Sanremo, Eugenio in Via Di Gioia: la musica non dovrebbe essere una gara

Sanremo, Eugenio in Via Di Gioia: la musica non dovrebbe essere una gara

Il ritorno in prime time delle Nuove Proposte durante la prima e seconda serata del Festival di Sanremo ha permesso agli Eugenio in Via di Gioia, band torinese e realtà del panorama indie già ampiamente consolidata da anni, non solo di allargare la propria visibilità ad un pubblico più mainstream, ma anche di diventare effettivamente tra i protagonisti della 70esima edizione della rassegna. Durante la settimana festivaliera, oltre al palco hanno cantato praticamente ovunque: la notte prima del debutto in una minuscola piazzetta nella parte antica della città; poi nella sala stampa del teatro Ariston, due volte, prima durante la tradizionale conferenza stampa e poi, ieri pomeriggio, al momento del ritiro del Premio Assomusica, insieme a Fiorello, intonando una versione tutta nuova de’ “Il ragazzo della Via Gluck”, diventata “Il ragazzo in Via di Gioia”; e se il meccanismo di Sanremo non gli permette di omaggiare il festival con un duetto nessun problema, loro incastrano Luca Barbarossa per una performance in strada, lì da dove hanno cominciato a suonare. Ad AGI ammettono “nessuno viene qua per vincere ma neanche per uscire dopo 10 minuti. Abbiamo aperto Sanremo e l’abbiamo chiuso, forse è un record mondiale”. L’esperienza comunque, assicurano, “è stata fantastica, bellissima, adrenalinica, compreso tutto il processo che ci ha portati qui”. Discorso che si fa un po’ più aspro se si pensa alla faccenda degli abbinamenti, che tanto sta facendo discutere durante le giornate del Festival: gli scontri delle Nuove Proposte non sono stati organizzati con un criterio preciso ma, come spiegato dallo stesso Amadeus, da esigenze di scaletta. “A prescindere dall’altro artista con il quale ci saremmo potuti confrontare, suonare una volta in più avrebbe potuto fare bene a tutti. Sapevamo che sarebbe potuta andare a finire così, abbiamo fatto altri duelli per arrivare qui e c’è andata bene, perché poteva succedere anche prima. È un discorso da affrontare più alla radice, forse la musica non dovrebbe essere una gara”. 

Ma la gara a Sanremo c’è e poteva andare a finire diversamente considerato che gli Eugenio in Via di Gioia si trovano già in rampa di lancio verso il successo. A marzo infatti quattro date: Torino (sold out), Milano, Bologna (sold out) e Roma. E allora come spiegare l’esclusione? “Sono percorsi diversi, vetrine diverse. Magari quelle persone che non fanno sold out sono più conosciute televisivamente e noi invece in televisione non ci siamo mai stati. Noi ci sentiamo gli ultimi arrivati in televisione… ed anche i primi usciti”.  La loro carriera comunque va avanti, ma sarebbe più corretto dire i loro impegni: “Abbiamo la piantumazione della foresta a fine marzo/inizio aprile, una cosa molto interessante: andremo a piantumare gli alberi a Paneveggio in provincia di Trento, una causa che abbiamo portato avanti da settembre, partita con un crowfunding. Abbiamo fatto una piattaforma, i nostri fan potevano sostenerci e noi insieme a loro abbiamo raccolto i fondi necessari per piantare questa foresta”. Ma c’è di più: “La cosa più incredibile è che questa piattaforma è ancora viva e continua a darci soddisfazioni perché abbiamo fatto in modo fosse una specie di forum dove la gente può fare domande e trovare le risposte degli esperti in termini di educazione ambientale, risparmio energetico, riciclo, sostenibilità. Ci diamo da fare a 360 gradi – concludono – e non ci daremo per vinti per una sconfitta”.  

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