Anche nel 2024 la televisione italiana “tiene i suoi spettatori, e anzi cresce rispetto allo scorso anno dell’1,1%, grazie anche ai consumi in streaming (la Total Audience che diventerà lo standard Auditel con l’inizio del 2025)”. E i cosiddetti ‘terzi poli’, vale a dire WarnerBros Discovery e La7, fanno segnare addirittura una crescita in doppia cifra: la prima, infatti, “aumenta il proprio ascolto nell’intero giorno del 10,5% rispetto al 2023, mentre La7 cresce del 10,1%”.
A certificare il buono stato di salute della tv italiana, sulla base dei dati disponibili fino al 15 novembre di quest’anno, è l’Annuario della tv 2024 realizzato dal Certa, il Centro di ricerca sulla televisione e i media audiovisivi dell’Università Cattolica di Milano diretto dal professor Massimo Scaglioni. Dall’Annuario, presentato questa mattina alla Cattolica in un evento a cui hanno partecipato, tra gli altri, il direttore generale di Confindustria Radio Televisioni Rosario Donato, il direttore Marketing strategico del Gruppo Mediaset Federico Di Chio e la direttrice del Marketing Rai Roberta Lucca, emerge una televisione “multipolare, resiliente e sempre più orientata a ibridare il tradizionale broadcasting con lo streaming (su un terreno di gioco definito ‘streamcasting’)”.
Accanto a Rai, Mediaset e Sky si è dunque sviluppata “una televisione multipolare, che deve tenere conto anche della maggior forza delle piattaforme internazionali di streaming”. Piattaforme che “contribuiscono a generare quello che Auditel definisce ‘ascolto non riconosciuto’”, che nel 2024, per l’intero giorno, “cresce del 4,3%, raggiungendo nelle 24 ore un ascolto medio di 1,8 milioni di spettatori”.
Per quanto riguarda, invece, il consumo medio di televisione calcolato sull’intera popolazione, il dato di quest’anno è di quattro ore. I numeri, infatti, dicono che “mediamente gli italiani dedicano oltre tre ore e 16 minuti al giorno al consumo di televisione ‘tradizionale’ (i canali televisivi), e quasi 44 minuti a tutti gli altri consumi sul televisore domestico (in primis piattaforme come Netflix, Amazon, Prime Video, Disney+ e altre, ma anche gaming-gioco e navigazione).
Questi numeri, sottolineano dall’Università Cattolica, sono in controtendenza rispetto a quelli degli altri Paesi europei e degli Usa. Le oltre tre ore di consumo di tv registrate in Italia superano, infatti, “le due ore e 19 minuti degli Usa, le due ore e 18 minuti della Gran Bretagna, le due ore e 50 della Germania e della Spagna e le due ore e 57 minuti della Francia”.
Elemento decisivo di questa resilienza della tv italiana è, dati alla mano, l’innovazione, perché “se l’ascolto lineare dei principali editori televisivi nel loro complesso (Rai, Mediaset, Sky, WarnerBros Discovery, Cairo-La7) è in lieve crescita (+0,4% rispetto al 2023), mostra invece un aumento più sostenuto il peso del consumo on-demand degli stessi editori, col raddoppio della rilevanza della SmartTv rispetto allo scorso anno”.
In particolare, nel corso della stagione analizzata dall’Annuario (settembre 2023-agosto 2024) il consumo da tv connessa dei canali dei principali editori (Rai, Mediaset, Sky, WBD, Cairo-La7) “varca la soglia media dei 100.000 individui per i soli contenuti fruiti on demand”. Proprio le tv connesse, che in base agli ultimi aggiornamenti della Ricerca di base Auditel “hanno raggiunto e superato il numero di 20,2 milioni e nelle case degli italiani sono più presenti dei pc, che sono 19,7 milioni”, sono “il vero elemento decisivo”.
Dai dati analizzati nell’Annuario emerge, infatti, che “è in particolare attraverso le Smart Tv (oltre ai ‘second screens’ come smartphone e pc) che il consumo in streaming dei prodotti editoriali registra veri e propri picchi, con casi eclatanti registrati nel corso della stagione 2023-24”. Questo, spiegano dalla Cattolica, “si capisce dal ranking dei migliori ‘ascolti incrementali’ ottenuti on demand presentato nell’Annuario 2024: ‘Mare Fuori’, in testa alla classifica, con +339% di ascolto incrementale in streaming rispetto al lineare; ‘Il Collegio’, che fa segnare un +54% di ascolto incrementale; ‘Viola come il mare’, che tocca il +43%, e ‘Doc nelle tue mani’, col +27% di ascolto incrementale”.
Un’altra ragione che spiega la resilienza della tv ormai multipolare è “la ricchezza dei suoi contenuti”. A questo proposito, nell’Annuario si osserva che “il complesso dell’offerta originale realizzata da editori e piattaforme nell’ambito dei generi unscripted e scripted è molto ampia, con oltre 18.000 ore di contenuto first run (ovvero al netto delle repliche), a cui vanno aggiunte altre 10.000 ore di contenuto di news nella stagione (per le sole prime nove reti nazionali)”. La spina dorsale dell’offerta originale, soprattutto delle reti, è fatta “dalle nove categorie di genere che caratterizzano l’unscripted, con 17.384 ore di prodotto censite nella stagione 2023-24”, mentre la produzione scripted, che include serie, film per la tv e le piattaforme, docudrama e prodotti ‘Kids and early teens, si ferma a 746 ore. In questa stagione, si legge poi nella nota Cattolica, “prosegue una crescita, seppur limitata, del numero di ore di intrattenimento prodotte dai broadcaster (17.106)”, mentre “le ore di prodotto originale unscripted commissionato dalle piattaforme di streaming è una piccola porzione (278 ore), e per la prima volta non cresce”.
Venendo, infine, alle top ten dei programmi più visti in tv e in streaming nella stagione 2023-24- esclusi gli eventi sportivi- la prima classifica vede in testa il Festival di Sanremo con 11,3 milioni di spettatori e il 66,2% di share, seguito da ‘Domenica in-Sanremo’ con 5.661.000 spettatori e il 37,1% di share, e da ‘Affari tuoi’ con 5.317.000 spettatori e il 25,9% di share.
La graduatoria dei programmi più visti in streaming, stabilita sulla base del parametro Tts (Totale tempo speso) è invece guidata da ‘Mare Fuori’ con tre miliardi e 755 milioni di minuti. Vengono poi ‘Uomini e donne’ con tre miliardi e 229 milioni di minuti e ‘Terra Amara’ con due miliardi e 776 milioni di minuti.