Will e Grace sono grandi amici: Will (Eric McCormak) è un avvocato gay mentre Grace (Debra Messing) è una arredatrice di interni eterosessuale. Vivono a New York. Grace ha una relazione con un idiota, e quando finalmente si lasciano va a vivere da Will. Momentaneamente, sembra. Dopo otto anni Will e Grace vivono ancora insieme. Punto e a capo. Sono passati altri 12 anni e Will & Grace tornano in tv più “room-mate” che mai, amici e dipendenti uno dall’altra come lo erano vent’anni fa. La serie comica di grande successo Will & Grace era iniziata nel 1998 e si era conclusa nel 2006. A 20 anni dalla prima puntata un’intera stagione di 16 episodi è andata in onda sulla stessa rete (Nbc, in Italia su Joi) e dal 4 ottobre andrà in onda la nuova annata, ed è già stata confermata per il 2019 l’undicesima stagione.
Naturalmente stesso cast, stessa storia. Che continua. Più attuale che mai: si capisce meglio oggi quanto Will & Grace fosse avanti coi tempi. Perfino l’allora vice presidente (di Obama) Joe Biden aveva esaltato nel 2002 la virtù pionieristica della serie nei riguardi della comunità Lgbt, e il suo essere un’apripista per l’approvazione delle coppie di fatto e matrimoni dello stesso sesso: “Penso che Will & Grace stia contribuendo all’educazione degli americani su certi temi molto più che università, politici, esperti” aveva allora dichiarato.
Will & Grace è stata una delle sole tre serie tv ad aver vinto un Emmy per ogni singolo membro del cast principale, insieme a All in the family (1971) e Golden girls (1985) – tutti show che non a caso presentavano regolarmente un cast di quattro attori. Tornano accanto a Messing e McCormack Sean Hayes, il grande amico gay sempre alla ricerca di identità e Megan Mullally, la ricca salottiera capricciosa ma dal cuore d’oro. Il successo della serie è stato così duraturo e soprattutto influente nel modo di parlare di omosessualità e pari diritti sulla televisione mainstream, che il Museo nazionale di storia americana dello Smithsonian, a Washington, ha una mostra di memorabilia dal programma, come parte di documentazione della storia americana del movimento Lgbt. Il revival cancella del tutto gli eventi accaduti nell’episodio finale della stagione 8 (2006), in cui Will e Grace litigano e ognuno va per la propria strada, per rincontrarsi poi molti anni dopo quando i loro figli frequentano la medesima università. La nona stagione, 12 anni dopo, riparte con Will e Grace ancora conviventi, ancora single e ancora senza figli pur dibattendo sui rispettivi desideri di maternità e paternità.
Chiediamo a Messing, incontrata a Los Angeles insieme a McCormack, se la nuova stagione di Will & Grace manterrà la stessa verve di programma di rottura e innovazione com’era stato nel passato, dati i cambiamenti epocali nel frattempo avvenuti al cinema e alla tv in America. “Quando iniziammo, 20 anni fa, ci premeva soprattutto intrattenere e far ridere, era una sitcom e basta,” dice Messing. “Solo in seguito è belenata l’idea e quindi l’evidenza che la serie poteva avere e stava già avendo un forte impatto sociale. Siamo stati prima contattati poi abbracciati dalla comunità Lgbt: è stato inaspettato e bellissimo. E con questo senso di soddisfazione e orgoglio è giunto il senso di responsabilità. Una grande responsabilità”.
“Nel frattempo il matrimonio gay è stato legalizzato” aggiunge McCormack. “E ora siamo arrivati a un punto che nessuno avrebbe immaginato 20 anni fa. E c’è anche la paura che col nuovo governo potremo pure tornare indietro: voglio dire, siamo andati avanti per certe cose e siamo retrocessi in altre, fatto che gli eventi socio-politici si accavallano con una furia e una velocità fino a pochi anni impensabile. Il tessuto sociale in America è quanto mai fragile e cangiante: nulla è stabile”.
Su questa instabilità, dicono i due attori storici e icone della serie, fa perno la nuova stagione di Will & Grace. “Continua a essere una sitcom, una situation comedy, e la sfida è far ridere parlando di queste tematiche pur nella consapevolezza che un certo tipo di ingenuità non esiste più – dice Messing – 20 anni si poteva giocare sull’innocente buona fede dei personaggi, del pubblico, di noi stessi: ora siamo tutti smaliziati, forse più cinici, più informati, comunque pieni di opinioni. E quando si hanno troppe opinioni non è facile ottenere la semplice risata situazionale”.
Sul tempo che passa sopra i loro personaggi Messing dice: “Ora siamo due persone di 40 anni e passa, che si stanno avvicinando ai 50, e avere relazioni sentimentali nuove è sempre più difficile, gay o meno fa lo stessso. È difficile per tutti”. Dice McCormack: “È vero, abbiamo conquistato il diritto di sposarci chi vogliamo, coppie dello stesso sesso, coppie miste, ma trovare l’amore della propria vita è comunque rimasto difficile. Perché è così complicato rispondere a domande come è lui o lei la persona con cui davvero voglio sposarmi e passare il resto della mia vita? La mia amica è davvero la mia anima gemella?”. “Ci separaremo mai?” dice Debra Messing ridendo. “La cosa bella è che dopo 12 anni la comunità gay e lesbica non si è dimenticata di noi” dice McCormack. “Siamo tornati anche perché sappiamo di avere l’appoggio della comunità Lgbt cui ora va aggiunta pure la Q, anzi, ci hanno chiesto di tornare in onda e ridere ancora tutti insieme su tematiche che ci riguardano tutti: perché anche il tema dell’adozione o della gravidanza surrogata e degli uteri in affitto sono sempre di scottante attualità”.
Silvia Bizio, Repubblica.it