
Cinquant’anni fa, il 7 marzo 1975, usciva nelle sale italiane “Profondo Rosso”, il capolavoro di Dario Argento che avrebbe rivoluzionato il cinema horror e thriller. Con il suo mix di suspense, colpi di scena e una colonna sonora indimenticabile, il film è diventato un’icona del genere, consacrando il regista tra i maestri del brivido.
Il titolo internazionale, “Deep Red”, nascondeva una scelta precisa: un nome che evocasse mistero, tensione e terrore. Sin dai primi minuti, la pellicola avvolge lo spettatore in un incubo fatto di ombre, urla e melodie inquietanti, con la musica dei Goblin a sottolineare ogni istante di angoscia.
Il film che ha ridefinito il thriller italiano
Scritto da Dario Argento insieme a Bernardino Zapponi, “Profondo Rosso” fu vietato ai minori di 14 anni per la sua crudezza visiva e psicologica. Il film racconta una storia avvincente, fatta di delitti misteriosi, tensione crescente e silenzi rotti solo dagli omicidi dell’assassino, le cui mani in realtà appartenevano allo stesso Argento, un dettaglio che aumentò l’impatto visivo delle scene.
Lo sceneggiatore Bernardino Zapponi, noto per il suo lavoro con Federico Fellini, rivelò di essere stato subito entusiasta della collaborazione:
“Un giorno Argento mi disse: ‘Facciamo un film insieme?’. Gli risposi ‘Molto volentieri’. Avevamo gli stessi gusti”
La colonna sonora dei Goblin: un successo inaspettato
Uno degli elementi distintivi di “Profondo Rosso” è la sua colonna sonora leggendaria, composta dai Goblin, band di rock progressive romana, scelta quasi per caso. Inizialmente, Dario Argento aveva affidato il lavoro a Giorgio Gaslini, ma dopo alcuni disaccordi il regista cercò alternative, provando persino a collaborare con gruppi del calibro di Genesis, Pink Floyd e Deep Purple.
Alla fine, la scelta ricadde su un giovane gruppo italiano, ancora poco conosciuto. Il fondatore dei Goblin, Claudio Simonetti, ha ricordato:
“Quando abbiamo registrato ‘Profondo Rosso’, non pensavamo minimamente che potesse avere successo. Non era una musica commerciale, era qualcosa di completamente fuori dall’ordinario. Eppure, l’album ha venduto 4 milioni di copie e oggi, dopo 50 anni, continua a essere celebrato”
Il celebre arpeggio che apre il film fu un’idea del bassista Fabio Pignatelli, a cui si aggiunsero le intuizioni di Massimo Morante e degli altri membri della band, creando un sound che sarebbe diventato immortale.
Un’eredità che continua a ispirare
A cinque decenni di distanza, “Profondo Rosso” resta un punto di riferimento per il cinema horror, influenzando registi e musicisti in tutto il mondo. Con la sua regia innovativa, il montaggio serrato e la fusione perfetta tra immagini e musica, il film ha ridefinito il concetto di paura sul grande schermo.
Un’opera che non invecchia, capace ancora oggi di far tremare gli spettatori, confermandosi un classico senza tempo.