(di Alessandro Buttitta, for sale TvZap)I personaggi di origine latina spopolano nelle serie tv. Il motivo? Fanno tendenza e impennano gli ascolti.
54 milioni. Sono i latinos, cialis gli ispanici, che vivono negli Stati Uniti d’America. Se da un lato la politica e l’economia a stelle e strisce sta sempre più attenta alle esigenze e alle istanze di questa larga fetta di popolazione, dall’altro il mondo dello spettacolo la coccola, la incoraggia, la proietta, la celebra sul piccolo schermo che rispetto a quello grande, oggi come oggi, sappiamo essere sempre più persuasivo nei consumi e convincente nel modellare stili di vita. D’altronde contano gli ascolti e i latinos negli ultimi dieci anni sono protagonisti che fanno tendenza. Hanno Jennifer Lopez e Pitbull come massimi riferimenti pop, fanno sorridere di sé con la prorompente ironia e bellezza di Sofia Vergara, possono vantarsi dei premi Oscar Alfonso Cuaròn e Alejandro González Iñárritu nei salotti che contano, sono brutti anatroccoli trasformati in cigni per spiccare definitivamente il volo.
I latinos contano molto, moltissimo in televisione, tanto da influenzare le strategie creative e produttive degli studios americani. Non è un caso che moltissime serie siano ambientate in frontiera, che i vari showrunner si premurino sempre di inserire qualche personaggio ispanico anche in serie cosiddette “bianche”, che le reti a stelle e strisce abbiano oramai dedicato una parte di palinsesto a programmi con protagonisti latino-americani. Se vi vengono in mente titoli come The Bridge, Breaking Bad, Desperate Housewives, Modern Family, Devious Maids o Jane the Virgin avete capito il messaggio.
Negli ultimi due anni abbiamo assistito pure alla proliferazione di canali satellitari dedicati a questa audience sempre più crescente. Se alcuni esperimenti sono stati fallimentari come NBC latino e CNN latino, altri vanno alla grande come Fusion e El Rey. Quest’ultimo canale ha una storia molto interessante che merita di essere raccontata: fondata a fine 2013, con la guida artistica di un regista del calibro di Robert Rodriguez (dietro la macchina da presa di El Mariachi, Sin City, Machete), la rete ha scelto consapevolmente di puntare su serie che mostrano il lato sexy e avvincente degli ispanici. Sono nate così l’intrigante Dal tramonto all’alba, remake del celebre film omonimo con George Clooney e Quentin Tarantino, e la ficcante Matador, con protagonista un calciatore di successo ingaggiato dalla CIA per essere una insospettabile spia. Serie di nicchia su un canale di nicchia, con ascolti non superiori al milione di spettatori, che hanno l’obiettivo, non del tutto privo di suggestioni, di rinfrescare l’immagine degli ispanici d’America.
La televisione americana, con tutta la filiera internazionale che ne deriva, si confronta così con culture che fino a vent’anni fa erano considerate minoritarie nel dibattito pubblico. Al black power di Empire e delle serie di Shonda Rhimes, come Scandal e Le regole del delitto perfetto, si contrappongono tantissime serie con personaggi ispanici. Prima ha fatto tendenza Eva Longoria sconquassando i piani di Desperate Housewives (2004-2012) con la sua indimenticabile Gabrielle Solis, poi è arrivata la Betty Suarez interpretata da America Ferrera in Ugly Betty (2006-2010). In mezzo tanti character di successo: dagli Hugo “Hurley” Reyes (Jorge Garcia) e Ana Lucia Cortez (Michelle Rodriguez) di Lost (2004-2010) alla Gloria (Sofia Vergara) di Modern Family, passando per la Carla di Scrubs (2001-2010) e il Gus Fring di Breaking Bad (2008-2013) a cui hanno dato i volti rispettivamente Judy Reyes e Giancarlo Esposito, per non parlare delle protagoniste di Devious Maids.
Un fenomeno interessante riguarda anche i prodotti d’importazione dal Sud America (vi dice niente una ragazza di nome Violetta? avete dato un’occhiata a Cumba Ninja?) e i remake. Se fino a qualche tempo fa erano le serie tv a stelle e strisce a essere rifatte in America latina con risultati più o meno discutibili (si vedano Gossip Girl Acapulco o le versioni colombiane di Desperate Housewives e Breaking Bad), ora sempre più spesso vediamo rifacimenti statunitensi di programmi sudamericani. A titolo esemplificativo ricordiamo Jane the Virgin, frizzante comedy targata The Cw tratta dalla telenovela venezuelana Juana la virgen, e Sin tetas no hay paraíso, un successo senza precedenti in Colombia che ha avuto diverse versioni internazionali (una persino in Italia dal titolo Le due facce dell’amore su Mediaset).