(Tiziano Rapanà) È morto Carlo Vanzina. Il re della commedia all’italiana, che ci ha fatto ridere con i suoi tantissimi film, ci ha lasciato. Ha lottato contro un male che non perdona. È difficile scrivere un articolo su di lui, perché in poche ore tanto è stato detto dagli amici, colleghi, critici e via così. Avevo inizialmente pensato di ringraziarlo, per le tante emozioni che mi ha regalato. Ma chiunque l’ha fatto, compreso Matteo Salvini. Innumerevoli messaggi di gratitudine hanno invaso questa triste giornata per il mondo del cinema nostrano. Pertanto mi limito a suggerirvi di riguardare le fiction che Carlo Vanzina ha diretto. Sono tutte interessanti e ben dirette. Forse la più significativa è stata la prima, Anni ’50, che vi consiglio perché è un piccolo capolavoro di eleganza, sorretto da una tecnica registica mostruosa e da un team di attori formidabile (Ezio Greggio, il dominus della fiction, qui ha raggiunto l’apice della bravura). Non è da meno neppure la mitica Un ciclone in famiglia, che ha rappresentato il debutto alla fiction di Boldi. Mi fermo qui, non voglio sprofondare nella retorica. La notizia mi ha provocato un profondo dispiacere, perché i film di Vanzina sono stati i film della mia infanzia e adolescenza. Concludo ripercorrendo il terreno del suggerimento: date un’occhiata alle fiction di Vanzina, che sono state delle felici anomalie rispetto ad un’epoca televisiva segnata da telefilm per lo più modesti.