(Tiziano Rapanà) I grandi sono gli unici che hanno un senso del limite. Al di là della considerazione valida per qualsiasi ambito dell’esistenza, mi soffermo velocissimamente sull’angolazione riguardante lo spettacolo, che vede i grandi (e vi risparmio la pensata iniziale della g maiuscola, che porta solo ad un eccesso della retorica e di conseguenza del cattivo gusto) sapersi fermare al momento giusto. Non tutti sanno farlo. Se penso ai giganti dello star system hollywoodiano, rammento tanti signori che non hanno avuto l’intelligenza di prendersi una pausa, di ragionare con il tempo che passa e ripensare il proprio ruolo nelle cose dell’arte e di continuare invece a riproporre i soliti film, dove questi ormai sbiaditi eroi vivono l’autolesionista convinzione di avere ancora trent’anni. Per non parlare poi degli ex-idoli esteri del passato, che offrono delle novità simili a delle brutte imitazioni del passato… insomma gli esempi sono tanti e l’angolazione dello spettacolo è decisamente ampia. E dunque mi limito a dire che Fiorello è un grande, perché si è fermato a riflettere e a capire che bisognava chiudere con Edicola Fiore. Non era più il caso di perseverare con una trasmissione che gareggiava illogicamente con la velocità frenetica della tecnologia. Non era più il caso di mandare avanti una trasmissione, che aveva perso lo spirito di cazzeggio del primo periodo, in onda su Youtube, dove il tutto veniva realizzato con uno smartphone in un’edicola alle cinque del mattino.
P.S. Scrivetemi, qualora lo desideriate, a tizianodecoder2@gmail.com