Nel servizio fotografico per la rivista, l’attrice statunitense di X-Men, Hunger Games e Don’t Look Up è ritratta in abiti eleganti e casual di grandi stilisti e racconta la felicità di un figlio, la fine di Roe v. Wade, il suo nuovo film e non solo
Onde di lunghi capelli biondi sfiorano il volto delicato, svelano una spalla, nascondono l’altra, cascano sull’elegante veste bordeaux firmata Dior. Sulla nuova cover del numero di ottobre di Vogue USA Jennifer Lawrence, 32 anni, ricorda una dama del Rinascimento. Per la giovanissima star hollywoodiana, che ha già collezionato quattro nomination e una vittoria agli Oscar (nel 2013, con il film Il lato positivo – Silver Linings Playbook), essere ritratta sul prestigioso magazine non è una novità. Nel 2017, in occasione del 125º anniversario della nascita della rivista, l’edizione americana di Vogue aveva dedicato all’attrice di X-Men, Hunger Games, American Hustle e Don’t Look Up ben quattro copertine: tra queste, un ritratto della fotografa Annie Leibovitz e la fotografia di un dipinto dalle vibrazioni seicentesche realizzato da John Currin. All’interno del numero in uscita il mese prossimo, il magazine ospita anche un servizio fotografico e un’intervista esclusiva dell’attrice, che racconta la recente maternità, l’uscita dell’ultimo film Causeway e la lotta contro la fine del diritto all’aborto negli Stati Uniti.
La ragazza del Kentucky, definita la più talentuosa giovane attrice di tutta l’America, è cresciuta, come racconta nella lunga intervista già disponibile in versione digitale sul sito di Vogue. “Molti film che ho girato in passato riguardavano mia madre, la mia infanzia. Mi domando cosa succederà ora che sarò testimone dell’infanzia di qualcun altro”. Tre anni fa, Jennifer Lawrence ha sposato il gallerista Cooke Maroney, e a febbraio ha partorito il loro primo figlio, Cy. “La mattina dopo la nascita di mio figlio, ho sentito che la mia intera vita era ricominciata da capo”. Un importante nuovo inizio per l’attrice, che ricorda le sue esperienze di aborto e si indigna per la recente decisione della Corte Suprema, che ha abolito il diritto di scelta delle donne americane: “È una questione troppo personale per un’esistenza femminile stare a guardare uomini bianchi che dibattono sull’utero”.
Nel servizio fotografico realizzato da Tina Barney, Jennifer Lawrence esprime naturalezza e femminilità. La stylist Tonne Goodman, per quasi vent’anni fashion director di Vogue America (Vai allo speciale Moda), ha curato la sesta copertina insieme all’attrice. La selezione dei capi va dai volumi morbidi di Dior alle linee leggere di Altuzarra, dalle sognanti stampe floreali arancioni e verdi di Erdem agli sbarazzini e giocosi movimenti rosa di Brandon Maxwell, che Jennifer Lawrence indossa a piedi nudi tra giardini fioriti e piscine. I gioielli sono i preziosissimi pezzi d’alta gioielleria della collezione Dior Fine Jewelry Couture. Jennifer Lawrence affronta l’obiettivo con sguardo fiero, lo stesso che in passato aveva rivolto non solo all’hacker che aveva diffuso le sue foto private online, ma anche contro le accuse lanciate dal produttore-predatore Harvey Weinstein di aver vinto l’Oscar soltanto per merito suo. Dopo essersi schierata nelle fila del movimento femminista #MeToo, oggi nell’intervista a Vogue l’attrice accende i riflettori anche sulla questione del gender-gap, sentita persino tra le telecamere di Hollywood: “Non importa quanto io faccia. Non sarò mai pagata tanto quanto un uomo, a causa della mia vagina?”. La soluzione spetta alla politica, che deve occuparsi anche del problema della diffusione delle armi: “È necessario partecipare alla politica. È terribile. I politici stanno uccidendo le persone”.
A novembre, Jennifer Lawrence approderà su Apple TV con il film Causeway, iniziato nel 2019 e interrotto dalla pandemia. L’attrice interpreta una soldatessa americana che rientra dall’Afghanistan a New Orleans, dove affronterà le conseguenze del disturbo post-traumatico e vivrà una profonda amicizia. Nel frattempo, la star hollywoodiana inizierà a girare due nuovi film, uno dei quali, Sue, diretto da Paolo Sorrentino.