Kelly Preston, moglie di John Travolta, ricorda il figlio Jett: «Sei nei nostri cuori»

Kelly Preston, moglie di John Travolta, ricorda il figlio Jett: «Sei nei nostri cuori»

A pochi giorni da quello che sarebbe stato il suo 27esimo compleanno, una foto del primogenito della coppia, morto nel 2009, fa il giro del web. I genitori, all’epoca, ammisero che soffriva di autismo con difficoltà. Colpa di Scientology, che non concepiva che si potesse soffrire di una condizione neurologica. L’attore, però, resta fedele

Sono trascorsi dieci anni dalla morte di Jett, primogenito di John Travolta e Kelly Preston, scomparso il 2 gennaio 2009 durante una vacanza alle Bahamas. Affetto da autismo, il ragazzo, appena sedicenne, aveva battuto la testa sul bordo di una vasca da bagno, dopo una caduta provocata forse da un infarto, forse da un attacco epilettico (la dinamica non è mai stata chiarita totalmente).

Nel mese della consapevolezza mondiale sull’autismo, ma anche alla vigilia di quello che sarebbe stato il suo 27esimo compleanno, il prossimo 13 aprile, la madre lo ha ricordato via social con una foto che lo ritrae felice, insieme a lei e al marito.

«Al mio dolce amore Jett…sei nei nostri cuori per sempre. Mando amore a tutti i bellissimi bambini autistici e alle persone meravigliose che li amano», ha scritto l’attrice ed ex modella, sottolineando poi l’importanza di garantire amore e rispetto ai bambini con bisogni speciali». Da parte di John Travolta, invece, solo un commento essenziale ma pieno d’amore, che sotto il post della moglie ha pubblicato un cuore.

La coppia, oggi molto attiva sul fronte benefico proprio in nome del figlio, ha sempre preferito mantenere uno stretto riserbo sulla condizione di Jett, fatta eccezione per alcune rare aperture. Nel 2003, ad esempio, la Preston rivelò che a due anni al figlio era stata diagnosticata la sindrome di Kawasaki, una malattia associata ad un stato infiammatorio delle arterie, e negli anni successivi aveva fatto discutere per alcune dichiarazioni legate a un presunto miglioramento del ragazzo, complici alcuni rimedi di disintossicazione basati sugli insegnamenti di Scientology, di cui sia lei che Travolta sono fedeli adepti. «Eravamo ossessionati dalla pulizia. I nostri tappeti venivano lavati costantemente», aveva raccontato Travolta in un’intervista del 2001 alla Cnn.

E proprio per via di Scientology, Jett non sarebbe stato seguito in maniera adeguata. La setta, di cui fanno parte anche Tom Cruise e i suoi figli maggiori (sono di pochi giorni fa le dichiarazioni di Isabella, adottata insieme a Nicole Kidman) non ammette che possano esistere disordini neurologici, né il fatto che questi possano essere trattati farmacologicamente. Solo anni dopo i Travolta avrebbero parlato pubblicamente di autismo. La prima a farlo era stata Kelly, nel 2012, nel corso di un’intervista alla CBS. «Non credete alla maggior parte delle cose che hanno scritto. Jett era autistico, soffriva di attacchi epilettici e quando era piccolo soffriva della Sindrome di Kawasaki», tagliò corto nel corso della trasmissione The Doctor.

Travolta, invece, lo ha fatto solo di recente, lo scorso gennaio, in un’intervista a Us Weekley. «È la cosa peggiore che mi sia accaduta nella vita», aveva raccontato parlando della morte di Jett e sottolineando come la sua «Chiesa» gli fosse sempre rimasta accanto. «Scientology non ci ha mai lasciati per due anni. Non so se ce l’avrei fatta senza il loro supporto». Una fiducia incrollabile. Nonostante tutto.

Antonella Rossi, Vanity Fair

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