Julia Ormond, l’attrice britannica nota per i film Vento di passioni, Il primo cavaliere e Sabrina, ha fatto causa ad Harvey Weinstein per una presunta violenza sessuale che sarebbe avvenuta dopo una cena di lavoro nel 1995. L’attrice ha citato in giudizio anche l’agenzia di talenti Creative Artists Agency e le case di produzione Disney e Miramax, che non avrebbero supervisionato i fatti. Come riportato da Variety, nella giornata di mercoledì Ormond ha intentato la causa presso la Corte Suprema di New York in base all’Adult Survivors Act, la legge approvata nel 2022 sulla scia del movimento #MeToo che ha concesso agli adulti sopravvissuti a violenze sessuali una finestra di un anno per sporgere denuncia contro i loro assalitori, indipendentemente dal momento in cui si sono verificate le violenze. Secondo l’accusa, dopo la cena Weinstein avrebbe insistito per discutere di progetti di lavoro nell’appartamento dell’attrice. Là l’ex produttore cinematografico si sarebbe poi spogliato e avrebbe costretto Ormond a praticare sesso orale. Secondo i documenti legali gli agenti dell’epoca dell’attrice, Bryan Lourd e Kevin Huvane (che nelle carte processuali non sono tuttavia indicati personalmente come imputati), avrebbero stipulato un accordo con la casa di produzione Miramax, fondata dallo stesso Weinstein, nonostante fossero a conoscenza della propensione del produttore “per comportamenti sessualmente aggressivi e di sfruttamento, in particolare nei confronti di giovani attrici che Weinstein incontrava per motivi di lavoro”. Dopo la presunta violenza, Ormond avrebbe raccontato l’accaduto ai due agenti, che non avrebbero però “manifestato alcuna empatia” o “sorpresa”, anzi “Huvane e Lourd si sono poi concentrati sull’aggressione dal punto di vista di Weinstein chiedendo a Ormond se Weinstein avrebbe potuto credere che lei avesse acconsentito”. Secondo i documenti legali, “Lourd e Huvane hanno anche detto a Ormond che se avesse fatto qualcosa come andare alla polizia non sarebbe stata creduta, e avrebbe rischiato di far arrabbiare ulteriormente Weinstein, che avrebbe potuto essere ancora più punitivo”. L’attrice ha quindi accusato sia la CAA di negligenza e di violazione degli obblighi fiduciari, sia Miramax e Disney (proprietaria della casa di produzione negli anni Novanta) di supervisione negligente.
LE CONDANNE DI WEINSTEIN
Nel 2017 The New York Times e The New Yorker ha pubblicato per la prima volta le indagini sul comportamento predatorio di Weinstein, 71 anni, che nei decenni è stato accusato da più di cento donne. Attualmente l’ex produttore cinematografico sta scontando una sentenza di 23 anni di prigione per violenza sessuale a New York, e lo scorso febbraio è stato ulteriormente condannato ad altri 16 anni a Los Angeles. Weinstein, che sostiene tuttavia la propria innocenza, ha presentato ricorso in appello per entrambe le condanne. Ora i legali dell’ex produttore hanno negato anche tutte le accuse a lui rivolte da Ormond.
L’IMPORTANZA DI FAR SENTIRE LA PROPRIA VOCE
Ormond ha mantenuto il segreto sulla presunta violenza fino all’esplosione del movimento #MeToo, che le ha dato il coraggio di confidare tutto alla famiglia. Ora l’attrice ha scelto di parlare pubblicamente della vicenda per incoraggiare un cambiamento del sistema a Hollywood: “Sento che abbiamo bisogno di responsabilità da parte dei facilitatori, per arrivarci. Sento che questo è quello che è successo con me”. Secondo i documenti legali, infatti, nessuna società “ha avvertito Ormond che Weinstein aveva una storia di aggressioni perché era troppo importante, troppo potente, e aveva fatto fare loro troppi soldi”. L’attrice ha proseguito: “Ovviamente, Harvey Weinstein è in galera e resterà in galera per molto tempo”, ma “personalmente non credo che Harvey avrebbe potuto fare questo senza facilitatori”. Finora, anche la CAA ha negato tutte le accuse.
LE CONSEGUENZE
Secondo l’accusa, la presunta aggressione di Weinstein ha provocato alla carriera di Ormond, un tempo co-protagonista di Brad Pitt ed Anthony Hopkins in Vento di passioni e di Richard Gere e Sean Connery ne Il primo cavaliere, danni “catastrofici sia personalmente che professionalmente” e ha causato la sparizione dell’attrice “dalla sfera pubblica”. Ormond ha concluso: “Non presumo che questo sia successo perché le persone volevano che succedesse. Ma è successo, tuttavia. E non è stato fermato”.