L’amore finisce, ma la famiglia no. ‘L’amour flou’ racconta come rimanere amici e vicini

L’amore finisce, ma la famiglia no. ‘L’amour flou’ racconta come rimanere amici e vicini

Nelle sale il 29 agosto la divertente commedia firmata dagli attori francesi Romane Bohringer e Philippe Rebbot che hanno raccontato la loro storia di separazione

Immaginate di aver passato dieci anni assieme, di avere una casa, un cane e soprattutto due figli, ancora piccoli, in comune. Immaginate di capire di non amarvi più e decidere di separarvi. Di non sapere come fare perché i bambini non ne soffrano. Chissà quanti di voi ci sono passati. Immaginate però che, invece di prendere due appartamenti separati, vi lanciate in una strana avventura: costruirne uno con due ingressi, due cucine, due bagni, due camere da letto e un’unica stanza, per i piccoli, in mezzo a fare da tramite. Curioso, no? Ma soprattutto immaginate poi di farne un film. Decisamente non da tutti.Arriva nelle sale italiane il 28 agosto, dopo aver girato i festival e vinto diversi premi, L’amour flou, la divertente commedia firmata dagli attori francesi Romane Bohringer e Philippe Rebbot che hanno raccontato la loro storia di separazione, rimettendo in scena una serie di cose che sono loro capitate nella vita reale, estremizzandole, portandole verso la comicità. “Contrariamente a quello che si può pensare, Philippe e io siamo piuttosto pudici – racconta Romane – eppure l’amore, la famiglia, i bambini sono temi che riguardano tutti. Abbiamo pensato che la nostra storia intima potesse essere condivisa, ci siamo visti come eroi di una commedia sentimentale. Nel film tutto è vero ma tutto è trasformato, digerito, sublimato”. “Avevo paura dell’esibizione – confessa Philippe – Romane però mi ha convinto che tenendo unicamente la vena comica della situazione avremmo tenuto una distanza ragionevole tra il film e la nostra vita”.Ventisei giorni di riprese, suddivisi in sei mesi, quelli che sono occorsi per realizzare quell’appartamento così bizzarro e per seguire l’evolversi della loro relazione. La sceneggiatura è stata scritta mano a mano nel corso del tempo e la cosa più folle “è stata di ritrovarsi di nuovo così vicino a Philippe – dice Romane – finalmente avevamo trovato una soluzione per separarci ed eravamo costretti a frequentarci per il film ancora più di prima. Mettevamo a letto i bambini e poi ci ritrovavamo per vedere le scene del giorno dopo, per decidere che costumi avremmo messo, provare le battute. Abbiamo gettato la spugna venti volte”.Particolarmente delicate le sequenze con i figli, Rosa e Raoul. “Abbiamo fatto il possibile perché le riprese fossero vissute nel modo più leggero possibile per i bambini – dice Romane – e abbiamo fatto in modo che la loro presenza fosse parsimoniosa. Abbiamo spiegato loro che volevamo raccontare una storia divertente sul nostro appartamento strano che nostra figlia chiamava il ‘sépartement’ e loro stessi si sono inventati una scena, quella in cui io e Philippe prepariamo la cena contemporaneamente”. “Di certo non abbiamo lavorato con i nostri bambini – dice Philippe – abbiamo giocato con loro, soprattutto li abbiamo lasciati liberi, non li abbiamo forzati a fare nulla, non li abbiamo messi in scena. Se poi loro hanno capito che ci siamo separati, senza esserlo, se hanno realizzato che stavamo girando un vero film… questo onestamente non lo sappiamo”.Il film, al di là della dimensione di diario comico di una separazione senza separarsi, ha anche una dimensione sociale, quasi politica. Nel film si vede anche la giornalista e politica Clementine Autain che Philipe incontra per caso e con la quale fa un ragionamento che ha a che fare con le cifre sempre più alte di coppie che si separano e la sempre più problematica questione degli appartamenti. “Non siamo né sociologi né politici – dice Romane – ma è vero che avevamo voglia di dire qualcosa sul nostro mondo. Abbiamo girato il film durante il periodo delle elezioni in Francia, c’era un clima molto reazionario. Avevamo voglia in modo semplice anche ingenua, di dire: amiamoci, restiamo vicini, inventiamo dei nuovi legami, siamo dolci, siamo divertenti”. Per Philippe “siamo degli hippie contemporanei, post moderni. Volevamo fare un album musicale ma lo avevano già fatto Yoko Ono e John Lennon”.La reazione del pubblico è stata in generale molto buona. Romane racconta che “l’accoglienza è stata al di là delle nostre aspettative. Io ho partecipato a tutte le anteprime e gli spettatori ridevano così tanto, dovunque abbiamo portato il film la gente si è messa a raccontare la propria storia, abbiamo incontrato persone che hanno fatto la scelta di vivere un po’ così o avevano inventato altri modi simili, oppure altri che si dicevano dispiaciuti di non averci pensato. Qualcuno ci diceva: mi avete fatto venir voglia di riparlare al mio ex compagno o alla mia ex compagna. Altri che dicevano ci avete quasi fatto venir voglia di separarci per quanto si ha l’aria di star bene. Insomma in tutti i casi la sensazione forte è stata che un film sulla separazione faceva riunire. E io penso che potrebbe essere una buona idea lanciare dei nuovi programmi immobiliari sul modello del Sépartement!”.

Chiara Ugolini, repubblica.it

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