A cinque anni dalla pubblicazione del romanzo, l’11 aprile fa il suo esordio su Fox, con l’episodio The Rabbit Hole, l’omonima mini-serie prodotta da J.J.Abrams e Stephen King con protagonista James Franco nei panni dell’uomo che proverà a cambiare il passato “over and over”. Ecco le dieci cose da sapere su 22.11.63 prima di tornare indietro nel tempo con Jake Epping, tra automobili laccate, risvolti thriller e una passata di brillantina tra i capelli
Dall’aeroporto di Dallas diretti al Trade Mart, il 35° Presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy, la First Lady Jacqueline, il Governatore del Texas, John Connaly e sua moglie Nellie, il 22 novembre del 1963, avanzavano a bordo della limousine presidenziale, una Lincoln Continental del ’61, lungo il Dealey Plaza, tra sorrisi d’ordinanza e immancabili bandierine a stelle e strisce, fino a quando – stando alle conclusioni della dibattuta Commissione Warren – tre colpi di fucile, un Carcano Mod. 91, sparati dal sesto piano del Texas School Book Depository dall’ex Marines naturalizzato sovietico, Lee Harvey Oswald, uccisero il brillante quanto libertino JFK segnando la definitiva perdita d’innocenza dell’America che di lì a poco avrebbe fatto i conti con l’inasprirsi della Guerra in Vietnam, della “paura rossa” e degli scontri per i diritti civili degli afroamericani. Ci si è spesso domandati cosa sarebbe accaduto alle sorti dell’America e del mondo se quel giovane e magnetico Presidente non fosse stato ucciso durante il corteo presidenziale, ipotizzando un corso differente degli eventi materializzati all’indomani del giuramento di Lyndon B. Johnson affiancato da una First Lady sconvolta e dall’iconico completo rosa confetto ancora sporco del sangue dell’uomo che incarnava l’American Dream. Una domanda che ha ossessionato fin da ragazzino il futuro maestro della letteratura fantascientifica/horror, Stephen King, tanto da pensare alla stesura di un romanzo incentrato su un viaggio nel tempo che prevenisse l’omicidio Kennedy già nel 1971, tre anni prima del suo celebre esordio letterario rappresentato da Carrie. Un’idea rimasta tale per quarant’anni e concretizzata solo nel 2011 quando 11/22/63 è stato pubblicato, con tanto di plauso della critica, in tutto il mondo, diventando subito uno dei romanzi più amati dello scrittore statunitense. Al centro della storia Jake Epping (James Franco), insegnante d’inglese del Maine fresco di divorzio e scrittore dall’ispirazione prosciugata, che, grazie ad un portale spazio-temporale situato nel retrobottega del diner dell’amico Al Templeton (Chris Cooper), torna indietro nel tempo fino al 1960 con l’obiettivo di impedire l’omicidio di John Kennedy. A cinque anni dalla pubblicazione del romanzo, fa il suo esordio su Fox, con l’episodio The Rabbit Hole, l’omonima mini-serie scritta da Bridget Carpenter e prodotta da J.J.Abrams e dallo stesso Stephen King con protagonista James Franco nei panni dell’uomo che proverà a cambiare il passato “over and over”, come canta Bobby Vinton nella canzone che accompagna, sottilmente, il trailer della serie. Tra citazioni più o meno esplicite alle altre opere dello scrittore, una colonna sonora immersa nelle sonorità sixties e la fotografia di un’America divisa tra la paura della Guerra Fredda e la voglia di lasciarsi alle spalle le ferite del secondo conflitto mondiale, ecco le dieci cose da sapere su 22.11.63 prima di tornare indietro nel tempo con Jake Epping, tra automobili laccate, risvolti thriller e una passata di brillantina tra i capelli.
1 Dal grande al piccolo schermo – Da Carrie – Lo sguardo di Satana al kubrickiano Shining passando per Stand By Me, Il Miglio Verde o Misery non deve morire, anche 22.11.63 doveva approdare sul grande schermo per la regia di Jonathan Demme. Il regista di classici come Philadelphia o Il Silenzio degli Innocenti e del recente Dove Eravamo Rimasti, era interessato a portare al cinema la storia di Jake Epping e il suo viaggio a ritroso nel tempo ancor prima che il romanzo venisse esposto sugli scaffali delle librerie di mezzo mondo. Un trasposizione che avrebbe visto Stephen King nel ruolo di produttore esecutivo ma che è naufragata nel 2013 a causa di divergenze creative tra i due circa il materiale da inserire o eliminare dalla versione cinematografica.
2 Un pilot da Oscar – Per il grande debutto, rappresentato da The Rabbit Hole, “la tana del coniglio” come viene apostrofato il retrobottega della tavola calda di Al Templeton nella quale si trova il portale spazio-temporale che permette di tornare alla Lisbon Falls del 1960, la produzione ha chiamato all’appello il regista Premio Oscar per il documentario Un giorno a settembre, Kevin Macdonald (lo stesso de L’ultimo Re di Scozia e State of Play). Una regia dove il montaggio è al servizio della narrazione permettendo di condensare e giocare temporalmente con i passaggi più complessi. Ma Macdonald è in buona compagnia dato che i successivi episodi vedranno alternarsi dietro la macchina da presa James Kent, Fred Toye, James Strong, John Davis Coles e lo stesso James Franco (The Truth).
3 Da produttore a protagonista – Proprio l’attore, regista, scrittore, produttore, artista, giornalista e insegnate di Palo Alto, l’infaticabile James Franco, dopo aver letto il romanzo ed esserne rimasto del tutto affascinato, telefonò all’autore per chiedere di poter acquistare i diritti del libro. Peccato però che J.J. Abrams li avesse già comprati per trasformali in una mini-serie televisiva. Nulla di cui disperare per il poliedrico Franco che da aspirante produttore si è calato, alla perfezione, nel ruolo dell’insegnante del Maine con l’obiettivo di cambiare il passato proprio su invito di Abrams.
4 Una produzione “stellare” – Alias, Lost, Fringe, Person of Interest e l’attesissimo Westworld, adattamento televisivo dell’omonimo film di Michael Crichton targato HBO e sviluppato da Jonathan Nolan, sono solo alcune delle serie tv sviluppate dalla casa di produzione cinematografico/televisiva Bad Robot Productions fondata a Santa Monica nel 1998 da J.J. Abrams. E dietro a tutti questi titoli c’è sempre lo zampino del produttore, sceneggiatore e regista statunitense recentemente al timone del settimo capitolo della saga di Star Wars (non senza qualche polemica) che, insieme alla Warner Bros. Television, figura come casa di produzione che ha dato vita a 22.11.63. Un marchio (quasi sempre) sinonimo di qualità.
5 Un network on demand – Tra i grandi colossi della serialità on demand, gli ormai noti Netflix e Amazon, in questi ultimi anni si è lentamente inserito un terzo protagonista che con 22.11.63, mandato in onda negli States lo scorso 15 febbraio, giorno del President’s day, e il recentissimo The Path, la serie con protagonista Aaron Paul, l’ex Jesse Pinkman di Breaking Bad, che ha esordito negli Stati Uniti lo scorso 30 marzo, punta a diventare uno dei nomi più influenti in fatto di produzione e distribuzione di prodotti audiovisivi. Si tratta di Hulu, il servizio on demand, attivo dal 2007, che permette inoltre di visualizzare programmi e film di altre reti come NBC, Fox o Comedy Central in diretta tv grazie alla connessione Internet.
6 Una colonna sonora vintage – Oltre alla scenografia capace di catturare colori, geometrie ed impercettibili dettagli dell’America ai tempi della presidenza Kennedy, tra milkshake, capelli cotonati ed abiti dai tagli eleganti, ed una sceneggiatura che mostra una mentalità ben diversa da quella attuale, la serie tratta dal romanzo di Stephen King, ricostruisce anche musicalmente le atmosfere di un’epoca passata. Durante la visione degli otto episodi, oltre le partiture originali composte da Alex Jeffes, vi capiterà di ascoltare classici come Stay (Just a Little Bit Longer) di Maurice Williams & The Zodiacs, Then He Kissed Me del gruppo femminile The Crystals, il soul di Sam Cooke con Bring It On Home To Me fino alla simbolica Soldier Boy intonata dalle Shirelles.
7 Un’altra serie per Stephen – Autore prolifico, spesso impegnato in prima persona negli adattamenti cinematografico/televisivi delle sue opere letterarie, Stephen King, insieme a Philip K. Dick, è, senza dubbio, uno degli scrittori più amati dal grande e piccolo schermo. Lo dimostrano, limitandoci solo alle produzioni tv (delle scorse settimane è la notizia della realizzazione di The Dark Tower, film diretto da Nikolaj Arcel partendo dall’omonimo romanzo di King), le numerose trasposizioni dei suoi lavori, dagli esiti, va detto, non sempre indimenticabili. Dalle mini-serie degli anni ’90, L’ombra dello scorpione, Stephen King’s Shining e It, a Salem’s Lot passando per The Dead Zone e Under The Dome, recentemente interrotta dopo tre stagioni, 22.11.63, è solo l’ultima serie in ordine di tempo a venire adattata per la televisione partendo da un’opera dello scrittore del Maine.
8 Ispirazioni letterarie – Nel 1972, quando King ebbe l’idea del romanzo, l’autore decise di accantonare il progetto perché la materia trattata era eccessivamente impegnativa per l’allora professore di ruolo ed ancora emotivamente troppo dolorosa. Quando ha deciso di iniziare la stesura di 22.11.63, lo scrittore, aiutato dal fidato collaboratore Russ Dorr, fondamentale nel raccogliere un numero impressionante di dettagli sull’America degli anni ’60, ha inoltre approfondito la sua conoscenza dell’omicidio Kennedy con una serie di letture divenute preziose nel corso della stesura del romanzo, da Case Closed di Gerald Posner a Legend di Edward Jay Epstein passando per Il Racconto di Oswald di Norman Mailer, Mrs. Paine’s Garage di Thomas Mallon e Morte di un Presidente di William Manchester. Il tutto accompagnato dalla visione di filmati d’epoca e testimonianze video dell’assassinio del Presidente come il celebre quanto brutale filmato in 8 millimetri ripreso dall’inconsapevole sarto Abraham Zapruder quel 22 novembre del 1963 che in ventidue secondi testimonia l’esatto momento in cui la storia ha cambiato il suo corso.
9 Qualche differenza – Condensare un volume 0di quasi mille pagine in soli otto episodi non è un’impresa facilissima e naturalmente sono state apportate delle modifiche, più o meno sostanziose, all’opera di Stephen King che, dal canto suo, è stato coinvolto, passo dopo passo, nella realizzazione della mini-serie, dando la sua approvazione alla versione televisiva realizzata dalla showrunner Bridget Carpenter. Tra le differenze più blande che possiamo raccontarvi senza rischiare di rivelare troppo vanno segnalate la scelta di datare il ritorno indietro nel tempo al 1960 e non al ’58 come avviene nel libro e la scelta di chiamare la cittadina di Derry (riferimento a It), protagonista di una deviazione narrativa importante nella prima parte del romanzo, Holden.
10 Una programmazione a tema – In occasione del debutto su Fox, l’11 aprile prossimo, di 22.11.63, FoxAnimation ha deciso di omaggiare il viaggio indietro nel tempo di Jake Epping, l’uomo venuto dal futuro, con una programmazione esclusiva che precede il suo debutto televisivo grazie ad episodi speciale di alcune serie, tra le quali Simpson, Futurama e American Dad, dedicate ai viaggi nello spazio e nel tempo. L’appuntamento è fissato per il 7 aprile alle 21.50 su FoxAnimation.
di Manuela Santacatterina, FQ Magazine