(Tiziano Rapanà) L’intervista di Costanzo (in onda il giovedì, in seconda serata, su Canale 5) è davvero un programma così riuscito? No, non lo è. E vi spiego il motivo: il programma verte solo e soltanto sull’intervista e nient’altro e pertanto non è possibile sbagliare nemmeno un singolo ospite della puntata. Altrimenti si mette in scena una mediocrità narrativa basata sull’intervistato insopportabile o incolore. Eppoi, a dirla tutta, il complesso non ha alcun elemento televisivamente originale. Tutt’altro: giacché la trasmissione appare come un particolare mix legato all’intervista fotografica de Il senso della vita e al dialogo intimista di Sottovoce (o se vogliamo al simile modus operandi di Costanzo nel suo quasi recente Bontà sua). Naturalmente tutto questo non inficia un giudizio che mira a premiare la generale buona fattura autoriale del programma, che vive dell’indiscutibile professionismo di Costanzo. Un professionismo che, tuttavia, non ha la forza di migliorare le puntate sbagliate, sbavate di noia e antipatia.
P.S. Per contatti e quant’altro, tizianodecoder2@gmail.com