“Pop-Up” è il dodicesimo album in trentadue anni di carriera. Il cantautore: “Il mio segreto? Tenere vivo il giovane che abita dentro di me. Il bello è che nel pubblico vedo coetanei e adolescenti come mio figlio”
DALLE trecentomila copie vendute con il primo disco nell’inverno del 1984 ai tredici milioni di click su YouTube con Luca lo stesso nell’autunno del 2016: passano gli anni, cambiano mode e tendenze, ma Luca Carboni rimane sempre lì, in grado di parlare a generazioni differenti. Questa sera il cantante bolognese, 54 anni, sarà agli Arcimboldi per chiudere idealmente il viaggio del suo dodicesimo album in trentadue anni di carriera: Pop- Up.
Trent’anni dopo lei è sempre in cima. Qual è il suo segreto?
“Non lo so, l’unico che mi viene in mente è quello di tenere sempre vivo il ragazzo che abita dentro di me, ascoltarlo. A volte tendiamo a snobbare ciò che siamo stati da adolescenti, invece quando si dà ascolto al proprio passato nasce sempre uno sguardo interessante. Lo confesso: molte volte la mia ispirazione è figlia di quel Luca ragazzino che mi tira per la giacca”.
Su YouTube “Luca lo stesso” ha superato quota tredici milioni di visualizzazioni. Sorpreso?
“Sì, perché negli anni ho capito che non si può dare nulla per scontato e i meccanismi di gradimento sono imprevedibili. Sono rimasto sorpreso anche dal successo di Pop- Up, che nel titolo indicava la mia filosofia di vita, ovvero quella di arrivare a un pubblico popolare il più ampio possibile”.
Che rapporto ha oggi con i suoi fan?
“Molto bello, perché ora il popolo che mi segue è composto da persone della mia età che mi hanno idealmente accompagnato lungo tutto questo viaggio e poi i più giovani arrivati in seguito. Grazie a questo disco mi sono ritrovato sotto il palco anche generazioni molto più giovani, ragazzi come mio figlio, che ha diciassette anni”.
Ma oggi è ancora teso prima di salire su un palco oppure ci ha fatto l’abitudine?
“Non ho mai smesso di emozionarmi per un concerto, mai. Anche perché io fin dagli inizi, negli anni Ottanta, non volevo fare il leader, ma essere in una band, condividere la responsabilità insieme ad altri. Poi le cose hanno preso una piega differente, ma proprio per questo finisce che in scena tento sempre di ricreare un gruppo. Lo farò anche questa sera, con due ospiti come Tommaso Paradiso e Alessandro Raina“.
Qual è il brano che la emoziona di più cantare?
“Faccio fatica a scegliere un solo pezzo, ma diciamo che ultimamente cantare Luca lo stesso mi tocca molto, perché
scatena meccanismi quasi misteriosi. Sono contento poi di suonare agli Arcimboldi perché il pubblico, a differenza dei club, sarà seduto e potrà concentrarsi anche sui testi”. “Pop-Up” è il dodicesimo album in trentadue anni di carriera: “Il bello è che nel pubblico vedo coetanei e adolescenti come mio figlio”.
di Andrea Morandi, La Repubblica