“Devastante” è il termine che utilizza il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, per definire: “Il messaggio emerso ieri sera nel corso della trasmissione Bianco e Nero su La7, in un dibattito surreale, dove è stato dato spazio all’idea che si possa, in qualche modo, giustificare una vendetta fai da te”.
“Il contenitore di Luca Telese, dedicato a Italo D’Elisa, l’operaio che nel luglio scorso ha accidentalmente investito mortalmente Roberta Smargiassi e a sua volta ucciso a colpi di arma da fuoco dal di lei marito Fabio Di Lello – spiega Marziale – ha ospitato un avvocato, vittima di un incidente e ridotto in sedia a rotelle, che proprio a Di Lello ha dedicato una pagina Facebook rivendicandone la liberazione. Per quanto rancore possa provare un uomo nei confronti del proprio investitore, non si può dare voce in un mezzo di informazione così pervasivo come la Tv, per giunta in prima serata, ad un tentativo di normalizzazione della vendetta”.
Per il sociologo, tra l’altro Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria: “La flebilità della giustizia non può bastare, come niente può bastare, a portare in risalto sentimenti di vendetta, che dovrebbero invece essere relegati nell’oblio. La differenza sta nelle dinamiche, perché Italo D’Elisa, con tutti i torti possibili, non voleva uccidere e si è fermato a prestare soccorso alla povera Roberta, mentre Di Lello ha premeditato il gesto assassino e lo ha portato a compimento”.
“Il Codice Tv e Minori, tutt’ora in vigore e addirittura diventato riferimento legislativo perché recepito dalla Legge Gasparri – conclude Marziale – obbliga le emittenti a stare attenti ai messaggi che veicolano in prima serata, contemplata dalle ore 19 alle ore 22.30 come fascia protetta rafforzata, ma è evidente che Luca Telese, i suoi autori e la direzione di rete non lo sanno, ed allora ne consiglio la lettura”.