Un brano che riflette sulla fragilità nascosta dietro l’apparenza
Per la prima volta in gara al Festival di Sanremo, Lucio Corsi porta sul palco dell’Ariston “Volevo essere un duro”, una canzone che racconta il contrasto tra la forza che il mondo ci chiede di mostrare e la vulnerabilità che ci rende umani.
Scritto e composto dallo stesso Lucio Corsi con Tommaso Ottomano, il brano è prodotto in collaborazione con Antonio “Cuper” Cupertino e rappresenta un’intensa riflessione sulla ricerca dell’identità e sull’accettazione delle proprie fragilità.
“Parla di quanto il mondo ci vorrebbe infallibili, con la solidità dei sassi e la perfezione dei fiori, senza dirci però che tutti i fiori sono appesi a un filo”, spiega Corsi, che attraverso il testo esprime la difficoltà di diventare qualcosa di diverso dai propri sogni.
Un viaggio tra illusioni e consapevolezza
Il testo di “Volevo essere un duro” racconta con immagini vivide e metafore evocative il desiderio di apparire invincibili, solo per poi scoprire che la vera forza sta nell’accettare la propria natura.
Dalle illusioni giovanili di essere un combattente invincibile o un antieroe delle strade, fino alla presa di coscienza di non essere nient’altro che se stesso, Lucio Corsi descrive con poesia e ironia il percorso di crescita che accomuna molti di noi.
“Vivere la vita è un gioco da ragazzi, me lo diceva mamma ed io cadevo giù dagli alberi”, canta Corsi, mettendo a confronto l’ingenuità dell’infanzia con la durezza della realtà adulta.
Un Sanremo tra emozione e autenticità
Il Festival di Sanremo 2025 segna un momento importante per la carriera di Lucio Corsi, artista che con il suo stile unico e fuori dagli schemi porta sul palco una canzone capace di toccare corde profonde, mescolando cantautorato e poesia visiva.
Con il suo brano, Corsi ci ricorda che la vera forza non è nell’essere duri, ma nell’accettarsi per quello che si è.