Xavier Dolan dice addio al cinema: “Non ho più la forza”

Xavier Dolan dice addio al cinema: “Non ho più la forza”

“Basta, mi ritiro dal cinema”. In un’intervista rilasciata al quotidiano spagnolo El País Xavier Dolan, 34 anni, ha confessato di voler concludere prematuramente la carriera da regista iniziata a soli 19 anni con il film di debutto J’ai tué ma mère. Da allora, l’artista canadese ha non solo girato altre sette pellicole in dieci anni, comprese le due premiate al Festival di Cannes Mommy, vincitrice del Premio della Giuria nel 2014, ed È solo la fine del mondo, vincitrice del Grand Prix Speciale della Giuria nel 2016, ma ha anche realizzato il video di Hello di Adele, che ha ottenuto due miliardi di visualizzazioni. In occasione della presentazione della miniserie The Night Logan Woke Up, attualmente in uscita solo in Canada, Francia, Giappone e Spagna, Dolan si è però domandato: “Perché nessun altro l’ha acquistata? Perché è in francese? Perché ha solo cinque episodi?”.

Dallo sconforto è scaturita una riflessione più ampia: “Non ho più la forza o la voglia di impegnarmi per due anni in progetti che nessuno vede. Ci metto tantissima passione e poi ne esco profondamente deluso. So di essere un bravo regista, ma tutto questo mi porta a credere che non sia così”. L’insoddisfazione di Dolan è dilagata non solo sul lato ideologico, perché “non capisco quale sia il senso di mettersi a raccontare storie mentre tutto il resto attorno a noi cade a pezzi. L’arte è inutile e dedicarsi al cinema una perdita di tempo”, ma anche su quello economico, perché con il nuovo lavoro “non ho guadagnato nulla, ho investito il mio compenso nella produzione e ho dovuto chiedere un prestito a mio padre. È un lavoro privo di gratificazione, sono stanco e scoraggiato. La soluzione più semplice è dirigere spot pubblicitari e costruirmi una casa”. Dopo aver letto le dichiarazioni, su Instagram i follower hanno tentato di dissuadere l’attore e regista dall’abbandonare il proposito di desistere dalla creazione di nuovi capolavori, considerati invece fonte di ispirazione per tanti giovani cineasti.

Già da bambino Dolan ha iniziato la carriera di attore negli spot pubblicitari, e all’età di otto anni ha accolto la svolta verso la regia nata dalla visione del film Titanic: “Quello è il film che mi ha fatto venire voglia di fare cinema, anche se all’epoca in realtà sono uscito dalla sala pensando che volevo scrivere una lettera a Leonardo DiCaprio”, aveva raccontato in occasione della Festa di Roma nel 2017.

“Non sarà un’opera intellettuale ma i film che mi hanno formato sono Jumanji, Lezione di piano, e oggi non mi vergogno più a dirlo”, aveva proseguito. Tra i titoli apprezzati all’epoca, Dolan aveva citato anche Chiamami Col Tuo Nome di Luca Guadagnino, opera coerente con la vicinanza percepita dal regista per le “storie sui sognatori e sui combattenti che lottano per essere quello che vogliono, la società ha un problema con quelli che cercano di essere autentici perché la loro presenza mette in luce la finzione degli altri. Tutti i miei film riguardano persone così che vogliono diventare donna se sono nati uomo, uscire da un difficile rapporto madre-figlio o cercare un posto nel mondo. I miei film saranno sempre su di loro, qualche volta riusciranno a ottenere ciò che vogliono, qualche altra no, ma la responsabilità di questo è della vita non loro che non smetteranno mai di lottare”.

Tra le ultime pellicole girate da Dolan compaiono Matthias & Maxime, racconto sulla trasformazione di un’amicizia maschile in un sentimento diverso, e La mia vita con John F. Donovan con il volto de Il Trono di Spade Kit Harington e con le attrici Susan Sarandon e Natalie Portman sul rapporto epistolare tra un ragazzino e una star scomparsa per overdose in giovanissima età. “Cosa dovremmo sapere di un artista? Cosa dovrebbe rivelare lui di sé stesso? E perché è importante per noi?”, si domanda alla fine del film il protagonista ormai cresciuto, in un quesito quasi premonitore che oggi sembra adattarsi proprio al prematuro ritiro di Dolan.

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