Il coro di polemiche contro la scelta dei vertici di Viale Mazzini che hanno dato l’ok alla messa in onda della puntata con il figlio del ‘Capo dei capi’
Bufera sulla Rai dopo la decisione di mandare in onda la puntata di Porta a Porta con l’intervista di Bruno Vespa a Riina jr. Ma, mentre i vertici di Viale Mazzini difendono la scelta di trasmettere la puntata subito dopo la mezzanotte del 6 aprile, la Commissione Parlamentare Antimafia insorge e convoca un’audizione urgente chiedendo la presenza della presidente Rai, Monica Maggioni, e del direttore generale, Antonio Campo Dell’Orto, nel pomeriggio di oggi, 7 aprile. L’intervista di Bruno Vespa a Salvo Riina ha indignato i politici, la sorella di Falcone e il fratello di Borsellino che si sono uniti al coro di polemiche contro Porta a Porta e la Rai.
La puntata del 6 aprile di Porta a Porta ha sollevato una polemica sulla Rai e su Bruno Vespa per l’intervista a Salvo Riina, figlio del ‘Capo dei capi’, Salvatore. In occasione dell’uscita del libro, ‘Ho rispetto per i morti’, il conduttore di Rai 1 ha voluto incontrare Riina jr discutendo insieme a lui dei rapporti con il padre – ‘Amo mio padre, non sono io a doverlo giudicare’ – del concetto di mafia e dell’attentato di Capaci. Nonostante le polemiche che hanno anticipato la messa in onda della puntata di Porta a Porta, la Rai ha dato l’ok a Bruno Vespa per l’intervista a Salvo Riina giustificando il tutto come diritto di informazione: ‘Si tratta in particolare di un’intervista nella quale Bruno Vespa incalza il figlio di Totò Riina, già condannato per mafia, senza fare sconti al suo rapporto di rispetto verso il padre nonostante gli atroci delitti commessi.
Quello del figlio di Riina è un punto di vista sconcertante ma che si è ritenuto di portare a conoscenza dell’opinione pubblica perché sintomatico di una mentalità da “famiglia mafiosa” che è compito della cronaca registrare’.
L’intervista di Bruno Vespa a Salvo Riina è stata seguita da un dibattito cui hanno partecipato il figlio di Rosario Schifani, agente di scorta di Giovanni Falcone morto nell’attentato di Capaci del maggio del ’92, il giornalista del Corriere della sera Felice Cavallaro, esperto di vicende di mafia, l’avvocato Luigi Li Gotti, storico avvocato di celebri pentiti, e Dario Riccobono, presidente dell’associazione Addiopizzo. Ma tutto ciò non è bastato a ‘preservare’ la Rai dalle polemiche nate prima e dopo la messa in onda della puntata di Porta a Porta e le affermazioni di Salvo Riina hanno solo acuito le proteste. Al coro di politici che si sono scagliati contro la Rai, si è aggiunta la voce di Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni, che ha commentato: “Da 24 anni mi impegno per portare ai ragazzi di tutta Italia i valori di legalità e giustizia per i quali mio fratello ha affrontato l’estremo sacrificio ed è indegna questa presenza in una emittente che dovrebbe fare servizio pubblico”. Altrettanto critico Salvatore Borsellino, fratello di Paolo: “E’ vergognoso che il servizio pubblico della Rai dia spazio a queste persone, così come è vergognoso che ci siano editori che fanno raccontare a questi personaggi un cumulo di falsità dove dipingono il padre come il più tenero dei padri e invece sappiamo tutti di cosa si tratta: si tratta di un assassino. Spererei che gli italiani questa sera spengano la televisione”.
In risposta alle polemiche sorte in seguito all’intervista di Vespa a Riina jr, la Rai ha annunciato che, la puntata del 7 aprile di Porta a Porta, offrirà un punto di vista contrapposto a quello offerto da Salvo Riina e sarà incentrata sulla ‘lotta contro la criminalità e a chi alle battaglie contro le mafie ha dedicato la propria esistenza anche a costo della vita’. Inoltre la Rai continua a difendere la scelta della messa in onda della puntata sottolineando che ‘nella sua missione di servizio pubblico la Rai si sente investita di una grande responsabilità nel far crescere e rafforzare il senso civico del Paese e la sua consapevolezza nei confronti del rispetto della legalità e della lotta contro la criminalità. Solo attraverso l’informazione e la conoscenza, anche nei suoi aspetti più discutibili, un fenomeno così pervasivo potrà essere combattuto e sconfitto. Ricordare come esempi le storie di tutti coloro che hanno dato la vita per difendere il valore della legalità è e sarà sempre la stella polare del suo impegno: la Rai non è e non sarà mai il luogo in cui le mafie e tutte le sue espressioni potranno trovare cittadinanza’.
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