Una web-serie, uno spettacolo teatrale e ora un libro che racconti l’universo femminile (Insopportabilmente donna, dall’8 marzo per Sperling & Kupfer), la 35enne non si ferma, e non fa sconti nemmeno a se stessa: «Ha ragione chi ha detto che in Lol 2 sono stata una presenza di contorno. Io per prima ho provato a cercarmi, senza però trovarmi»
Tess Masazza ride: una risata chiara, a tratti imbarazzata. «Ha ragione chi ha detto che in Lol – Chi ride è fuori sono stata una presenza di contorno. Io per prima ho provato a cercarmi, senza però trovarmi», ammette, con il candore dato dall’umiltà. Da una consapevolezza ingombrante, di quelle dalle quali, spesso, è fagocitato chiunque si trovi ad essere giudice severo di se stesso. «Io sono così, una secchiona. Sono molto rigida, precisa. Sono insicura, paranoica, maldestra». E l’elenco, nelle parole di Tess Masazza, continua, componendo, fitto, la personalità di una fra le donne che il pubblico social ha imparato a conoscere meglio. Tess, gli occhi azzurri, occhi che raccontano di una mescolanza di culture e origini – Francia, Madagascar, Italia e Stati Uniti –, ha cominciato a raccontarsi otto anni fa. Per caso, per un’idea nata nel mezzo di quello che chiama «bisticcio». «L’ho raccontato tante volte, litigavo con mia madre e, ad un certo punto, mi ha detto: “Tess, sei davvero insopportabile. Devo filmarti così che tu possa rendertene conto”. “Mamma, questa è una grande idea”, le ho risposto, e di lì è nata Insopportabilmente donna», una web-serie arrivata a teatro, poi all’editoria.
Il suo primo libro,Insopportabilmente donna(Sperling & Kupfer 2022, pp. 240, euro 17,90), esce martedì 8 marzo. Perché trasformare in un racconto su carta una serie nata per il web?
«Ho sempre avuto una grande passione per la scrittura. A pensarci, ho sempre scritto, sin da bambina. Prima, in francese. Poi, in italiano. L’intera serie, credo sia nata dalla mia necessità di esprimermi. Così, quando mi hanno chiesto di scrivere un libro, sono stata entusiasta di accettare».
Le è stato chiesto, quindi?
«È successo qualcosa di simile a quel che è accaduto con il teatro. Allora, mi è stato chiesto di portare Insopportabilmente donna in scena. Anziché pensare a degli sketch o ad un one-woman show, che è un mondo ad oggi distante dal mio sentire, ho avanzato una proposta a me cara: scrivere una commedia romantica, che fosse ironica e, a tratti, esasperata. Con il libro, è andata allo stesso modo. Avevo tante storie nella mia testa. Ne ho scelta una che non è quella del teatro, ma porta le sue stesse sfumature: l’amore, l’amicizia, una personalità a tratti paranoica, ansiosa, maldestra».
Quella di una donna lasciata dal fidanzato.
«Mi spaventava l’idea di raccontare questa storia. Mi spaventava l’idea di scrivere. Ho un modo tutto mio, molto visivo di scrivere. Non sapevo cosa ne sarebbe uscito. Ho scoperto, invece, una mia leggerezza, nel comporre questo romanzo. Scrivevo di notte, senza un perché, e ogni notte mentre scrivevo mi perdevo, proiettata in un altro mondo».
Un binge-watching letterario, insomma. Ha già pensato a fare di tutto questo una serie tv?
«Ci sono state delle conversazioni, diciamo così. Secondo me, questo libro si presterebbe bene allo scopo».
Avrà mai un seguito?
«Mi piacerebbe. È un’idea che mi stimola molto, quella di dare un altro capitolo a questa mia storia. Il finale, senza voler spoilerare troppo, è aperto. Non apertissimo. Dà una sua soddisfazione, perché io, da spettatrice e lettrice, non li sopporto i finali appesi. Diciamo, però, che si presterebbe ad un altro racconto».
Lei ha cominciato a fare Insopportabilmente donna otto anni fa. Com’è cambiato da allora il suo personaggio?
«Non direi che è cambiato. Piuttosto, è cresciuto insieme a me. Ho iniziato con questo format che avevo 27 anni. Tra poco, ne compio 35. Sono una donna diversa, ho una consapevolezza più marcata delle mie fragilità, delle mie insicurezze. Questa nuova e più profonda comprensione di me mi ha portato a gestire meglio ogni mia sfumatura. Un tempo, ero più esplosiva, e perciò più immatura».
Il mondo femminile, poi, ha subito una vera e propria rivoluzione, in epoca recente.
«Un tempo, non si parlava granché della questione femminile. C’erano temi tabù, scarsa voglia di conoscere, di comprendere e cambiare certi meccanismi. E questo vale per macro-temi politici e sociali e per micro-temi, per la comicità femminile, ad esempio».
Cosa vuol dire?
«La comicità è cambiata. Pian piano, si è tinta di rosa, cosa, questa, che mi ha stimolata sempre più. Io non mi ritengo una comica. Direi, piuttosto, che sono una comedian, scrivo e recito la commedia. Ma ci sono donne, all’interno del comparto comico, che hanno saputo riscrivere le regole di genere, imponendosi come icone in un mondo che è sempre stato prettamente maschile. Virginia Raffaele ne è un esempio lampante, la venero e sono stata felicissima di trovarla a Lol».
Quanto è stato difficile per lei trovare una sua dimensione in questo mondo?
«Avere un canale gestito da me mi ha facilitata, mi ha dato la libertà di fare quello che mi sentivo di fare. In un certo modo, si può dire io mi sia autoprotetta. Sono molto ossessionata dalle donne e dal mondo delle donne e aver avuto occasione di raccontarlo è stato un privilegio».
Da dove nasce questa sua ossessione per le donne?
«Dall’empatia, credo. Parlando con altre donne, con le mie amiche, con mia madre, con persone più grandi o più piccole, ho sempre trovato conforto, mi sono sempre riconosciuta nelle loro parole, le ho comprese e usate per conoscermi più a fondo. Mi hanno sempre aiutata a non sentirmi la sola, le altre donne. Mi hanno portata ad immedesimarmi in tutto ciò che le riguardava. Perciò, ho sempre fatto gruppo. Sono molto girl power, io».
Eppure, si dice che le donne con le altre donne siano una sottospecie di arpia.
«Credo ci sia di tutto nel mondo, ma, per mia esperienza, le donne sono sempre state fonte e origine della mia forza. E sono contenta di aver visto altre donne, estranee, fare gruppo sotto ai miei video. Grazie ai commenti, sono nate amicizie, rapporti».
Un lato tenero del web che, conLol, non è stato tanto tenero. Come ha vissuto le critiche di chi l’ha ritenuta «inutile»?
«La premessa è che io sono una persona estremamente sensibile. Non posso, quindi, dire che non mi ha fatto male tutto questo. Le critiche sono dolorose, e lo sono di più quando sono fondate. C’è modo e modo di dire le cose, ma chi ha detto che ero poco presente ha avuto ragione. Lo sono stata. Ero davvero presa dall’ansia da prestazione. Prima, l’ammonizione. Poi, il palloncino che scoppia».
Il palloncino sembrava fatto apposta, però.
«No, zero. Avevo speso ore a fare le prove, a gonfiarlo. Non era previsto che esplodesse. Poi, mi sono ritrovata fra mostri sacri: Virginia Raffaele, Corrado Guzzanti, il Mago Forrest. Ho fatto, e sempre faccio fatica a gestire le emozioni, sono andata nel panico. Se, per assurdo, avessi fatto un video Tess-Lol, lo avrei fatto così, perché so di essere così. Se un giorno incontrassi Ryan Gosling, non riuscirei ad aprire bocca. Perdo il controllo del mio corpo, mi irrigidisco, quando mi emoziono».
Ryan Gosling, nella web serie diInsopportabilmente donna, è il suo fidanzato immaginario. Ha mai pensato di inserire personaggi reali all’interno del format?
«Sul web, è difficile, ma con il libro e il teatro sto cercando di farlo. Amiche, uomini, c’è spazio per altri».
Riti depilatori, amori che vanno e amori che vengono, amicizie, spesa, pianti, rabbia. Cosa le è rimasto ancora da raccontare dell’universo femminile?
«Tanto, tantissimo. Io prendo ispirazione da quel che vedo e vivo. Mi fa ridere, ci costruisco sopra. Sono cose leggere, non voglio provocare né affrontare tematiche delicate. Insopportabilmente donna è un ritratto della quotidianità.
#MeToo, #Timesup e pay gap sono fra gli argomenti più caldi, se si parla di questione femminile in Occidente. Perché non trattarli, questi e altri?
«Ci ho pensato. Si tratta di trovare il modo giusto. Io non mi sento un portavoce dell’universo femminile, ma una donna fra tante. Adesso che sono cresciuta mi sento più pronta a fare da tramite, a raccontare certe tematiche. Non con Insopportabilmente donna, però».
Se social, potrebbe farlo con qualcuna delle influencer a lei più care: Giulia Valentina, Paola Turani, Cami Hawke.
«Con Giulia Valentina ne parliamo spesso. Anche lei sente di voler fare qualcosa e, a periodi alterni, l’idea di un formato tutto nostro in cui discutere tematiche che ci stiano a cuore torna».
Salotto rosa a parte, cosa farà nell’immediato futuro?
«Io vivo di stimoli. Se potessi scegliere io, farei un film o una serie tv. Poi, terrei con me il teatro e l’editoria, mondi che non conoscevo bene ma mi hanno appassionata. Sicuramente, non farei niente che c’entri con la cucina, perché non sono in grado. Ci provo, ma non mi riesce».
A MasterChef Celebrity direbbe di no, quindi?
«Assolutamente no. Farei un’altra figuraccia, altrimenti».
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