Virginia Raffaele debutta nel film drammatico “Denti da squalo”

Virginia Raffaele debutta nel film drammatico “Denti da squalo”

Virginia Raffaele debutta in “Denti da squalo”, nel suo primo film drammatico, che segna anche l’esordio del regista Davide Gentile. Una favola metropolitana cruda, a tratti violenta, ma anche avventurosa, spericolata, sognante e divertente, che racconta la storia di Walter, piccolo eroe in viaggio tra infanzia e adolescenza. La pellicola, al cinema dall’8 giugno, vede nel cast anche Tiziano Menichelli, Stefano Rossi Giordani, Edoardo Pesce e Claudio Santamaria.

Questa è la storia di Walter (Tiziano Menichelli) e della più incredibile estate della sua vita.
La scuola è finita, Walter è uno schivo ragazzino di tredici anni, cresciuto troppo in fretta a seguito della morte improvvisa del padre (Claudio Santamaria), che, nel suo vagare apparentemente senza meta per il litorale romano, scopre un luogo affascinante e misterioso: una villa abbandonata con una gigantesca, torbida, piscina. Ma la villa non è incustodita e inizierà per lui un viaggio indimenticabile. Tuffandosi in acqua improvvisamente si trova davanti uno squalo. Questo incredibile e straordinario incontro riaccende la sua vitalità e curiosità, dandogli uno scopo per cui lottare. Il suo destino sembra segnato dall’eredità di un padre criminale: in una realtà in cui bisogna sporcarsi le mani per ottenere rispetto e benessere, Walter combatte per la sua libertà di decidere che uomo sarà.

Così la definisce il regista, Davide Gentile, che ha lavorato sulla sceneggiatura di Valerio Cilio e Gianluca Leoncini, vincitori del Solinas (il più importante premio italiano per le sceneggiature). Scritta nel 2014 “Denti da squalo” è rimasta nel “cassetto” fin a che Gabriele Mainetti con la sua casa di produzione Goon Films non ha voluto realizzarla.


“Esistono molti film che raccontano vicende di ragazzini che, maturando, diventano uomini indipendenti, pronti a staccarsi dalla famiglia. L’aspetto che mi ha più colpito, e che per me rendeva originale, interessante e unico il copione di “Denti da squalo”, è la nobilitazione dell’infanzia. In questo film c’è sì un ragazzino che vuole crescere in fretta ma capisce anche che fare pace con il proprio passato, riavvicinandosi alla madre e risolvendo il conflitto con la figura paterna, è ciò che deve perseguire e accettare prima di diventare grande per davvero”, aggiunge Gentile.

Walter vive un’infanzia “interrotta da un trauma familiare e affronta un’adolescenza che si affaccia prepotente”. Il film segue questo giovane eroe nel suo mondo esteriore, nel suo quotidiano, mostrando stralci del suo passato e entrando in “quello spazio interiore nel quale si sta formando la sua identità, dove la figura di un padre amato, ma mai rispettato, deve “morire” un’altra volta perché Walter possa trovare il suo vero – e nuovo – sé”.

“L’orchestrazione di tutte le anime che lo compongono è stata certamente la sfida più grande da affrontare. “Denti da squalo” ha moltissimi sottogeneri cinematografici in cui poter essere inserito. Il tono generale del film oscilla tra il drammatico e il leggero, il riflessivo e l’ironico, l’emotivo e l’avventuroso. All’elemento realistico si contrappone l’elemento “fiabesco” e “magico”: lo squalo. È stata questa presenza, e le conseguenti interazioni con Walter, ad aggiungere quella magia e quel coraggio che serviranno a trasformare la sua vita.
Il “limbo” esistenziale di Walter ci ha offerto moltissime opportunità registiche tramite cui sviluppare le varie anime del protagonista, in bilico tra un mondo ancora infantile – il rapporto con la madre, i flashback sul passato –, quello adolescenziale tanto ambito – Carlo e il gruppo di amici – e quello adulto – i primi passi nella villa dove fantasticare e immaginarsi invincibile, potente, forte… come uno squalo”.

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