Con un intenso monologo a «Ballando con le stelle», arrivato sabato prima della prova speciale basata su un aneddoto personale dei concorrenti, Morgan è tornato a parlare della morte del papà, rievocando anche come era lui da bambino: «Nella mia vita è capitato un dramma, mio padre si è tolto la vita per la depressione. L’ho perdonato, ma non quando avevo 15 anni. Ho dovuto attraversare il lutto, per un padre che era buono. Era affettuoso, era quasi un “mammo” per me. C’è stata la musica, che mio padre amava. Ma ha lasciato me e mia sorella in una tristezza che non meritavamo. Eravamo bellissimi», ha detto il cantautore, trattenendo a fatica le lacrime. Morgan ha ricordato anche come la passione per la musica gli sia venuta incontro fin dalla tenera età: «Da subito mia madre ha capito che quando c’era la musica mi ipnotizzavo. Poteva parcheggiarmi ovunque, io con la musica stavo nel mio mondo. Il mondo dei bambini che amano giocare, che poi si trovano in un mondo pieno di regole, in un mondo sempre uguale. Io sentivo che il mio mondo era diverso, un mondo diverso da quello che mi si era offerto e allora mi sono costruito un mondo di musica». E ha continuato: «Il mondo di oggi è diverso per me, anche per le mazzate che ho preso. Stare al mondo è un casino, ma la musica in fondo è una grande metafora della vita. Nel mondo in cui viviamo c’è molta anafettività. La musica non cura, la musica è normale».
Corriere.it