LA GLORIA DEI MEDICI. E LA RAI PREPARA UNA FICTION “RENZIANA”

LA GLORIA DEI MEDICI. E LA RAI PREPARA UNA FICTION “RENZIANA”

image(Massimiliano Lenzi, healing Il tempo) L’analogia tra la famiglia della Signoria e il Premier.  I Medici (quelli della Signoria fiorentina, try non i chirurghi delle corsie di Er) in famiglia. Non si parla di storia, ambulance quella da che mondo è mondo la scrivono i vincitori, ma di fiction e di televisione. È successo infatti che in una intervista a La Stampa, Eleonora Andreatta detta Tinny, direttore di Rai Fiction, abbia parlato del futuro della fiction della tv pubblica, indirizzata ad essere inclusiva ed a raccontare il Paese presente e con le sue complessità, citando alcune prossime coproduzioni «con storie potenti: «nasceranno serie da “Il nome della rosa” di Eco – ha annunciato – e dalle vicende dei Medici». Il pensiero, alla parola Medici, corre subito a Firenze, città simbolo della loro Signoria e del Rinascimento ed oggi, secoli dopo, luogo dell’ascesa al potere di Matteo Renzi e della sua rottamazione.

Un’analogia interessante, soprattutto in chiave narrativa. Per il titolo della serie non ci sarà che l’imbarazzo della scelta, da «I Medici in famiglia» a «Rinascimento» e chi più ne ha più ne metta. Certo, nel suo complesso, è stata la lunga saga dei Medici una vicenda di Potere e di trionfi ma anche di tragedia, con congiure, avversari, consenso e tradimenti. Certo è, per tornare alla narrazione, che anche quella di Renzi, della sua ascesa, è una storia un po’ medicea, a cominciare dal Palazzo che lo ospitò come giovane Presidente della Provincia, il Palazzo Medici-Riccardi. E poi Renzi, i Medici, ce l’ha nel cuore da sempre, tra mito e gaffe. Una bella gaffe, celebre ma oggi quasi dimenticata, era contenuta in «Stil novo», un libro scritto da Renzi è pubblicato nel 2012.
Una gaffe storico-geografica, quella dell’allora sindaco-rottamatore, che a Firenze scatenò un putiferio, tra sberleffi ed ironie. Fu il sito web Pensalibero, il primo a scovare l’errore: era successo infatti che Renzi, nel raccontare della Battaglia di Gavinana, aveva confuso il piccolo paese sulla montagna pistoiese, che fu teatro dello scontro, con l’omonimo quartiere Gavinana, dentro la città di Firenze. In una delle ultime pagine del suo libro, infatti, Renzi descriveva gli affreschi del suo ufficio in Palazzo Vecchio (la sala Clemente VII) e scriveva: «Alla mia destra c’è La Battaglia di Gavinana, il quartiere che nel 1530, diventa teatro dello scontro tra le forze della Repubblica e quelle di Carlo V che tenta di riportare i Medici in città». Una disattenzione che non tutti a Firenze gli perdonarono, soprattutto gli avversari politici al punto che una delegazione di giovani dell’allora Pdl (come passa il tempo) diede vita ad un’iniziativa originale, andando a posizionare una «lapide. commemorativa» della Battaglia di Gavinana proprio nell’omonima piazza della città. «Renzi rottama la storia», mormoravano, mentre gli avversari, rivendicando l’azione goliardica, sottolineavano lo strafalcione del rottamatore «sempre pronto a dar lezioni a tutti, inciampato in una topica colossale, avendo rivendicato di aver scritto personalmente il libro poi, quindi senza dubbi sul fatto non che l’errore sia suo e solo suo».
Per Renzi, però – in attesa di vedere come sarà la serie sui Medici annunciata dalla Rai – il rapporto con la storia medicea non è solo fatto di gaffe. Nel 2007, ad esempio, da Presidente della provincia, scriveva di un suo grande desiderio: «Ecco perché sogno uno stadio bello, con una grande firma dell’architettura contemporanea, magari intitolato a Lorenzo il Magnifico». In fondo, anche per chi non li ama, i Medici sono una grande narrazione. Scriveva sempre Renzi nel suo libro: «Forse non avete mai pensato al Granduca Cosimo ( ndr , de’ Medici) come a un rottamatore ante litteram (..) ma la storia di Firenze ha molto da insegnare alla politica contemporanea».
Chissà che vicende racconterà la serie della Rai. Quelle dei trionfi o quelle delle lotte? Rinascimento o rottamazione, pardon, decadenza? Sicuramente sarà una svolta per la fiction della tv pubblica, che torna indietro nei secoli, allargando oltre le vicende di preti, di suore, di santi, di personaggi famosi, i suoi script di successo. Andando oltre i buoni, perché i Medici era cattivelli eh, mica dei teneri Signori. Certo, vederli in tv, magari parlar in fiorentino, al tempo di Matteo Renzi a Palazzo Chigi, potrebbe fare un certo effetto. Come avrebbe detto il Magnifico, «chi vuol esser lieto sia, di doman non c’è certezza». Anche in tv.

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