Ormai sono quasi due anni che interpreta Red, com’è cambiato il suo rapporto con il personaggio?
“Credo che sia meglio che rimanga un enigma per me. Dopo 22 episodi è normale conoscere un personaggio. Ma la familiarità e il mistero non vanno a braccetto. Per questo credo che la chiave sia mantenere una certa dose di incertezza e di sorpresa nei suoi confronti. Mi piace non capire del tutto le motivazioni dietro le sue azioni. Reddington è un uomo che conosce la vita, ma anche la morte. E per questo apprezza davvero le cose belle che lo circondano, ma allo stesso tempo non si fa scrupoli morali e sa essere spietato. E poi è curioso, apprezza le eccentricità altrui”.
Consultate veri agenti dell’Fbi per costruire al meglio il personaggio e le sue vicende?
“Sì, c’è un consulente, un ex agente federale che lavora con gli sceneggiatori che è sempre disponibile per qualsiasi domanda. E sul set c’è sempre un detective del dipartimento di polizia di New York, è diventato quasi la nostra mascotte. Come Red, che usa l’Fbi e non si fa usare da loro, anche noi usiamo a modo nostro le forze dell’ordine…”.
Cosa significa per la sua vita essere il protagonista assoluto di una serie di grande successo?
“Nella mia carriera sono abituato a momenti di grande successo e poi ad altri di relativa quiete, in genere è un ciclo. Con il successo di Sesso, bugie e videotape, un quarto di secolo fa, avevo già avuto un assaggio della fama, ma certamente uno show televisivo come questo è tutt’altra cosa. Con la tv si entra in casa della gente. Con alcune puntate abbiamo superato i 20 milioni di spettatori, non è poco. Tuttavia il successo non influisce sulla mia vita, sono un tipo riservato, viaggio senza dare nell’occhio, non mi piace ricevere troppe attenzioni. Certo, devo ammettere che oggi evito di andare in luoghi troppo affollati. Anche se credo che i fan meritino attenzione e tempo. Non condivido l’atteggiamento di superiorità di alcuni colleghi, siamo famosi e privilegiati anche grazie all’amore e alla dedizione delle persone che ci seguono”.
Eppure è diventato popolare con un personaggio come Red, inquietante, un uomo che fa paura…
“Indubbiamente, anche se trovo che sia compassionevole, a suo modo. Trovo più inquietanti i personaggi di alcuni film o serie tv dedicate ai giovani che compiono azioni riprovevoli senza mostrare un briciolo di senso di responsabilità. Red invece è pienamente consapevole, per questo non mi spaventa troppo, anzi, mi attrae. E pur essendo un antieroe a tutti gli effetti, può stimolare la riflessione”.
Nella vita reale c’è qualcosa che le fa paura?
“Beh, io amo molto l’oceano e devo dire che la cosa che mi spaventa di più è essere divorato da uno squalo. Vidi Lo squalo quando ero giovane e non credo di essermi mai ripreso dal trauma”.