A 19 anni ero molto timida, sembrava che ne avessi 14 o 15”. Così Laura Freddi ricorda la sua esperienza a Non è la Rai. Intervistata da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio a I Lunadici, in onda ogni notte su Rai Radio 2, la showgirl ha raccontato quel periodo che “è stato l’inizio di tutto”. Mi nascondevo, non volevo
Un inizio non facile per lei che aveva paura di finire sotto i riflettori: “Mi nascondevo, non volevo assolutamente apparire davanti alle telecamere, ero un po’ scontrosa con tutti, non ero simpatica a molte ragazze, perché ero un po’ schiva. Un giorno Boncompagni mi prese da parte e mi chiese perché mi nascondessi. Mi ha spronata, ho preso una dose di autostima, mi sono ritrovata in un lavoro che ancora non avevo compreso bene”. Così Laura Freddi si è lanciata e “piano piano sono diventata addirittura la protagonista del cruciverba. Da lì la mia vita è cambiata, non potevo più fare neanche una passeggiata a Via del Corso. Per me era normale uscire con le amiche, ma è stato impossibile continuare in quel senso a uscire da sola, io mi portai dietro praticamente tutta Via del Corso quel giorno, mi sono accorta che qualcosa stava cambiando, ero diventata nota al pubblico. All’inizio non capivo il motivo di tutto questo clamore”.
“Ancora oggi – racconta ancora – tutti quelli della mia generazione mi fermano e non dicono Laura di Buona Domenica, ma Laura di Non è la Rai. Diventare famosa mi ha portato a cambiare alcune abitudini, a stare attenta. I miei genitori mi accompagnavano con la macchina al Palatino, dove ci sono gli studi, ci si buttavano sulla macchina, i ragazzini si mettevano sul cofano, non ci facevano passare. Ad accompagnarci arrivava la polizia, una cosa del genere non è mai più successa”.
Poi è arrivato l’ingaggio a Buona Domenica che per lei “è stata l’apice. Avevo più consapevolezza, facevo il mio lavoro con una maturità diversa, una testa diversa. E’ stata l’esperienza più bella che ho fatto, c’era la squadra di Costanzo, c’era Laurenti, Lippi, Pino Insegno. Ho lavorato con grandi professionisti, dietro c’era un lavoro enorme, si facevano le prove, ho studiato canto, volevo essere preparata”. Oggi il passaggio naturale potrebbe essere un reality, a proposito dei quali la Freddi ha un’opinione ben precisa: “Hanno contaminato tutti i programmi. Non sono contraria, ho anche partecipato a un grande fratello, ma i reality hanno cambiato la televisione, dando la possibilità di diventare famosi senza fare nulla. Veniva gente che aveva fatto i reality che non voleva fare le prove”.
L’intervista spazia anche su temi di attualità, come il movimento #MeToo nato in seguito allo scandalo Weinstein. “Ho avuto problemi di un certo tipo – racconta la showgirl – ma certe cose si risolvono al momento, con un ceffone, uno schiaffo, una ribellione. Capisco che ci siano ragazze più deboli e più fragili e ovviamente non giustifico chi si approfitta di queste debolezze, però per quello che mi riguarda sicuramente sono arrivate proposte indecenti, ma ho saputo respingerle. Il carattere aiuta, io sono sempre stata abbastanza tosta. Ne ho incontrati di personaggi ambigui, ma li ho portati a fare subito retromarcia. Poi è un altro discorso se uno nel lavoro incontra l’amore. Comunque, siamo noi a decidere ciò che vogliamo fare nella vita. Sono le donne che decidono. Se ti chiama un regista e sì ti dà la parte ma poi vuole qualcosa in cambio, si capisce subito. Evidentemente lì c’è la voglia di arrivare ad un successo, ma quella non è l’unica carta da giocarsi. Ringraziando Dio alle ragazze che vogliono fare questo mestiere dico che non è solo così. Pensateci bene, perché ci si rovina la psiche, la mente. Se accetti certi compromessi diventa un problema psicologico che poi negli anni rischia di farsi sentire. Per le donne arrivare è più complicato, quando si è belle, simpatiche e intelligenti è ancora più difficile. La bellezza è un vantaggio, ma bisogna saperla gestire”.
Al futuro Laura Freddi guarda con fiduciosa calma: “Io mi sono sposata, ho fatto una figlia, ho scelto di uscire per un po’ da questo mondo, perché ero stanca di meccanismi che non sono così semplici. A un certo livello diventa tutto pressante, non solo fisicamente, ma anche di testa. Entri in una ruota che gira, gira, gira e speri che non si fermi mai. Non è facile nel momento in cui si ferma ricominciare a farla girare. Però bisogna avere il coraggio di fermarsi, soprattutto per godersi i momenti belli della vita. Credo che presto ritornerò in teatro”.
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