SERVILLO SARÀ BERLUSCONI SUL SET. IL CINEMA OSSESSIONATO DAL CAV

SERVILLO SARÀ BERLUSCONI SUL SET. IL CINEMA OSSESSIONATO DAL CAV

Il premio Oscar Sorrentino dirige “Loro” sull’ex premier. Tanti film pieni di livore, da Moretti alla Guzzanti

L’ossessione non conosce frontiere. Arriva Tom Hanks a Roma, alla scorsa Festa del Cinema, prende il microfono e dice: «Noi abbiamo Trump, voi Berlusconi».
Applausi e ovazioni. L’unica cosa che sembra sempre funzionare è la parola Berlusconi. Basta buttarla lì e raccogli attenzione, soprattutto mediatica. Non si contano ormai i film, soprattutto documentari, che hanno preso di mira Berlusconi. Ecco che ora – last but not least – arriva Sorrentino con un nuovo progetto su Silvio Berlusconi. Il titolo sarà «Loro» che giocherà con quello che poi verrà diffuso all’estero, ossia «Gold», e quindi potrebbe anche essere «L’oro». Vai a sapere. Intorno al film è tutto un segreto. L’unica cosa certa è che sarà Toni Servillo a prendere le sembianze di Berlusconi. Che c’azzecca, dirà qualcuno? Nulla ma è meglio aspettare per criticare visto lo splendido lavoro fatto dalla coppia su Giulio Andreotti ne «Il divo».
È curioso come Sorrentino continui a guardare con maniacale attenzione ai temi affrontati da un altro regista, Nanni Moretti, con cui aveva fatto un cameo ne «Il caimano». «Loro» sembra una risposta a quel film, un po’ come la serie «The Young Pope» lo è di «Habemus Papam». Anche se il percorso sembra inverso, così se «Il caimano» finiva in una specie di «cupio dissolvi» con Moretti/Berlusconi con dietro il tribunale in fiamme ora, visto che la storia è andata un po’ diversamente, con ogni probabilità ad aleggiare sul film sarà più l’aria da grande bellezza di alcuni aspetti privati di Berlusconi quelli, per capirci, che hanno a che fare con ruoli femminili con «fondoschiena alla Jennifer Lopez», come recita un ruolo.
Almeno ci sarà da divertirsi visto che tutta la filmografia su Berlusconi è sempre stata un po’ punitiva e, in fin dei conti, rivolta solo a chi già lo odiava. Ricordiamo che in «Shooting Silvio» il regista Berardo Carboni dieci anni fa immaginava un piano per rapire e uccidere il premier. In questo senso l’operazione di Sorrentino sarà più aperta e inclusiva verso il pubblico. Che negli anni si è dovuto sorbire i film di Sabina Guzzanti oggettivamente ossessionata dal Berlusca, di cui ha sempre fatto una pessima imitazione. Negli ultimi dieci anni è stato tutto un fiorire di titoli «Quando c’era Silvio» (2006) di Beppe Cremagnani ed Enrico Deaglio, «S.B. Io lo conoscevo bene» (2012) di Giacomo Durzi e Giovanni Fasanella fino a «Belluscone Una storia siciliana» (2014) di Franco Maresco.
Molto schierati politicamente due esempi recenti come «Silvio Forever» di Roberto Faenza e Filippo Marcelloni (2011) che appiattisce la figura di Berlusconi a macchietta e risulta interessante solo per i filmati di repertorio. E «My Way: The Rise and Fall of Silvio Berlusconi» (2016) di Alan Friedman. Un altro giornalista anglosassone, Bill Emmott ex direttore dell’Economist, nel 2012 firma con Annalisa Piras «Girlfriend in a coma» in cui la ragazza è l’Italia vittima del degrado morale del berlusconismo. In linea con l’opera forse più famosa sull’argomento «Videocracy – Basta apparire» del regista italo-svedese Erik Gandini ancora una volta con il dito puntato contro la tv privata ma libera. A proposito di tv, nell’affresco storico targato Sky «1992» Berlusconi viene naturalmente evocato ma appare di sfuggita mentre nella nuova serie «1993», dove a interpretare l’imprenditore che medita la discesa in campo c’è l’attore Paolo Pierobon, avrà un po’ più spazio. In attesa di 1994. L’ossessione: «to be continued».

Il Giornale

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