Action comedy di Levy in anteprima a Locarno e da 11/8 in sala
Un ‘npc’ cioè un “personaggio non giocante”, quelli che nei videogame vediamo sullo sfondo, in un universo parallelo calmo e ripetitivo non turbato da inseguimenti, sparatorie, apocalissi assortite intorno a loro. E’ Guy, il bancario abitudinario in camicia blu nel videogame Free City (anche nome della città al centro del gioco), ottimista e sorridente/ eroe improvvisato impersonato da Ryan Reynolds in Free Guy, L’action comedy fantasy di Shawn Levy (Una notte al museo, e, da produttore esecutivo, Stranger Things) che dopo l’anteprima in Piazza Grande al Locarno Film Festival il 10 agosto, sarà nelle sale dall’11 con distribuito da Walt Disney Company Italia.
Ad affiancare Reynolds, la sempre più in ascesa Jodie Comer (Killing Eve), qui nel doppio ruolo della programmatrice Millie e dell’avatar super action Molotovgirl, insieme fra gli altri a Taika Waititi, Joe Keery, Lil Rel Howery, e Utkarsh Ambudkar. “C’è un film che amo, Oltre il giardino, con Peter Sellers – spiega Reynolds nella conferenza stampa internazionale in streaming -. Ha costituito il primo passo per entrare nel mondo di questo personaggio. Ed è molto appagante interpretare un eroe così puro e innocente, in fondo è come un adulto di 4 anni. Trovo esaltante avere la possibilità di esplorare un mondo con occhi nuovi. E’ l’esperienza che compie Guy, filtrata dalla commedia l’ironia e un po’ di cinismo. Ho amato essere un personaggio che si stacca dallo sfondo e diventa questa persona nuova”. Nella storia il tranquillo e sereno Guy, prende coscienza di non vedere ciò che accade realmente a Free city, quando incontra la coraggiosa e affascinante Motovgirl. Uno shock che lo porta a voler ‘sistemare’ a suo modo il proprio mondo, trasformandosi in un atipico eroe. Un cambiamento che rischia di far naufragare i piani per il lancio di un nuovo iperviolento videogioco programmato dalla Soonami, la società di videogame del cinico e avido Antwan (Taika Waititi): “E’ un personaggio che mi ha molto divertito, anche perché la maggiorparte delle volte recito dei buoni – spiega sorridendo Waititi – in pratica delle versioni di mia madre. Qui è come se fossi una versione di mia madre non cresciuta”. . Levy già regista di un franchising action comedy/fantasy di successo globale come Una notte al museo, ha deciso di privilegiare negli ultimi anni il lavoro come produttore. A fargli decidere di farlo tornare alla regia di un lungometraggio è stato il poter realizzare un grande film “partendo da un’idea originale. E sempre più raro che uno studio finanzi un progetto come questo”. A proporgli la storia è stato Ryan Reynolds (anche coproduttore): “Ho letto la sceneggiatura, ho chiamato Shawn e il giorno dopo eravamo nel mio salotto a parlare di come avremmo potuto sviluppare la storia, cambiarla e renderla rilevante per il mondo che viviamo. Come ha detto lui, è difficile oggi avere il via per un blockbuster che non sia basato su una fonte preesistente, come un fumetto o un sequel. Per questo progetti come questo li devi fare il 30% meglio degli altri, sapendo che non c’è già una fanbase su cui puoi fare affidamento”. Free Guy “è come un antidoto a quello che abbiamo vissuto negli ultimi mesi – aggiunge Levy -. Il film è un omaggio alla speranza e alla necessità di mantenere un po’ di innocenza in un mondo molto cinico”. Jodie Comer ha amato l’ampio spettro della storia: E’ un’action comedy ma ci sono dentro molte emozioni diverse – spiega -. E’ stato straordinario poter interpretare due personaggi così ricchi di sfumature. La programmatrice, Millie si muove in un mondo dominato dagli uomini, simile al mio. Si oppone alle cose che non le piacciono attraverso la resilienza. Oltretutto Ryan e Shawn hanno costantemente chiesto la mia opinione su come arricchire i personaggi, ho potuto portare le mie idee” L’uscita del film è stata più volte rimandata dall’anno scorso a causa della pandemia, ma Levy ha preferito aspettare per un debutto in sala: “Oggi viviamo anche l’affascinante realtà delle piattaforme ma Free guy è nato per essere un piacere collettivo e per quanto ci si possa divertire anche guardandolo sul proprio divano, si sente molto di più l’esperienza insieme ad altre persone in una sala al buio”. C’è la possibilità di un sequel? “Abbiamo valutato delle idee, ma non puoi prevedere cosa succederà. E’ una delle cose che mi piace di più del mio lavoro”.
Ansa.it