoli: riaccendere il sabato pomeriggio di Rai 1 è infatti un affare piuttosto complicato, visto che la corazza di Verissimo da anni domina incontrastata la curva degli ascolti, ma dopo tre puntate Parliamo…Sabato registra una prima inaspettata crescita. Insomma, sul lungo periodo, l’esperimento potrebbe consentire all’ammiraglia Rai di tornare ad essere competitiva in una fascia trascurata da tempo. “È una sfida appassionante, mi rimetto in gioco”, spiega la conduttrice a Panorama.it alla vigilia del quarto appuntamento.
Paola, partiamo dai freddi numeri: Parliamone…Sabato è cresciuto di due punti nelle ultime due settimane, toccando anche il 14% di share. Contenta dei risultati?
Certo che so contenta. È una crescita lenta, visto non c’erano produzioni nuove da molti anni. Siamo partiti in sordina, anche per nostra scelta, e puntata dopo puntata stiamo limando il programma.
La domanda che viene spontanea è: ma chi te l’ha fatto fare?
(ride) Ha accettato perché mi hanno dato la possibilità di mettermi in gioco con un nuovo programma, scrivendolo e inventandolo da zero. Dopo 34 anni di carriera, queste sfide mi entusiasmano.
Sfida è la parola giusta. Tra gli addetti ai lavori si sussurra di un budget ridotto all’osso.
C’è crisi in tutte le produzioni televisive, del resto la tv è lo specchio dei tempi che stiamo vivendo. Diciamo che nel nostro caso è uno stimolo in più per lavorare sulle idee senza l’assillo soffocante degli ascolti.
La sfida contro la corazzata Verissimo in effetti è parecchio tosta.
Tosta è un eufemismo. Verissimo è un genere diverso, ha un pubblico fidelizzato, non ci può essere confronto-scontro. Noi siamo un programma che si è affacciato da poco alla finestra e poi Silvia Toffanin è bravissima.
Tra l’altro Verissimo lo hai condotto anche tu…
C’era la cronaca, era un’altra cosa rispetto alla versione di oggi. Io sono stata la prima a fare infotainment da non giornalista, in qualche modo mi considero una pioniera, e ricordo bene le critiche che mi sono piovute addosso.
Di fatto Parliamone…Sabato è un programma di servizio, con le storie della gente comune come ossatura centrale. Così va in onda la Perego pasionaria, che prova a risolvere i problemi, punzecchia i sindaci, si mette al servizio delle persone.
La tivù non è solo intrattenimento, nani e ballerine. Aiutare gli altri dà un senso diverso a questo lavoro, mi stimola come non mi capitava da tempo. Gli amici mi dicono che viene fuori una Paola inedita, almeno rispetto a certe etichette che mi hanno affibbiato da anni e che fatico a scrollarmi di dosso. Io sono curiosa della vita delle persone, ascolto gli altri, non vivo in una torre dorata lontana dalla realtà e dai problemi come qualcuno vuole pensare.
L’idea della segreteria telefonica a chi è venuta?
A me e all’autrice Serena Costantini. Volevamo un contatto diretto con il pubblico: inizialmente pensavamo ad una linea in diretta ma non si può fare per evitare parolacce e insulti. La mail non viene utilizzata dalle persone più anziane e dunque abbiamo pensato ad una sorta di telefono amico, più democratico: è un filo diretto, c’è la mia voce, sono io che ascolto e qualche volta richiamo.
Rispondi di getto, senza pensarci troppo: ti manca la domenica televisiva?
Non mi manca affatto. Non ero felice di rifare la domenica anche perché l’avevo già fatta per molti anni a Canale 5, e poi perché è mancata una rivoluzione totale del programma: sono stata contenta di lasciare, lo dico sinceramente.
E così sei tornata alla conduzione in solitaria.
Non è stata una richiesta mia, ma una scelta della rete. Anche se mi piace condurre da sola: con Salvo Sottile mi sono divertita e si è anche rafforzata la nostra amicizia, ma da sola è più facile soprattutto perché io tendo ad adeguarmi al ritmo del partner che ho a fianco. Da sola è diverso, soprattutto perché oggi sono diversa io: dico quello che penso, ho maggiore consapevolezza mentre anni fa ero terrorizzata e avevo paura del giudizio del pubblico.
A proposito di critiche, non ti risparmiano niente. Dopo gli ascolti della prima puntata di Parliamone…Sabato, Dagospia ha chiesto quando lascerai la tv per aprire una merceria.
(ride) Di merceria non ci capiscono nulla, ma magari prima o poi aprirò una cartolibreria: adoro la cancelleria, i quaderni, i pennarelli. Sono abituata alle critiche, me ne faccio una ragione.
Tornerai in prima serata?
Stiamo valutando alcune proposte. Di sicuro non con La Talpa: per quella non c’è speranza e non penso che la Rai voglia puntare sul reality-game. La cito per l’ennesima volta perché ancora in tanti mi fermano per strada a chiedermi quando ci sarà una nuova edizione.
Molti tuoi colleghi conducono lo stesso programma da anni, tu invece solo nelle ultime quattro stagioni hai condotto quattro format diversi. Non c’è un eccesso di discontinuità?
Sono arrivata a pensare che sia una questione di karma. Sono sempre stata abituata a fare cose nuove, ho fatto tutti i generi possibili in tutte le fasce immaginabili ma non ho mai proseguito per troppe stagioni anche quando i programmi funzionavano…e non di certo per scelta mia. A Italia 1 feci la puntata pilota di un programma che si chiamava Il momento della verità: gli ascolti andarono benissimo ma non c’erano i soldi per farne una serie. Ricordo un Sanremo Estate al 34% di share: dopo un’edizione non se ne fece più nulla. Più di recente, posso citare ad Attenti a quei due: per questioni di budget non si fece mai la terza serie, nonostante avessimo tenuto testa a Zelig. Idem con Eroi di tutti i giorni.
Un altro cruccio?
Così lontani così vicini. Aveva grandi potenzialità quel format ed ero davvero felice di farlo. Poi mi hanno sostituito con Romina Power e quando è arrivata lei hanno chiuso il programma causa bassi ascolti. Mi hanno sostituito senza una spiegazione, alla faccia di chi dice che sono raccomandata da mio marito (l’agente Lucio Presta, ndr).
Parentesi social. Eri piuttosto attiva fino a qualche mese fa, poi dopo le polemiche di scoppiate con Mara Venier per l’invito in occasione dei 40 anni di Domenica In, l’impressione è che tu ti sia un po’ eclissata.
È stata una scelta. L’ho sempre usato per divertimento, per prendere posizione o per far vedere qualcosa di inedito di me. Mi sono fermata quando ho visto che litigavano sui miei profili con toni eccessivi: se sono la causa, mi tiro indietro. Io non raccolgo le provocazioni e non userei mai un social per dire una cosa a una persona. Quanto agli haters, possono dire quello che vogliono: ci ho messo 50 anni per trovare un equilibrio, non mi interessa piacere a tutti.
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