D’ALATRI: “OGNI PERSONA È UNA STARTUP”. IL CAST DEL FILM OSPITE A LEGGO

D’ALATRI: “OGNI PERSONA È UNA STARTUP”. IL CAST DEL FILM OSPITE A LEGGO

«Ogni essere umano è una start-up». Alessandro D’Alatri, a Leggo come Direttore per un giorno, è entusiasta quando parla del suo ultimo film The Startup. E non è solo un’emozione da regista impegnato a raccontare il suo nuovo lavoro.

Ad accendergli lo sguardo è la filosofia dell’opportunità o, più classicamente, dell’«uomo artefice del proprio destino», perfino la prospettiva del self-made man, che però nel suo lungometraggio è una storia tutta italiana. E soprattutto, una storia vera. The Startup, infatti, racconta intuizione e impresa di Matteo Achilli, romano, che mentre studia all’università Bocconi inventa un social network per la ricerca del lavoro, Egomnia, arrivando a essere osannato da alcuni media come il Mark Zuckerberg italiano. «Le nuove generazioni – dice il regista – crescono sapendo di dovercela fare solo con le loro forze. È importante che i giovino riconquistino la fiducia in sé e nella possibilità di costruire il proprio futuro. La prima startup in tal senso è la famiglia in cui crescono. Per questo, invito non solo i giovani ma anche i genitori a vedere il film».
«La mia è la storia di un ragazzo normale che vuole fare qualcosa in questo paese – racconta Matteo Achilli – il film è leggero, senza retorica, ed è un progetto nuovo per l’Italia, perché è fatto con giovani attori selezionati per meriti». A interpretare Achilli è Andrea Arcangeli, al suo secondo film ma soprattutto al primo lungometraggio da protagonista. Al suo fianco, nei panni della fidanzata di Matteo, Paola Calliari. Sotto i riflettori, dunque, una gioventù alle prese con un futuro da inventare, ma anche valori tradizionali. «Una delle scene più toccanti – dice D’Alatri – è quella in cui il protagonista fa un bonifico al padre che sta attraversando forti difficoltà. Quando ho iniziato a pensare al film, ho dovuto vincere un mio pregiudizio perché non credevo potesse essere una storia italiana. Ho voluto incontrare Matteo, mi ha raccontato del bonifico, piangendo. Mi ha colpito: avevo davanti un imprenditore ma anche un ragazzo». In scena pure la quotidianità della periferia romana, Corviale, liberata da cliché e stereotipi. «Il cinema preferisce mostrare i disagi – conclude D’Alatri – io volevo fare un film su una buona notizia».

di Valeria Arnaldi, Leggo

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