Grande Fratello Vip 2021: perché Katia Ricciarelli dovrebbe uscire dalla Casa

Grande Fratello Vip 2021: perché Katia Ricciarelli dovrebbe uscire dalla Casa

L’infelice uscita della Ricciarelli che dice a Lulù Selassiè di «andare a scuola al suo Paese» non è che l’ennesima prova di un comportamento che la produzione non può più permettersi di ignorare

In un mondo giusto, tutti gli espulsi delle precedenti edizioni del Grande Fratello Vip dovrebbero unire le loro forze e chiedere alla produzione com’è che Katia Ricciarelli sia ancora dentro la Casa e perché non abbia ricevuto un richiamo, un’ammonizione, qualsiasi cosa che le facesse capire di aver superato il limite più di una volta. La linea della tolleranza dettata quest’anno da Alfonso Signorini, che ha spiegato di volere un programma «meno bacchettone» che consentisse ai concorrenti di dire quello che vogliono in favore della libertà di pensiero, è, come ha spiegato anche Renato Franco sul Corriere, un controsenso, visto che a contare, in questo caso, non è il bavaglio all’arbitrio individuale, ma il contesto, ossia un programma in diretta visto da milioni di persone verso le quali non può non esserci una responsabilità sia da parte della produzione che della rete. Katia Ricciarelli, nei suoi quattro mesi di permanenza all’interno della Casa, si è lasciata andare a battute infelicissime segnalate dai social, ma ignorate in diretta.

Ha detto che Alex Belli «sembra un po’ ric**ione»; ha detto alle tre Principesse che «sembrano tre paralitiche» davanti a Manuel Bortuzzo in sedia a rotelle; ha chiesto se Biagio Anelli «è normale o è gay» e, non per ultimo, ha detto a Lulù Selassiè di «andare a scuola al tuo Paese» anche se Lulù Selassiè è italiana come lei. Cosa, però, che non le ha impedito di etichettarla come «scimmia», suscitando lo sdegno degli spettatori che proprio non capiscono perché due anni fa si faceva notare qualsiasi intemperanza dei concorrenti e quest’anno si soprassieda lasciando che messaggi razzisti e omofobi scorrano in diretta come se fossero giusti e plausibili. Non siamo nati ieri: sappiamo che Katia Ricciatelli è stata chiamata al Grande Fratello Vip in quanto portatrice di dinamiche così come Soleil Sorge. E, proprio per questo, sappiamo che la produzione sta facendo di tutto per trattenerle all’interno della Casa proteggendole dalle nomination e dagli scandali perché sanno che, senza di loro, sarà difficile tirare fino a marzo, quando il reality finirà.

Tuttavia, c’è un limite a tutto: Katia Ricciarelli si è spinta troppo oltre, ha detto cose di un retaggio culturale che non fa onore né a lei né a una generazione che sta crescendo e sta imparando ad adeguarsi ai tempi di oggi, ed è oltremodo folle che nessuno l’abbia redarguita, invitandola o ad abbassare i toni o ad andarsene. Al Grande Fratello Vip, d’altronde, un tempo si espelleva per molto meno: come abbiamo già avuto modo di scrivere in un’altra occasione, le parole hanno un peso, possono diventare, come ha detto una volta Camilleri, delle pietre acuminate capaci di ferire più di un manganello. Forse, per un momento, dovremmo metterci nei panni di Lulù, una ragazza bistrattata dai coinquilini e dal conduttore che si è sentita chiamare «scimmia» senza che nessuno intervenisse per difenderla; dovremmo pensare ai tanti ragazzi di seconda generazione e ai tanti stranieri che risiedono nel nostro Paese che guardano la televisione per distrarsi o perfezionare la lingua e si trovano il razzismo promosso in prima serata; e dovremmo chiedere a Signorini se gli ascolti e i contratti sono più importanti della tolleranza.

VanityFair.it

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