Con l’uscita prevista per l’8 dicembre, Renato Zero aggiunge un nuovo tassello al già straordinario mosaico della sua lunga e illustre carriera artistica. “Autoritratto” è il suo trentatreesimo album in studio, un’opera che si inserisce nel contesto di una carriera ultra cinquantennale, rappresentando un’analisi profonda e personale.
Il cantautore afferma che la musica ha significato solo quando è condivisa con gli altri. In “Autoritratto”, Zero si sottopone a un esame accurato di sé stesso, diventando l’architetto di un’opera che lo vede passare al setaccio la sua identità artistica. L’album rappresenta un’occasione per il cantante di guardarsi dentro, di valutare la sua resistenza e di esplorare l’autonomia che ancora possiede. In questo processo, Renato Zero coinvolge il suo amato pubblico, chiedendo pazienza durante questa riflessione artistica.
Con “Autoritratto”, Renato Zero offre al suo pubblico un’opportunità unica di esplorare la sua interiorità e di partecipare a una nuova fase del suo percorso artistico, arricchendo ulteriormente il tessuto della sua carriera straordinaria
Renato Zero incontra la stampa a Milano, e nemmeno il tempo di sedersi che già affronta i temi di più stretta attualità, che vanno oltre il momento promozionale di una nuova uscita. “Se gli uomini potessero partorire – dice nel giorno dei funerali di Giulia Cecchettin – non succederebbero certe cose. A fronte di certi fatti, trovo incredibile che ancora non si impari la lezione. La donna che subisce violenza paga per tutto quello che quell’uomo non ha fatto nella vita“.
Renato Zero, con il suo caratteristico umorismo, riflette sulla sua età, affermando che a 73 anni l’orizzonte si stringe, ma sottolinea che alla fine si riparte sempre da zero. Nonostante l’età, il cantante ha già un nuovo progetto in cantiere, dimostrando la sua continua creatività e passione per la musica. Scherza sul fatto che i giovanissimi lo chiamino “maestro”, definendo tale ruolo quasi imbarazzante e ribadendo che il suo approccio alla musica è partito come un gioco che col tempo è diventato un lavoro.
Quando gli viene chiesto di esprimere il suo pensiero sulle nuove generazioni di rapper e trapper, Renato Zero evita di giudicare direttamente i giovani artisti. Invece, sposta l’attenzione sulle dinamiche familiari, suggerendo che la cattiva gestione degli atteggiamenti viene trasmessa attraverso l’esempio fornito in famiglia. Renato Zero sottolinea l’importanza di indagare su questo aspetto e di cercare risposte nella “non educazione” presente in molte famiglie. In questo modo, suggerisce una prospettiva che va oltre la semplice critica dei testi delle canzoni, invitando a una riflessione più ampia sulle influenze culturali e sociali che plasmano le nuove generazioni.
Il nuovo album di Renato Zero, intitolato “Autoritratto”, offre una straordinaria esperienza musicale composta da 13 brani. Questa nuova traversata artistica è guidata dalle visioni uniche del cantante e dalla sua straordinaria abilità di raccontare storie attraverso la propria arte. L’album promette di essere una ricca avventura musicale, intrisa di suggestioni e caratterizzata dalla genialità di Zero, che una volta ancora fonde la sua creatività con la sua inimitabile capacità di sorprendere e ispirare.
Oltre alle tracce inedite, ciascuna con la sua storia unica, “Autoritratto” presenta anche brani che il pubblico ha potuto apprezzare dal vivo durante gli spettacoli monumentali di “070” al Circo Massimo e durante il tour “Zero a Zero – Una sfida in musica”. Queste tracce, ora presenti nella versione studio dell’album, includono successi come “Quel bellissimo niente”, “Fortunato”, “L’avventuriero”, “Cuori liberi” e “Zero a Zero”. Con una combinazione di nuove composizioni e brani amati dai fan, “Autoritratto” promette di offrire un viaggio musicale completo attraverso il talento e l’eclettismo di Renato Zero.
Renato Zero affronta il tema della perdita di persone care durante una certa fase della vita, sottolineando come la privazione di tali figure rappresenti la caduta di alcuni “alibi”. Questa mancanza di supporti importanti lo rende maggiormente responsabile delle sue azioni, spingendolo a non fare di meno e a colmare le assenze lasciate da coloro che gli sono stati vicini. Renato Zero riflette sulla responsabilità che gli amici scomparsi gli impongono, essendo stati fonte di tanto, costringendolo a mantenere un impegno anche in loro assenza, spesso prematura.
Il cantante poi esprime il suo pensiero sulla scomparsa di Raffaella Carrà, una figura che non aveva ancora raggiunto i 79 anni. La descrive come una vicina di casa che frequentava soprattutto durante l’estate. Renato Zero immagina Carrà a 90 anni, con un plaid sulle ginocchia, cantando le sue esperienze e il suo passato. La perdita di Carrà è sentita come una privazione di un’icona e di un’amica, e la riflessione di Renato Zero evidenzia il peso della sua assenza nella vita di coloro che l’hanno conosciuta e apprezzata.
Renato Zero, in risposta agli ultimi avvenimenti di cronaca e alla situazione sociale del Paese, invita la gente a tornare a farsi sentire e a non rimanere confinata tra le quattro mura. Esprime la sua insoddisfazione nei confronti di un potere che ritiene non legittimo e non meritevole di esistere. Renato Zero incoraggia il suo pubblico a occupare di nuovo le piazze, sottolineando che molte vittorie sono state ottenute in passato attraverso la partecipazione attiva sulla piazza stessa. Ritiene che in un momento così grave come l’attuale, la presenza in piazza sia più urgente che mai.
Il cantante critica il fatto che, nonostante l’urgenza, molte persone rimangano a casa davanti alla televisione, considerata da lui un altro sonnifero, una bugia, un’ennesima macchinazione. Renato Zero riflette sulla mancanza di coraggio che impedisce alle persone di riguadagnare la propria identità, sottolineando come la persona sia scomparsa e l’anagrafe diventi bugiarda se non ci si presenta all’appello.
Riguardo ai suoi prossimi eventi live nel 2024 a Roma e Firenze, Renato Zero anticipa che la nuova veste potrebbe essere più minimale e spoglia. Sottolinea che, pur non essendo un’esibizione acustica con solo voce e chitarra, potrebbe essere una versione più essenziale senza l’uso massiccio di archi e orchestra, suggerendo che a volte meno è più autentico.