L’affondo della giornalista e scrittrice Polly Samson, su Twitter, dopo un’intervista dell’ex bassista alla Berliner Zeitung
Pink Floyd in crisi. La moglie di David Gilmour attacca Roger Waters: “Sei antisemita e filo-Putin”, scrive la scrittrice e giornalista Polly Samson in un post Twitter al vetriolo, avallato dal marito con un “like”. Tra i due musicisti da tempo non corre buon sangue, non solo sull’idea di musica, ma anche riguardo la visione politica. E adesso ci si è messa la moglie del grande chitarrista. L’occasione per la nuovissima tirata sarebbe stata una recente intervista al ‘Berliner Zeitung’, in cui l’ex bassista della band conferma vecchie prese di posizione in cui aveva paragonato lo stato di Israele ai nazisti e difeso Putin per l’invasione dell’Ucraina.
Nell’intervista Waters è parso giustificare la guerra di Putin in Ucraina con l’esigenza di “proteggere le popolazioni di lingua russa in quelle parti dell’Ucraina”, senza avere alcun tipo di ambizione di invadere “ne’ Polonia, ne’ qualsiasi altro paese”. Parole che hanno destato l’irritazione della Samson unite a quelle su Israele: “Gli israeliani stanno commettendo un genocidio. A mio avviso, Israele ha il diritto di esistere fino a che è una vera democrazia”.
“Purtroppo Roger la verità è che sei antisemita fino al midollo. Anche un apologeta di Putin e un bugiardo, ladro, ipocrita, evasore fiscale, che canta in playback, misogino, invidia patologico, megalomane”, scrive la Samson, che conclude il duro attacco social scrivendo: “Basta con le tue sciocchezze”
Solo poche settimane dopo l’invasione della Russia in Ucraina, David Gilmour aveva suonato un brano tradizionale di un artista ucraino come ‘Pink Floyd’, e l’assenza del celebre bassista si era fatta sentire. Ora la nuova puntata, con l’attacco della moglie di Gilmour, una delle principali autrici di canzoni per la band dopo la partenza di Waters a metà anni Ottanta.
“E’ veramente triste”, aveva detto Waters, che i suoi ex compagni di band “abbiano registrato una canzone a favore dell’Ucraina”.
Sono anni che i rapporti tra i due Pink Floyd volgono al brutto, in parte a causa dello spirito individualista di Waters, uno dei membri fondatori nel 1965 che però avrebbe preferito, anziché collaborare, essere il capitano della propria nave. Gilmour era entrato nella band nel 1967 prendendo l’anno dopo il posto di Syd Barrett che si era progressivamente allontanato a causa dell’uso di droghe e di una forma di alienazione. Nel 1985 anche Waters aveva abbandonato il complesso. A seguito di un contenzioso legale sull’uso del nome del gruppo, Gilmour e il batterista Nick Mason furono autorizzati a proseguire l’attività dei Pink Floyd, riunendosi successivamente a Richard Wright. I componenti della band cessarono la collaborazione nel 1995.
Waters contro Zelensky
Ad ottobre Roger Waters si è visto cancellare le date del suo “Farewell Tour” programmate in Polonia ad aprile 2023 dopo le sue esternazioni sulla guerra in Ucraina e le critiche a Zelensky. In più, proprio per le sue dichiarazioni, il membro fondatore dei Pink Floyd è stato anche dichiarato “persona non grata”. “Non vogliamo a Cracovia persone che si schierino con la Russia dando supporto alla propaganda di Putin”, ha spiegato un consigliere comunale della città. D’altronde il governo polacco è un fedele alleato di Zelensky e ha inviato carri armati e armamenti in Ucraina, incoraggiando anche l’Unione europea a introdurre sanzioni più severe contro la Russia. Intanto una delle date annullate (21 aprile) di Waters è stata trasferita in Italia, in aggiunta alle due già in programma all’Unipol Arena di Bologna il 28 e 29 del prossimo anno.
Un brano per l’Ucraina
L’8 aprile i Pink Floyd hanno pubblicato un nuovo brano dal titolo “Hey Hey Rise Up” in supporto al popolo ucraino. Il ricavato è stato destinato all’Ukraine Humanitarian Relief Fund. Si tratta della prima canzone originale della band dai tempi di “The Division Bell” del 1994. La traccia vede la collaborazione di David Gilmour e Nick Mason con il bassista Guy Pratt, Nitin Sawhney alle tastiere, con una performance vocale di Andriy Khlyvnyuk della band ucraina Boombox.