(di Tiziano Rapanà) Un’atmosfera gioiosa ha colorato l’ultima edizione del Vertical Movie Festival, che si è tenuto venerdì sera alla Casa del Cinema di Roma. Cinefili, curiosi, professionisti dello spettacolo hanno affollato la sala Cinecittà per assistere al gran finale. I tanti giovani presenti hanno applaudito alle opere del cinema verticale, che si sono distinte per originalità. Ho avuto il piacere di sbirciare i preparativi della serata, qualche ora prima. Ed era sbalorditivo vedere Salvatore Marino allestire personalmente la scena, sistemare lo schermo e tutti gli aggeggi vari. È un praticone nel più nobile senso della parola: si sporca le mani, non ha la puzza sotto il naso e se c’è da fare qualche lavoro da fabbro o da falegname non si tira indietro. I sorrisi degli ospiti all’ingresso della Casa del Cinema non sono riusciti a nascondere la difficoltà nel trovare parcheggio nei pressi di Villa Borghese: questa è una vecchia storia che i romani, purtroppo, conoscono bene; di solito i bestemmioni non si sprecano. Il pre-serata (ovvero quel benefico rumoreggiare che si sente nell’entrare in sala) è stato condito da tante chiacchiere sull’arte: avventori che discutono dell’ultimo film di Paola Cortellesi o i futuri premiati che raccontano la loro opera.
Ho ascoltato una piacevole discussione tra Dario Salvatori e il compositore Fabrizio Fornaci sui Marc 4 (quelli di Mah-nà mah-nà), poi mi ci sono infilato ed improvvisamente abbiamo preso a parlare degli Shampoo, il gruppo che rifaceva i Beatles in napoletano. Poi, luci spente per dare inizio all’evento. Alex Elton e Sofia Ravello hanno splendidamente condotto la serata, intervallata da momenti culturali significativi (la presentazione del collettivo Snuff Art Project) e da attimi di puro cazzeggiamento (i comici Andrea D’Andreagiovanni e Simone Gallo sono arrivati a spogliarsi in sala al culmine di un simpatico sketch). Ho molto apprezzato l’intervento di Cinzia Mascoli, presidente di Artisti7607, che ha ribadito l’importanza dell’adeguata retribuzione degli artisti. Era presente tutta la giuria composta dalla sceneggiatrice Silvia Scola e tra gli altri anche da Roberta Lista e dal produttore Simone Fordham. I vincitori sono stati premiati da: Roberto Nepote, Silvia Scola, Fabrizio Fornaci, dalla regista e videomaker Dalilù, da Dario Salvatori, da Maria Scuotto, da Jonis Bascir, da Andrea Marrari, con l’ausilio di Morgana Nuccio, Giulia Dhir, il direttore di palco Claudio David, Vittorio Montella, Vincenzo Giordano e Gianluca Croce.
A proposito di premi, questa è la lista dei vincitori (tutte opere particolarmente originali, lontane dall’ordinaria lessicale tipica dei film che vediamo tutti i giorni).
- Miglior film: “La Courbe de tes yeux” di Federico Ajello (Italia); migliore regia: Emanuele Matera per “Abordo” (Italia);
- migliore fotografia: Carlos Vazquez per “3EMW” (Messico);
- miglior soggetto: Giuseppe Tuccillo e Antonio Caputo per “3” (Italia);
- migliore sceneggiatura: Matej Rimanić per “Love in plane sight” (Italia);
- migliore montaggio: “Momok” di Fauzan Al Habibie (Indonesia);
- migliore colonna sonora originale: Chiara Fulgoni per “Flowered” di Bruna Pias (Regno Unito);
- migliore video clip musicale: “Run and Run” di Lyrical School (Corea).
A fine serata, tutti sono andati ad omaggiare Salvatore Marino. Alcuni felici della selezione di corti appena vista, altri grati per il ritorno alla satira politica con Dagospia ed il mitico Dago-Tg. La serata è passata in un lampo, con la consapevolezza che c’è ancora spazio per la vera divulgazione culturale in Italia. Sipario!