“O anche no”, si chiude il ciclo estivo di un pezzo di tv di qualità

“O anche no”, si chiude il ciclo estivo di un pezzo di tv di qualità

(di Tiziano Rapanà) La tv si propone sempre più come spietata autobiografia della nazione, nel peggiore ritratto degno di una crosta da mercatino dell’usato. Il florilegio di sozzerie che si vede nel frenetico zapping, nei momenti cupi dell’insano far nulla, dice tutto del tunnel esistenziale degli individui. E non c’è luce in fondo, speranza o voglia di riscossa (morale, s’intende). Ma il servizio pubblico scalcia e propone il meglio degli uomini. Così Paola Severini Melograni compie un capolavoro di divulgazione e racconto del mondo della disabilità, che è parte della nostra ricchezza di cittadini (l’osmosi culturale è sacra e pochi lo ricordano). Il suo O anche no è stato un gioiellino estivo che ha dato valore alla parola che accoglie ed apre ad altri universi umani ed esistenziali. Con lei, Edoardo Raspelli. Il cronista della gastronomia ha raccontato i ristoranti nella misura che serve ad un disabile, ossia nella praticità della cosa che dice se sia il caso o meno di andarci (perché non si pone il problema dello scalino fetente o del parcheggio che non si trova). La Rai stupisce sempre in positivo ed è un piacere pagare il canone, con programmi così. Domenica, alle 11, si chiude il ciclo estivo. Guardate l’ultima puntata. Racconterà, come sempre, un pezzo di vite ignorate dall’opinione pubblica. Per una volta, le baleniere dell’intrattenimento lasciatele al mare aperto funestato dall’ondeggiare incontrollato dalle dinamiche del contingente.

tiziano.rp@gmail.com

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