“Volevo che fosse come un sorso di birra. Leggero, che scivola giù senza sforzo e ti lascia con quel pensiero: ‘Eh, alla fine la vita non è così male oggi’.” Così è ‘Troppo Azzurro‘, un film che fa sentire bene, come una serata d’estate in compagnia degli amici di sempre. È il debutto cinematografico di Filippo Barbagallo, che arriva nelle sale il 9 maggio grazie a Vision Distribution. Barbagallo non solo dirige il film, ma è anche autore della sceneggiatura e interprete principale. La storia ruota attorno a Dario, un ragazzo di venticinque anni ancora legato al suo mondo adolescenziale. Vive ancora con i suoi genitori (interpretati da Valerio Mastandrea e Valeria Milillo) e continua a frequentare gli stessi amici del liceo. Ma durante un caldo agosto romano, inizia a frequentare prima Caterina (interpretata da Alice Benvenuti), una ragazza incontrata per caso, e poi Lara (interpretata da Martina Gatti), l’amore irraggiungibile di sempre. Dario si trova di fronte alla scelta di restare nella sua comfort zone o di lasciarsi finalmente andare. ‘Troppo Azzurro’ è una storia sul coraggio di fare delle scelte, di cambiare, di uscire dalla zona di comfort e affrontare il salto nel vuoto che tanto spaventa. Ma quel salto potrebbe cambiare la vita di ognuno di noi, proprio come è successo al giovane regista con questo film. Filippo Barbagallo, nato a Roma nel 1995, ha iniziato la sua carriera come assistente alla regia per film come ‘Tito e gli Alieni’ di Paola Randi e ‘Ride’ di Valerio Mastandrea (2018). Si è poi diplomato in sceneggiatura al Centro Sperimentale di Cinematografia, dove ha concepito l’idea di ‘Troppo Azzurro’. Pur potendo ispirarsi a nomi come Nanni Moretti o Gianni Di Gregorio (che ha supervisionato il progetto), Barbagallo ha deciso di seguire la sua strada, trovando la sua voce unica, e ci è riuscito.