La Sicilia fa da apripista sul tema del ritorno in Grecia dei reperti del tempio
È il piede di una Dea, Peitho o Artemide, con i meravigliosi drappeggi della sua veste quello raffigurato nel frammento del fregio del Partenone che dalla Sicilia torna in Grecia grazie a un accordo culturale di straordinaria importanza internazionale.
Si tratta del Reperto Fagan, attualmente nel Museo archeologico regionale A. Salinas di Palermo che arriverà ad Atene. In cambio, da Atene arriveranno a Palermo due importantissimi reperti delle collezioni del Museo dell’Acropoli: una statua acefala di Atena, databile alla fine del V secolo a.C., e un’anfora geometrica della prima metà dell’VIII secolo a.C.
Il frammento appartiene a una figura panneggiata del fregio orientale del Partenone che decorava per circa 160 metri ‘esterno della cella e rappresentava i partecipanti alla processione delle Panatenee, dedicata ad Atena Parthenos: un corteo di cavalieri seguiti anziani, musici e portatori di offerte che convergono sul lato orientale dove è rappresentata l’offerta del peplo alla dea alla presenza di un’assemblea di divinità, tra cui Artemide appunto cui apparterrebbe proprio il frammento del piede.
La Sicilia fa dunque da apripista sul tema del ritorno in Grecia dei reperti del Partenone, dando il proprio contributo determinante al dibattito in corso da tempo a livello mondiale.
“Il ritorno ad Atene di questo importante reperto del Partenone – sottolinea l’Assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – va nella direzione della costruzione di un’Europa della Cultura che affonda le proprie radici nella nostra storia e nella nostra identità: quell’Europa dei popoli che ci vede profondamente uniti alla Grecia, in quanto entrambi portatori di valori antichi e universali. E del resto, le molteplici e pregnanti testimonianze della cultura greca presenti in Sicilia sono la conferma di un legame antico e profondo. Grazie al governo Musumeci, la Sicilia torna al centro di una dimensione mediterranea, in cui il futuro comune passa per il dialogo e le relazioni con i Paesi che si affacciano sul ‘Mare nostrum'”.
L’accordo prevede che per un periodo di 4 anni, rinnovabile una sola volta, il Salinas trasferisca al Museo dell’Acropoli di Atene il frammento appartenente al Partenone, attualmente conservato a Palermo perché parte della collezione archeologica del console inglese Robert Fagan, acquistata dalla Regia Università di Palermo nel 1820. In cambio, da Atene arriveranno a Palermo due importantissimi reperti delle collezioni del Museo dell’Acropoli, ciascuno per un periodo di quattro anni: la statua di Atena e l’anfora.
La volontà della Sicilia, in realtà, è quella di un ritorno in Grecia a tempo indeterminato del reperto. A questo proposito, la Regione Siciliana, oltre a promuovere l’accordo di valorizzazione reciproca fra le due realtà museali, ha chiesto al ministero della Cultura della Repubblica Italiana un percorso che porti al felice esito di questa possibilità: la pratica è stata incardinata ed è attualmente in discussione in seno al ‘Comitato per il recupero e la restituzione dei Beni Culturali istituito presso il ministero.
L’accordo giunge a poco più di tre mesi di distanza dalla Decisione del 29 settembre 2021 con cui la Commissione Intergovernativa dell’Unesco per la Promozione della Restituzione dei Beni Culturali ai Paesi d’Origine (ICPRCP) ha richiamato “il Regno Unito affinché riconsideri la sua posizione e proceda in un dialogo in buona fede con la Grecia” che fin dal 1984 ha richiesto la restituzione delle sculture del Partenone, tuttora conservate presso il British Museum di Londra.
Il ‘Reperto Fagan’ si chiama così perché fu acquistato nel XIX secolo ad Atene dal console inglese Robert Fagan e alla morte di questi fu lasciato in eredità alla moglie che, successivamente, lo vendette tra il 1818 e 1820 al Regio Museo dell’Università di Palermo, di cui il Museo archeologico regionale ‘Antonino Salinas’ è l’odierno epigono.
Non è la prima volta che si avvia un dialogo tra Italia e Grecia sul reperto. Già in passato si sono avute interlocuzioni volte al ritorno ad Atene del frammento del fregio del Partenone e in particolare tra il 2002 e il 2003, in occasione della visita di Stato in Grecia del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e in vista della realizzazione delle Olimpiadi ad Atene del 2004, fu aperto il dibattito sulla ‘restituzione’ del manufatto.
Anche nel 2008, in occasione dell’inaugurazione del Nuovo Museo dell’Acropoli di Atene, si ripresero le trattative tra il ministero ellenico della Cultura e il ministero italiano dei Beni Culturali, attraverso la mediazione dell’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che si era detto favorevole al ritorno del frammento in Grecia, ma anche in quell’occasione si raggiunse solo il risultato di prestare il frammento del Partenone ad Atene per un anno e mezzo, dal settembre 2008 al marzo 2010.
Dopo il suo ritorno in Sicilia, non si parlò più della vicenda della riconsegna permanente del reperto, se non riservatamente fra gli addetti ai lavori. Per questa ragione l’accordo sottoscritto tra i due musei vuole oggi dimostrare concretamente la volontà della Sicilia di procedere sulla strada intrapresa, favorendo il definitivo ritorno ad Atene del frammento del fregio partenonico, e suggellare la stretta collaborazione culturale tra due prestigiose istituzioni museali, entrambe di lunga ed antica tradizione.