Sono stati pessimi i risultati di Michele Santoro, mercoledì sera al suo ritorno in Rai («Italia», sul secondo canale). Il flop non mi stupisce: «Michele chi» vive ormai nel culto di se stesso, di ricordi e d’indomabili ambizioni. Perciò i suoi fastidiosi toni autocelebrativi non mi hanno stupito. Anzi, ho previsto che Santoro si inventerà qualcosa, una qualsiasi polemica politica con i dirigenti Rai, come ha sempre fatto, per provocare chiasso, uscire e continuare a scorrazzare da un network all’altro, incassando buoni contratti e nascondendo i risultati sempre più deludenti.
È stato un grande e innovativo conduttore, un attore: ora è finito, succede. Sappiamo che non è facile ritirarsi dalle lusinghe del video. Ma c’è un limite. Non so se sia un buon produttore, un imprenditore: cioè non so se gli affari gli tornino. Me lo auguro per lui, penso di sì, se è vero che sa far bene i conti.
di Cesare Lanza, Italia Oggi