Vivendi si prepara a cedere il 10% della controllata Universal Music Group, tra le major della discografia, che ha in catalogo non solo i Fab Four ma anche Rolling Stones, U2 e molti altri colossi del pop rock mondiale
I Beatles stanno per diventare in parte cinesi. Tencent Holdings Limited, il colosso digitale cinese fondato nel 1998, ha aperto dei negoziati preliminari con il gruppo francese Vivendi, proprietario dell’Universal Music Group, per la cessione del 10% della casa di produzione musicale che ha in catalogo i Fab Four, ma anche i Rolling Stones, gli U2 e molti altri, essendo il primo produttore musicale al mondo. È una clamorosa apertura del mercato che un tempo avremmo definito discografico ad un’area del mondo in grande crescita che fino a pochi anni fa era considerata largamente minoritaria, poco interessante e flagellata dalla pirateria. Tencent, sulla base di una valutazione di 30 miliardi per il 100% della Universal, oltre al 10% odierno avrebbe un opzione per acquisire un ulteriore 10% entro un anno. La holding controlla più del 70% del mercato dello streaming in Cina e Vivendi sta valutando con il gruppo cinese una “cooperazione rafforzata che potrebbe aiutare Universal Music Group a cogliere le opportunità di crescita offerte dalla digitalizzazione e dall’apertura di nuovi mercati”, migliorando “la promozione degli artisti di Universal Music Group, con i quali il gruppo ha creato il più grande catalogo di sempre di registrazioni e canzoni, oltre a identificare e promuovere nuovi talenti in nuovi mercati”. E non è finita qui, perché nella nota dell’azienda francese si sottolinea che Vivendi intende proseguire il processo di vendita di una quota di minoranza aggiuntiva in Universal Music Group ad altri potenziali partner. Ma c’è da attendersi anche una crescente diffusione di pop orientale dalle nostre parti, come già sta avvenendo con le band del K-Pop coreano.La mossa di Vivendi scuoterà il mercato musicale, perché il gruppo francese è il principale operatore del mondo, davanti a quello che resta dell’industria discografica, con le altre due grandi concentrazioni formate da Sony Music Entertainment e Warner Music. Universal non solo ha un catalogo enorme di big del passato ma ha anche una scuderia ricca di star contemporanee, prime fra tutti Drake, Lady Gaga, Ariana Grande e Taylor Swift. Nel primo semestre Umg ha segnato risultati record, con un aumento delle vendite del 18% a tassi e perimetro costanti (+24% sui dati pubblicati) a 3,2 miliardi e un utile operativo di 481 milioni (+43,6%) .Il mercato cinese fa gola a molti, anche perché con lo sviluppo della musica in streaming gli operatori del settore sono riusciti a ridurre di molto la pirateria che flagellava il mercato “fisico” dei CD e la grandissima diffusione di smartphone ha accelerato la crescita e la diffusione anche di musica “occidentale” che prima aveva un impatto decisamente minore sul gigantesco mercato cinese.
Erenesto Assante, repubblica.it