Matt Haig, come Shakespeare scrivo per tutti

Matt Haig, come Shakespeare scrivo per tutti

Scrittore inglese, mi piacerebbe sequel ‘Come fermare il tempo’

Tom ha più di 400 anni ma ne dimostra 40. Ha vissuto tante vite, attraversato l’Inghilterra elisabettiana, la Parigi dell’età del jazz e oggi insegna storia a Londra. Ha cambiato tante volte identità per proteggere il suo segreto, una sindrome rara che lo fa invecchiare lentamente, ma non può innamorarsi. Il peso del passato e l’ansia del futuro sono la sua condizione e diventano una gigantesca metafora di come viviamo tutti noi nel nuovo romanzo dello scrittore inglese Matt Haig, al Festivaletteratura con ‘Come fermare il tempo‘ (Edizioni E/O), uno degli incontri più attesi a Mantova. Ai vertici dei bestseller in Gran Bretagna dove ha venduto finora oltre 350 mila copie e in Italia, il libro, a neppure una settimana dall’uscita nella traduzione di Silvia Castoldi, ha già superato le 1000 copie vendute. “La lotta di Tom è quella che dobbiamo fare ogni giorno per vivere il presente. Ognuno di noi si presenta con un proprio bagaglio fatto di relazioni passate, non solo fisiche anche psicologiche. Siamo spinti in una sfida nel vivere il momento presente, in un modo quasi animale” dice all’ANSA Haig, 43 anni, che ha vissuto a 20 anni la depressione raccontata nel libro ‘Ragioni per continuare a vivere’. “Se pensiamo a quando frequentavamo la scuola eravamo sempre proiettati nel futuro. Avevamo un test, una verifica da passare, gli esami. Lo stesso all’Università quando ci chiedevamo chi saremmo diventati. In un certo qual modo erano ansie collegate al futuro, ansie che caratterizzano la nostra vita e che portano a queste narrazioni. Narrazioni non solamente dell’individuo ma che diventano della società che pensa ad un progresso, al futuro” spiega Haig che con questo libro, in cui cita spesso Shakespeare, chiude un cerchio e pensa anche a un seguito. “Shakespeare fa parte del mio background di vita e ha caratterizzato l’ambiente dove sono cresciuto. Possiamo dire che in Inghilterra ormai Shakespeare è un’astrazione culturale. Nel senso che non si pensa più che è esistito, che era un uomo che ha vissuto nel proprio tempo. Ho cercato di dare vita nuovamente a Shakespeare per presentarlo per come era, per il suo spirito bohemien. Ma quello che più mi ha colpito del Bardo è che ha scritto per tutti, per la Regina ma anche per le persone che non avevano nessun tipo di cultura. Non ha mai fatto compromessi perchè pensava che l’arte dovesse essere accessibile a tutti, mentre ora la situazione in Europa è completamente diversa. Ci sono due livelli di arte e di teatro, quello più letterario e quello più commerciale. Mentre io ho un approccio come Shakespeare, l’arte deve essere per tutti. Senza distinzioni” racconta Haig. “Sono ossessionato dal tempo e questo libro è un mio modo di fare i conti con il mio passato. Nella narrativa è più facile mettere al microscopio sentimenti, preoccupazioni, ansie” sottolinea Haig che considera la scrittura una terapia. ‘Come fermare il tempo’ diventerà un film: “i diritti sono stati venduti e si stanno occupando della sceneggiatura. Questo libro ha tutte le caratteristiche per diventare un lungometraggio, ma non sono mai troppo ottimista perchè anche per altri miei libri erano stati venduti i diritti per la trasposizione cinematografica e poi non sono mai stati realizzati” dice. Una cosa è certa, che Haig non sarà coinvolto in nessun modo nel film. “Preferisco – spiega – concentrarmi sui prossimi libri: ho appena terminato un saggio su come la tecnologia e il bombardamento di notizie ci faccia impazzire e poi sto lavorando a un nuovo romanzo” in cui non sappiamo se salirà ancora sulla sua macchina del tempo. “Quello che posso dire è che mi piacerebbe scrivere un sequel di ‘Come fermare il tempo concentrando la mia attenzione sul Rinascimento italiano, ma il protagonista non sarà Tom bensì una delle protagoniste femminili del romanzo. Sto scrivendo anche un libro per ragazzi. In fondo gli adulti sono bambini cresciuti”.

Mauretta Capuano, Ansa

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