Non sappiamo con certezza se la Megxit sia stata decisa dal principe Harry, da Meghan Markle, oppure se sia stata una scelta presa da entrambi. Su questo punto i tabloid non concordano, mentre sembra unanime il loro parere sull’influenza che la vita militare avrebbe avuto sul duca di Sussex. Per Harry i gradi conquistati nell’esercito rappresentano un’evoluzione personale, la rinascita dopo un periodo turbolento.
Nel 2015, quando ottenne il congedo, il principe rilasciò un’intervista al Sunday Times nella quale confessò che la carriera militare lo aveva: “tenuto fuori dai guai, ho paura di pensare dove sarei senza l’esercito”, consentendogli anche di “sfuggire dalla ribalta”.
La divisa ha concesso al principe Harry di raggiungere nomine di rilevo. È diventato comandante aereo della RAF Honington, capitano generale dei Royal Marines e comandante in capo di Piccole Imbarcazioni e Servizio Immersioni. Tutti traguardi che il secondogenito di Lady Diana si è conquistato sul campo, dimostrando di non essere più il ragazzino impulsivo che combinava disastri e faceva spaventose gaffe (come dimenticare la divisa nazista?). Nomine e onorificenze che il duca rischia di perdere con la Megxit. Se uscirà definitivamente dalla royal family, infatti, non avrà più il diritto di indossare la divisa o di fregiarsi dei suoi titoli militari.
Le sue cariche potrebbero passare al principe William e perfino alla principessa Anna, come già spiegato dai tabloid. Secondo il Daily Telegraph questa prospettiva avrebbe gettato il principe Harry nello sconforto totale. Una fonte ha rivelato al giornale: “Sono tra le cose a cui tiene di più, perché frutto di duro lavoro. Per conservarli ha in mente di trascorrere più tempo in UK”. Pare, infatti, che Harry voglia parlare in privato con la regina Elisabetta per trovare un compromesso che salvi almeno la sua carriera militare. Per fare questo sarebbe disposto anche ad allontanarsi un periodo dagli Stati Uniti. Nessuno può garantire, però, che Sua Maestà accoglierà le sue richieste. Di certo non permetterà a Harry e Meghan di essere dei royal a metà e i gradi militari potrebbero diventare un terreno di ulteriore scontro, perfino una un’arma contro la Megxit.
Il periodo di transizione imposto dalla sovrana scadrà il prossimo 31 marzo, ma non è escluso che il principe Harry ottenga un rinvio della scadenza, magari fino a giugno, quando dovrebbe presenziare a eventi ufficiali come il Trooping The Colour e il compleanno del principe Filippo. Quella potrebbe diventare un’ottima occasione per intavolare una trattativa sulla sorte delle nomine militari a cui il duca proprio non vorrebbe rinunciare. Del resto i dieci anni nell’esercito non sono stati semplici per Harry. Per sua stessa ammissione le esperienze in Afghanistan nel 2007 e nel 2012 lo segnarono nel profondo, dandogli anche insegnamenti per la vita.
Nel 2013, dopo aver concluso il servizio come pilota di elicotteri Apache proprio nel Paese dell’Asia meridionale, ammise di aver dovuto uccidere, perché “a volte un soldato prende una vita per salvarne un’altra”, aggiungendo: “Il nostro lavoro è assicurarci che gli uomini a terra siano al sicuro e se questo implica sparare a qualcuno che sta sparando ai nostri, lo facciamo”. Il principe Harry divenne anche un bersaglio dei talebani, che nel 2012 minacciarono di rapirlo e ucciderlo. Non fu l’unica volta in cui rischiò la vita. Già nel 2007 il duca aveva dovuto cancellare la sua partenza per l’Iraq, ormai data per certa, poiché era finito nel mirino dei ribelli iracheni. Il loro capo, Abu Zaid, aveva dichiarato che avrebbe catturato il principe per poi restituirlo alla Regina, ma “senza orecchie”, come ricorda anche la biografia “Finding Freedom”.
L’esperto Sean Smith ha ragione quando sostiene che una delle tappe fondamentali della vita del duca di Sussex sia stata proprio la permanenza nell’esercito. Di questo è consapevole anche la regina Elisabetta, ma Harry non è più in Afghanistan. Per lui, ora, inizia una battaglia personale in cui non ci sono armi, né nemici e non morirà nessuno, ma rischia di essere cancellata una delle parti più importanti della sua personalità e del suo percorso di crescita.
Francesca Rossi, ilgiornale.it