Alla corte inglese perfino la morte deve seguire le regole del protocollo e mentre Kate Middleton si infila la blusa al contrario, noi non smettiamo di stupirci, scoprendo nuovi aneddoti curiosissimi sulla vita della leggendaria regina Elisabetta, come il “giallo” del bouquet nuziale scomparso e mai più trovato.
Kate Middleton svela (a sua insaputa) il segreto delle sue emoji preferite
Proprio così. Durante un collegamento Zoom per promuovere l’iniziativa Early Years, dedicata ai bambini in età prescolastica, Kate Middleton ha rivolto lo schermo del suo IPhone 10 verso la telecamera, svelandoci inconsapevolmente le sue “faccine” preferite. Alcune sono simpatiche, come l’emoji delle due bambine che si tengono per mano in segno di amicizia, il simbolo dell’inchino o l’alieno viola, la faccetta che vomita (sì, è anche un po’ disgustosa, è vero). Altre più “bio”, come l’icona del cetriolo e dell’ananas. Un’altra, però, è ben poco regale: la faccina che impreca. Allora Kate, la perfetta duchessa, sempre sorridente, mai un capello fuori posto si arrabbia? E magari dice anche qualche parolaccia? Perché no? Sarà pure la futura regina consorte d’Inghilterra, ma prima di tutto è un essere umano in carne e ossa e, ogni tanto, la pazienza scappa pure alle duchesse.
Kate supera se stessa nell’arte del riciclo: la blusa è di moda al contrario
Kate Middleton un’artista del riciclo fashion? Il fenomeno va studiato attentamente prima di rispondere. La duchessa più amata dagli inglesi (e non solo) ha avuto un’ottima idea che potrebbe cambiare qualche regola della moda. Lo scorso 29 novembre, durante il suo intervento via Zoom per raccontare la sua iniziativa a favore dei bambini in età prescolare, “Early Years”, Kate ha indossato una blusa viola già portata in occasione della visita all’Henry Fawcett Children’s Centre di Londra, a marzo 2019. La camicetta, firmata Gucci, è in crêpe di seta e nelle foto promozionali la chiusura si trova sul retro. La machiavellica Kate, però, l’ha indossata al contrario in entrambe le occasioni. Naturalmente non ha sbagliato e non era certo distratta mentre la infilava. Semplicemente ha “reinterpretato” il modo di metterla secondo il suo gusto. L’ha rinnovata, in un certo senso. Del resto, per indossare capi simili, non c’è una regola scolpita nella pietra. È come girare una moneta: sappiamo distinguerne fronte/retro, ma non è importante da che parte le mostriamo o le porgiamo. Già Melania Trump, nel 2016, fece una cosa simile. Chissà se Kate lo sa e, quindi, l’idea non è tutta farina del suo sacco. Una cosa è certa: la moda non va tanto “seguita”, quanto “modellata” sulla nostra individualità. Kate docet.
A corte perfino la morte deve seguire il protocollo…
E ha anche diversi nomi in codice, a seconda dei reali a cui si “applica”. Ragionamento cinico? No. Per i Windsor non è una faccenda trascurabile, ma una questione di Stato, un rito che va preparato con anni di anticipo e per cui bisogna attuare un vero e proprio protocollo d’emergenza. In un episodio di “The Crown”, quando il principe Carlo rischia la vita a causa di una valanga, viene nominato il “Menai Bridge”. Che sarà mai? Nient’altro che il nome in codice del protocollo da seguire per il decesso dell’erede al trono. La parola “bridge”, cioè “ponte” ricorre sempre in queste etichette “funebri”. Il motivo è ovvio: il ponte collega il mondo terreno a quello dell’Aldilà, rappresenta la transizione dell’anima dalla vita mortale a quella eterna. Nel caso di Carlo il Menai Bridge è un ponte del Galles emblema del titolo dell’erede al trono. Il protocollo funebre per Sua Maestà è, invece, il “London Bridge” e fa riferimento al ponte più famoso di Londra. Questa pillola non è il massimo dell’allegria, meglio andare avanti.
La regina Elisabetta e lo strano caso del bouquet scomparso
L’esperta Katie Nicholl garantisce che, durante il lockdown al Castello di Windsor, il principe Filippo e la regina Elisabetta avrebbero ritrovato la loro intesa e, addirittura, avrebbero usato questo tempo sospeso per conoscersi come forse non avevano mai fatto in 73 anni di matrimonio. Del resto non trascorrevano così tante settimane insieme dal periodo 1949-1951, quando vissero in una stupenda villa a Malta. Chissà se la coppia ha anche ricordato il passato, tornando al giorno del royal wedding e, in particolare, a un aneddoto “a tinte gialle” da cui è nata una tradizione in vigore ancora oggi. Sapete perché ogni sposa reale ha a disposizione due bouquet di nozze? Perché il giorno del matrimonio di Elisabetta II qualcuno ebbe l’ardire di perdere il suo bouquet. Le orchidee bianche circondate dal mirto non vennero mai più trovate. Sparite nel nulla, evaporate. Il bello, però, è che nessuno sembrò accorgersene. Neppure la diretta interessata. I fotografi scattarono le foto ufficiali e solo quando Elisabetta e Filippo erano già in luna di miele si resero conto del pasticcio. Il Mirror rivela che Sua Maestà, all’epoca ancora una principessa, ricevette una telefonata in cui le comunicavano che avrebbe dovuto rifare il servizio fotografico. Impossibile immaginare la sua espressione e tantomeno i pensieri che le passarono per la testa in quei minuti. Diversi giorni dopo il matrimonio, ancora in viaggio di nozze, Elisabetta e Filippo indossarono di nuovo gli abiti nuziali e vennero realizzati nuovi scatti. Stavolta con un bouquet difeso dai fotografi a costo della vita.
Francesca Rossi, ilgiornale.it