‘NON C’È PIÙ RELIGIONE’, COSÌ IL BEBÉ FA CONVIVERE LA CHIESA E LA MOSCHEA

‘NON C’È PIÙ RELIGIONE’, COSÌ IL BEBÉ FA CONVIVERE LA CHIESA E LA MOSCHEA

La nuova commedia di Luca Miniero parte dal dato che la natalità in Italia è assicurata dalla nascita dei figli degli immigrati. E così il sindaco della piccola isola di Porto Buio che deve trovare al più presto un neonato da mettere nella mangiatoia per il suo famoso presepe vivente, chiede aiuto alla comunità araba…

boldiIL CARTELLO iniziale del film mette in guardia. In questa sala avete 0,65 figli e 2,83 cellulari a testa. Non c’è più religione, la nuova commedia di Luca Miniero (Benvenuti al Sud, Benvenuti al Nord, Un boss in salotto) parte da questo dato: la natalità in Italia è assicurata dalla nascita dei figli degli immigrati. È così nella piccola isola di Porto Buio, nel mezzo del Mediterraneo, da anni non nascono più bambini, l’ultimo nato è diventato, oggi, un adolescente con i brufoli, i baffetti e decisamente sovrappeso. Il paese dovrà trovare al più presto un neonato da mettere nella mangiatoia per assicurare il presepe vivente con cui l’isola é diventata famosa.
Il neosindaco Cecco (Claudio Bisio), rientrato sull’isola pochi mesi prima dopo una disastrosa carriera politica al Nord, farà di tutto per convincere Suor Marta (Angela Finocchiaro) ad accettare l’offerta dalla comunità araba, che sta appena al di lá dal mare, di un loro bebè come novello Gesù Bambino. Nell’impresa sarà anche coinvolto Marietto (Alessandro Gassmann), ora Bilal convertito per amore di una bella ragazza musulmana (Nabiha Akkari), che metterà una serie di condizioni perché il prestito venga fatto. Dalla condivisione del Ramadan all’uso della Chiesa a giorni alterni, la via per la convivenza tra religioni in commedia è fatta di equivoci, pregiudizi e cliché che fanno sorridere ma forse anche un po’ riflettere.
“Io credo che il cinema non debba avere un messaggio, piuttosto un taglio o un punto di vista – dice Miniero che ha scritto il film insieme a Sandro Petraglia e Astutillo Smeriglia – si parla di tolleranza ma anche di conflitto, l’integrazione è un fatto necessario che si realizza nel momento in cui conosciamo le persone. Il film vuole essere un trionfo delle persone più che delle etichette”.
E le persone, i personaggi di questo film, raccontano una storia corale costruita sui tre amici di infanzia (Bisio, Finocchiaro e Gassmann) che si ritrovano dopo aver fatto percorsi diversi. “Cecco è un ottimista laico, per 40 anni ha vissuto al Nord e ora é tornato all’isola con uno slancio positivo che può essere visto come opportunistico, ma che in realtà nasconde anche un interesse, una curiosità reale per l’altro – dice Bisio – in un dialogo che poi abbiamo tagliato, Cecco prometteva agli arabi una Moschea ma questi gli rispondevano: ‘Sono le solite promesse dei politici la Chiesa c’é, ci può ospitare tutti'”.
E così il film, scritto prima della domenica di condivisione tra cattolici e musulmani, è in qualche modo profetico e racconta un mondo non così lontano da quello reale. “Conosco un parroco in Veneto che ospita i musulmani – racconta Gassmann – il mio Marietto/Bilal é un personaggio buffo che si diverte a spaventare i luoghi comuni, io sono convinto che una risata ci salverà. Il paradosso, la commedia di situazione, non la semplice battuta di parola, è il tipo di ironia che può rendere utile un film”.
“Come anche in Benvenuti al Sud, in questo film c’è un tema sociale che diventa spunto comico – dice Miniero – il mio intento al cinema è far ridere con il quotidiano e con Non c’é più religione abbiamo avuto l’ambizione di ridere del tema religioso in un momento in cui sulla religione c’è poco da ridere”. Eppure che la chiave dell’integrazione possa essere appunto l’umorismo lo conferma l’attrice francese di origine tunisina Nabiha Akkari (la ragazza di cui si innamorava Checco Zalone in Che bella giornata, dove si scherzava sul terrorismo). “Sono andata a spulciare i commenti sotto il video in cui si vede la sequenza di una ragazzina araba che torna a casa da scuola, lancia uno zaino e tutti gli italiani scappano credendo che sia una bomba. C’erano molti commenti di gente della comunità magrebina che invitava gli amici ad andare a vedere il film: ‘Ci facciamo due risate al cinema’ hanno scritto. Il senso dell’umorismo è universale, appartiene a tutte le comunità”. E vedremo quali comunità, a partire dal 7 dicembre, andranno nelle 600 sale che ospiterà il film e se Non c’è più religione (inizialmente il sottotitolo era O ce ne é anche troppa) potrà diventare uno nuovo fenomeno alla Benvenuti al Sud.

LA REPUBBLICA

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