MEDUSA MACINA RICAVI E UTILI

MEDUSA MACINA RICAVI E UTILI

La concorrenza di Sky farà bene. La pirateria resta una piaga

GIAMPAOLO LETTA -MEDUSA FILMLa casa di produzione Medusa film del gruppo Mediaset ha chiuso il 2016 con ricavi per oltre 100 milioni di euro, in netta crescita rispetto ai 65,2 mln del 2015, e con utili importanti, a conferma della alta marginalità della società già raggiunta nel 2015 con 11,7 mln di profitti.
Certo, il 2016, per Medusa, è stato un anno speciale, con Quo Vado di Checco Zalone (65,2 milioni di box office, un record) e Perfetti Sconosciuti (17,3 milioni, una rivelazione inattesa).
Ma il bilancio di una casa di produzione cinematografica è un po’ complicato. Nello schema di Medusa, la voce ricavi è composta per il 25% circa dagli incassi da box office, e per il 75% da quelli per la vendita dei diritti tv dei film (in genere in esclusiva a Mediaset per la tv in chiaro generalista, mentre sulla pay si vende anche a Sky, Netflix e TimVision, oltre a Premium). Quanto al box office, solo il 38% circa del botteghino va nelle tasche della società di produzione. Questo valore viene contabilizzato in bilancio di esercizio nell’anno in cui è uscito il film, mentre gli incassi da diritti tv arrivano in bilancio solo 24 mesi dopo. Quindi, per fare un esempio, nel bilancio 2016 di Medusa ci sono i quasi 25 milioni della quota parte box office del film di Checco Zalone, mentre i ricavi da diritti tv di Quo Vado impatteranno sul bilancio solo nel 2018.
Ciò specificato, Giampaolo Letta, vicepresidente e amministratore delegato di Medusa film, è molto soddisfatto dell’andamento 2016, nonostante due film abbiano incassato 82,5 milioni di euro mentre gli altri 16 titoli portati in sala (tra produzioni, co-produzioni, semplici distribuzioni) abbiano raggiunto complessivamente un box office di 23,5 milioni. Ed è contentissimo dell’inizio 2017: L’ora legale di Ficarra e Picone è, per ora, il miglior incasso italiano con 10,2 milioni di euro, e Mamma o papà è già oltre quota 4,2 milioni di euro.
Domanda. Inizio subito con un mio pallino: ma come è possibile che un capolavoro come il vostro Indivisibili abbia incassato nel 2016 appena 278 mila euro al botteghino? Di chi è la colpa?
Risposta. Indivisibili è un film splendido con ben 17 candidature ai prossimi David di Donatello ma che ha incassato pochissimo. Anche per me è un peccato e in genere non c’è mai un solo motivo specifico quando questo accade. Certo, è uscito in sala a settembre, quando la stagione cinematografica non è ancora nel pieno. Ma volevamo approfittare della scia dopo la Mostra del cinema di Venezia. Il film, da fuori, poteva risultare difficile, con un argomento complicato. Poi tutti quelli che l’hanno visto, in realtà, lo hanno amato. Insomma, un vero peccato, speriamo solo che arrivino un po’ di David a ripagarci. L’altra delusione 2016, per me, è stato Fuga da Reuma park di Aldo, Giovanni e Giacomo (2,9 mln di box office, ndr). Probabilmente abbiamo sbagliato, con un modello troppo sperimentale e sofisticato per un film di Natale. Con Aldo, Giovanni e Giacomo, comunque, vogliamo lavorare ancora a lungo.
D. Che ne pensa dell’ingresso di Sky con una nuova società nel mondo della distribuzione cinematografica?
R. Conferma che il modello Rai-Rai Cinema e Mediaset-Medusa è il modello vincente. Un grande broadcaster tv che poi investe pure nella distribuzione theatrical. E poi dimostra pure la vitalità e l’effervescenza del comparto: la concorrenza di un grande gruppo come Sky farà solo bene.
D. Tuttavia, avendo coinvolto nella società un nutrito gruppo di produttori indipendenti italiani, Sky andrà a operare nel comparto dei film italiani, in cui Medusa e Rai Cinema oggi sono leader
R. Di sicuro ci sarà un focus ancora maggiore sul prodotto italiano. Ma, poiché le case di produzione italiane coinvolte lavoravano in prevalenza con la Rai, diciamo che la novità Sky avrà un impatto relativo sul business di Medusa.
D. Peraltro con Sky avete appena chiuso, a fine 2016, un accordo per la vendita di 16 vostri film, tra cui proprio Quo Vado di Zalone…
R. Con Sky abbiamo sempre lavorato bene, sia per la vendita di pacchetti di film, sia per accordi-quadro. Ma stiamo facendo business anche con Infinity, TimVision, Netflix.
D. Nel 2012 Medusa aveva portato in sala 21 film. Poi c’è stato un momento di riflessione, con 12 film nel 2013, 10 nel 2014, 13 nel 2015. Nel 2016 siete tornati a quota 18. È cambiato qualcosa?
R. Beh, dopo gli anni della stretta, che hanno significato pure un drastico calo dei ricavi, ora continuiamo a valutare progetto per progetto. Magari più in una logica di acquisto che meramente distributiva. A maggio, per esempio, porteremo in sala Alibi.com di Philippe Lacheau, una commedia che in Francia sta sbancando il botteghino in queste settimane.
D. Altre novità del 2017?
R. Come detto, l’inizio è stato molto buono con L’ora legale e con Mamma o papà. Lo scorso week-end è uscito il film di Maccio Capatonda, e a dire la verità è stato un po’ debole e sotto le aspettative, con incassi di appena 600 mila euro. A fine marzo sarà la volta di Classe Z. Da settembre in poi ci sono in programma: il film di Roberta Torre; la pellicola di Corrado Nuzzo e Maria Di Biase; il film Ragazza nella nebbia di Donato Carrisi con Toni Servillo; il titolo dei Vanzina con Vincenzo Salemme; forse il nuovo film di Paolo Genovese, che però potrebbe slittare nel 2018. A inizio 2018 è invece previsto il nuovo lavoro di Checco Zalone. E tra febbraio e marzo 2018 uscirà in sala il nuovo film di Alessandro Genovesi. Ovviamente ci saranno altri progetti nel 2017, per ampliare il listino italiano, più altre operazioni chirurgiche su film stranieri.
D. Che impatti avrà la legge Franceschini, approvata lo scorso novembre e che disciplina tutta la filiera del cinema?
R. Stiamo aspettando i decreti attuativi, senza i quali non è possibile accedere alle risorse messe a disposizione. Noi valutiamo positivamente la legge, e siamo felici che il governo sia attento alla cultura e al cinema. Pensiamo sia giusto un sistema di incentivi e di defiscalizzazioni che premi di più i soggetti indipendenti rispetto ai soggetti integrati nei broadcaster tv. Però l’importante è che non si arrivi addirittura a escludere soggetti come Rai cinema o Medusa da ogni forma di incentivazione. Anche perché questi soggetti, più grandi e non indipendenti, sono però anche quelli che investono di più nel sistema cinema.
D. La crescita di Netflix, Infinity, TimVision ha dato una svolta alla lotta alla pirateria?
R. No, resta una piaga, un danno che 5-6 anni fa era stato stimato in 500 milioni di euro all’anno. E che non penso si sia ridimensionato. D’altronde la pirateria offre i film in contemporanea con le sale, gratuitamente. Difficile competere. Peraltro molti utenti non hanno neppure la percezione di commettere qualcosa di illegale, perché spesso quei prodotti sono presentati sul web in un contesto che non sembra per nulla illegale.

di Claudio Plazzotta, Italia Oggi

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