5 COSE CHE (FORSE) NON SAI SU GOMORRA, LA SERIE

5 COSE CHE (FORSE) NON SAI SU GOMORRA, LA SERIE

gomorra-le-serie(Panorama) Dopo il successo su Sky, drugstore la serie ispirata al best seller di Saviano arriva su Rai 3. Anticipata da curiosità, polemiche e… un’inchiesta.

Gomorra su Rai 3

Sabato 10 gennaio Gomorra, la serie approda sulla tv in chiaro: in principio prevista su La7 (che è tra i produttori), andrà invece in onda su Rai 3, in seconda serata, subito dopo Che tempo che fa.

Dovremo invece attendere per vedere la seconda stagione, le cui riprese non sono ancora iniziate: Gomorra 2 arriverà in tv non prima di fine anno, se non nel 2016.

Meglio la serie, il film o il libro?

Per chi ancora non lo sapesse, la serie prende le mosse dall’omonimo libro di Roberto Saviano, senza però esserne la mera riduzione televisiva. Ne descrive con una certa dovizia di particolari i luoghi (Scampia, soprattutto), tenta di approfondire le psicologie dei camorristi e fornisce una trama seriale alla guerra di Camorra, raccontata dallo stesso Saviano. Ma il libro è tutta un’altra storia. Secondo il critico Aldo Grasso: “Nelle prime due puntate di Gomorra. La serie si è ripetuto quello strano e coinvolgente fenomeno già verificatosi in «Romanzo criminale»: il film è meglio del libro, la serie è meglio del libro e del film. Come se la materia subisse un lento lavoro di affinamento in una barrique mediatica”.

Il figlio di Sandokan

Il regista e capo-progetto della serie è Stefano Sollima, che in alcuni episodi ha lasciato campo libero ad altri registi comeFrancesca Comencini. Sollima è reduce dal successo della versione tv di Romanzo Criminale. Ed è figlio d’arte: suo padre Sergio è stato il regista del Sandokan televisivo con Kabir Bedi.

Maradona contro Saviano

Com’era prevedibile, anche la versione tv di Gomorra ha diviso il pubblico: da una parte fans entusiasti, dall’altra i critici. Tra questi il nome che fa più rumore è quello di Diego Armando Maradona, paladino a vita dell’orgoglio napoletano a cui in un’intervista rilasciata al Mattino, ha risposto lo stesso Saviano: «Maradona conosceva i Giuliano di Forcella e forse non capirà la contemporaneità del fenomeno. Del resto credo che sia mal consigliato e male aggiornato. Resta un simbolo, il mio mito da bambino. Sul resto, meglio glissare…».

Il giro del mondo

Avere Sky come produttore ha detto bene a Gomorra: è stata venduta a più di 40 paesi, caso più unico che raro nel panorama delle produzioni tv italiane, ottenendo una buona accoglienza quasi ovunque. In Gran Bretagna il Guardian ha scritto «Gomorrah non è distante dalla Baltimora del superlativo The Wire  o dalla Brooklyn di Quei bravi ragazzi di Scorsese», mentre il Daily Telegraph ha sottolineato l’iperrealismo di Gomorrah precisando che  «Per quanti pensano all’Italia e al suo romanticismo, questo è un altro effervescente antidoto». In Germania per tutti parla il titolo di Der Spiegel: «Dimenticate i Sopranos, ecco i Savastanos».

L’inchiesta di Panorama

Unica nota stonata, per ora, il fatto che alcune scene di Gomorra siano state girate nella casa di un vero boss, Francesco Gallo, arrestato dai carabinieri per associazione mafiosa. “In galera – ha scritto Simone De Meo su Panorama – sono finiti il padrino Francesco Gallo e i genitori Raffaele e Annunziata De Simone, accusati di aver costretto la società di produzione “Cattleya” a pagare una tangente di 6mila euro per non avere problemi durante le riprese della pellicola, tratta dal bestseller di Roberto Saviano, nella villa di un boss sottoposta a sequestro”. Qui l’inchiesta di Panorama che spiega per filo e per segno tutta la (brutta) vicenda.

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