Teatro alla Scala, a dicembre un’opera russa alla prima. Meyer: “No a caccia alle streghe”

Teatro alla Scala, a dicembre un’opera russa alla prima. Meyer: “No a caccia alle streghe”

Il 7 dicembre la stagione milanese si aprirà con Boris Godunov, capolavoro del russo Musorgskij. Una decisione presa da tempo, che il sovrintendente difende. “Non sono per la cancellazione delle opere russe e quando leggo Puskin non mi nascondo” sottolinea a Sky Tg24. Il Maestro Riccardo Chailly: “Grave penalizzare gli artisti”

Come già annunciato, il Teatro alla Scala di Milano inaugurerà la prossima stagione il 7 dicembre con Boris Godunov, capolavoro del russo Musorgskij. Una scelta fatta da anni che il sovrintendente Dominique Meyer difende, come quella di avere interpreti russi. “Non sono per la caccia alle streghe – ha detto a Sky Tg24 a margine della conferenza stampa di presentazione della prossima stagione – Non sono per la cancellazione delle opere russe e quando leggo Puskin non mi nascondo”. 

CHAILLY: “È GRAVE PENALIZZARE GLI ARTISTI”

“Non abbiamo nulla contro gli interpreti russi – ha aggiunto Meyer – Chi siamo per giudicare. Mi prendo la responsabilità di queste scelte”. E ha rimarcato: “Molti ci hanno chiesto di cambiare il titolo di apertura, è assurdo. Non sono per la cancel culture. Insieme al sindaco di Milano Beppe Sala siamo stati i primi a chiedere una dichiarazione contro la guerra in Ucraina a Valery Gergiev (il direttore d’orchestra russo molto vicino a Putin, ndr). Non è arrivata e Gergiev non è più venuto alla Scala con mio dispiacere. Ma Gergiev è in una posizione politica ben diversa, non si può portare avanti una caccia alle streghe contro artisti solo perché sono russi. Persone che magari hanno anche ricevuto una medaglia. Ma ricevere una medaglia non vuol dire arruolarsi”.  Così, il direttore musicale del Teatro alla Scala Riccardo Chailly: “Non è giusto ed è grave penalizzare gli artisti. I capolavori della storia della musica rimangono per sempre e per questo hanno un significato universale. La musica va vissuta per quello che è e va staccata dall’orrore che stiamo vivendo da 90 giorni”. Il sindaco di Milano Beppe Sala, che è presidente della Fondazione, ha ricordato come la scelta di Boris Godunov sia precedente al conflitto in Ucraina: “È un’opera straordinaria”. E ha aggiunto: “Tutti ci auguriamo di avere un Sant’Ambrogio che celebri la pace”.

LA PROSSIMA STAGIONE DELLA SCALA

Nel corso della conferenza stampa è stata presentata la prossima stagione della Scala: sono previsti 14 titoli di opera per un totale di 90 recite, sette balletti (oltre alla seconda edizione del Gala Fracci che diventerà una tradizione), una stagione sinfonica di sette concerti che include anche l’ottava di Mahler, la cosiddetta sinfonia dei mille per l’organico mastodontico che richiede (e che includerà infatti anche il coro della Fenice). Sono previsti poi alcuni concerti speciali, orchestre ospiti, recital.

LE NUOVE PRODUZIONI

Sono invece sette le nuove produzioni: l’opera barocca Li zite ‘ngalera di Leonardo Vinci, cantata in napoletano con sottotitolo in italiano, Rusalka di Dvorak con la regia di Emma Dante, L’amore dei tre re di Italo Montemezzi con regia della Fura dels Baus e Michele Mariotti, Peter Grimes firmato da Robert Carsen e la direttrice Simone Young, Les contes d’Hoffmann affidati a Davide Livermore, I vespri siciliani con Fabio Luisi e regia di Hugo De Ana, e Boris appunto con la regia di Kasper Holten. Arriverà poi Lucia di Lammermoor con Chailly e le superstar Juan Diego Florez e Lisette Oropesa, mai andata in  in scena perché cancellata a causa di un focolaio di Covid-19. Nel programma è previsto il ritorno di Salomé con Zubin Mehta, e anche di Andrea Chenier e Macbeth che hanno aperto due delle ultime stagioni. E fra i grandi ritorni c’è quello della Bohème di Franco Zeffirelli, continuamente ripresa dal 1963 e questa volta diretta dalla coreana Eun Sun Kim.

LA STAGIONE DEL BALLO

Ad aprire la stagione del ballo sarà Lo Schiaccianoci di Tchaikovsky nella coreografia di Rudolf Nureyev, nel trentennale dalla scomparsa del tartaro volante. In alcune delle rappresentazioni danzerà anche Jacopo Tissi, primo ballerino del Bolshoi tornato in Italia dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, che sarà anche in altri due balletti classici Romeo e Giulietta e Il lago dei cigni (sempre versione Nureyevdedicato quest’ultimo a Ezio Frigerio che ne ha curato la scenografia. Fra le novità Aspects of Nijisky, rivisto attraverso le coreografie di John Neumeier a cui prenderà parte anche Roberto Bolle e una nuovissima creazione di William Forsythe.
“Per me è molto importante continuare a mettere in scena i balletti di Nureyev. Lo è perché è stata la mia vita all’Opéra di Parigi (fu Nureyev stesso a nominare il Maestro Legris étoile nel 1986, ndr) ed è importante per la Scala perché la difficoltà della coreografia permette di tenere il Corpo di ballo sempre a un livello molto alto” sottolinea il direttore Manuel Legris a Sky Tg24. Tra i titoli della stagione anche la versione de Il Corsaro firmata dallo stesso Legris. 





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